Il Piccolo Cinema America di Roma, il Laboratorio di Quartiere Giambellino Lorenteggio – Scendi c’è il Cinema di Milano, Il Furgon Cinema delle aree terremotate del Centro Italia e La Guarimba di Amantea in Calabria hanno firmato un appello contro le più importanti case di distribuzione italiane, accusandole di effettuare un “blocco” sul mercato per costringerli a rendere gli eventi da loro organizzati a pagamento. Se la prendono anche con l’ANICA che, a loro avviso, “da più di due anni dà indicazioni scritte ai distributori italiani e alle agenzie estere di non concedere film per proiezioni a ingresso gratuito sul territorio italiano nonostante queste riguardino esclusivamente titoli che hanno già concluso il loro periodo di sfruttamento commerciale in sala e già presenti in chiaro in TV, Pay Tv, Streaming e DVD”, come sottolinea Valerio Carocci del Piccolo Cinema America di Roma che denuncia che, sebbene i diritti concordati di proiezione siano sempre stati regolarmente pagati ai distributori, si sono visti rifiutare quasi tutti i film richiesti (su 263 richieste complessive delle varie arene, 235 le risposte negative ricevute).
“Non proiettando opere presenti in sale e arene a pagamento – prosegue Lorenzo Montesi Pettinelli del Furgon Cinema – non è possibile accettare l’idea che la fruizione gratuita sia concorrenziale con quella a pagamento, per non parlare dei contesti dove il cinema non arriva più”.
“Rivendichiamo il nostro lavoro, portato avanti spesso a titolo volontario, come un servizio pubblico che rende possibile l’accesso alla cultura a ogni cittadino, di ogni ceto sociale in qualunque territorio – continua Fabrizia Parini del Laboratorio di Quartiere Giambellino Lorenteggio di Milano – proiettando quei film, nel nostro piccolo, siamo convinti di dare nuovo valore di mercato a opere datate o indipendenti, le riportiamo sul grande schermo e contribuiamo a creare un’educazione cinematografica”.
“Con noi il pubblico riscopre la bellezza della visione collettiva del cinema sul grande schermo, esce di casa, vive e apprezza la differenza rispetto allo streaming”, aggiunge Giulio Vita de La Guarimba.
“L’industria cinematografica più che osteggiarci dovrebbe sostenerci – dichiarano, infine, gli organizzatori delle arene gratuite- siamo per lei, a costo zero, la sua più grande campagna promozionale. Se ogni restrizione circa l’autorizzazione di opere audiovisive in tutti gli eventi gratuiti d’Italia non verrà immediatamente ritirata dichiariamo da subito di essere costretti ad annullare le nostre manifestazioni”.
“L’ANICA ha sempre guardato con simpatia all’esperienza in piazza San Cosimato, tanto da invitare Carocci alla Conferenza sul rinnovamento delle sale cinematografiche ed esprimere amicizia e sostegno a questo progetto”, replica l’ANICA in una nota, chiedendo una smentita e sottolineando come non esista un solo atto, in particolare, che possa riferirsi a iniziative di segno opposto da parte di Francesco Rutelli. “La Sezione Distributori dell’ANICA non ha avuto alcun contatto con Carocci e i suoi collaboratori nel corso di quest’anno, né avrebbe potuto dare indicazioni commerciali alle aziende associate, che operano in base alle proprie strategie industriali, in un momento tanto difficile. Lo scorso anno il Presidente Lonigro è andato in Piazza San Cosimato a esprimere la solidarietà propria e di tutti gli associati, e anche la Presidente della Sezione Produttori Francesca Cima ha sempre manifestato apprezzamento ad iniziative volte all’avvicinamento del pubblico più giovane”. Rimarcando, poi, la difficile situazione attuale del comparto audiovisivo: “Decine di sale cinematografiche, ed alcune aziende di distribuzione indipendenti italiane hanno annunciato la cessazione definitiva delle attività. Per questo, con grande pazienza e determinazione, l’ANICA e tutte le realtà della filiera stanno lavorando per salvare industrie, occupazione, mercato, autori, maestranze, attori e talenti, e cercare di ripartire in una situazione tanto difficile. Prima di lanciare attacchi irresponsabili, occorrono l’umiltà e la coscienza di sapersi guardare intorno, oltre al proprio specifico caso. Occorre la volontà di cercare soluzioni prima che insensate aggressioni”.
Lasciare aperte in questo momento le arene gratuite, sarebbe, anche secondo la presidente Anec del Lazio Piera Bernaschi, “uno schiaffo in faccia e un insulto a tutti gli esercenti romani che stanno affrontando una situazione drammatica”, secondo quanto riporta Il Corriere.it in un ampio servizio di Gian Antonio Stella: La crociata per fermare il cinema (gratis) all’aperto.
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