“Seduta al tavolino di un caffè di Saint-Germain, Jean guarda avvicinarsi l’uomo di cui suo marito le ha parlato in termini entusiastici: non troppo alto, magro, stempiato, pare essersi appena svegliato dopo essere andato a letto vestito. È difficile trovare Jean-Luc Godard attraente e a Jean bastano pochi minuti di conversazione per trovarlo anche presuntuoso”. Così Anna Folli descrive l’incontro – decisivo per la storia del cinema – tra Jean Seberg e JLG nel suo libro Ardore – Romain Gary e Jean Seberg, una storia d’amore, uscito a ottobre con Neri Pozza. Il “marito” in questione è François Moreuil, avvocato con ambizioni da regista, primo dei quattro uomini che l’attrice americana ha sposato nel corso della sua tormentata vita amorosa. Quel fatidico incontro a Saint-Germain (siamo nel 1959) diede vita a Fino all’ultimo respiro, lanciando Godard nell’olimpo degli autori e consacrando Seberg come musa della Nouvelle Vague. In quel momento, quella ventenne nata e cresciuta nel Midwest dotata di una bellezza luminosa e di un fascino unico che mescolava in modo esplosivo vulnerabilità e determinazione, era già stata protagonista di due film di Otto Preminger. Il primo, Santa Giovanna (1957), aveva trasformato improvvisamente l’adolescente-bambina di Marshalltown in una star internazionale. Scelta tra migliaia per diventare Giovanna d’Arco, Jean era entrata nel mondo del cinema dalla porta principale, ma aveva pagato un prezzo molto caro, diventando vittima dell’umorale regista che, a giorni alterni, la esaltava e la umiliava. La luce che emanava quella ragazzina, combinata a una buona dose di ambizione, portarono però Seberg sul set di un secondo film di Preminger: Bonjour Tristesse, basato sul bestseller di Françoise Sagan. Nessuno dei due ebbe successo, ma la giovane attrice ormai famosissima stava per arrivare alla svolta della sua vita grazie al ruolo di Patricia in Fino all’ultimo respiro. Ma anche grazie al fatale incontro con Romain Gary, scrittore già noto e rispettato che aveva da poco vinto il Premio Goncourt con il romanzo Le radici del cielo. E che aveva 24 anni più di lei.
Anna Folli – già autrice anche di MoranteMoravia- Una storia d’amore, Neri Pozza, 2018 – racconta le vite parallele di Seberg e Gary alternando un capitolo dedicato all’una (Jean) e uno dedicato all’altro (Romain) per tutta la prima parte del libro, rievocando le loro origini, i contesti familiari da cui sono partiti e i primi passi della loro vita professionale per poi riunirli in capitoli comuni dopo lo scoccare – immediato – del loro amore a una cena al consolato francese di Los Angeles, di cui Gary era in quel periodo titolare, alla presenza dei rispettivi coniugi. La storia, a quel punto, diventa unica, e nonostante le tante avventure sentimentali di entrambi e i successivi mariti di lei, l’unione tra Jean e Romain resterà struggente e indissolubile fino alla loro fine, tragica e prematura.
Nelle 390 pagine di Ardore si snoda una storia alternativa del cinema e della letteratura, ma anche delle società francese e statunitense lungo una parte significativa del ‘900. Seguendo le due straordinarie avventure esistenziali di Jean Seberg e Romain Gary si va a fondo nell’indagine sui sentimenti, sui limiti oltre i quali ci si può spingere in nome dell’amore, e contemporaneamente si entra nel cuore e nella mente di due persone che hanno lasciato un segno indelebile nell’immaginario collettivo. L’incredibile vita di Romain Gary è la tela su cui si dipinge, nel tempo e per stratificazioni successive, un impressionante affresco in cui possono rintracciarsi una travagliata ricerca di identità e un continuo rincorrersi tra realtà e finzione. Nato a Vilnius come Roman Kacev, cresciuto nell’amata Francia – per cui ha combattuto nell’organizzazione di resistenza fondata da De Gaulle e che ha poi rappresentato come diplomatico – e giramondo con base parigina nell’età adulta (durante la quale ha scritto decine di romanzi sotto diversi pseudonimi) Gary è stato l’unico scrittore a vincere due volte il Goncourt. È riuscito nell’impresa, teoricamente impossibile, proprio grazie alla sua capacità di mistificazione e alla decisione di usare un’identità alternativa per presentare al mondo il capolavoro La vita davanti a sé (e prima ancora Mio caro pitone). Molti romanzi di Gary sono stati materia per film, lui stesso diventò regista per adattare le sue storie per il grande schermo, mentre Seberg interpretava un film dietro l’altro (anche in Italia) e intanto cercava di combattere i suoi sensi di colpa per la ricchezza e la fama buttandosi nell’attivismo politico, in prima linea nel movimento per i diritti civili. Il film Seberg: nel mirino con Kristen Stewart (su Prime Video) racconta proprio la persecuzione che l’attrice subì alla fine degli anni ’60 da parte dell’Fbi, che la sprofondò in una spirale (auto)distruttiva da cui non seppe più risollevarsi.
Tra le pagine di Ardore emergono tutti gli innamoramenti di Jean, quelli “ideologici” che la portarono tra le braccia di attivisti come Hakim Jamal, e quelli cinematografici. Uno dei più significativi fu quello per Clint Eastwood, per cui perse la testa durante le riprese di La ballata della città senza nome nel 1969. Fu la goccia che fece traboccare il matrimonio con Gary. Per raccontare l’Ardore di Gary e Seberg, Anna Folli ha attinto da romanzi, opere autobiografiche e interviste di lui e da film, lettere e interviste di lei con l’obiettivo di restituire loro una voce autentica. Gli avvenimenti narrati, come specifica nella nota in chiusura, sono tutti reali ed effettivamente vissuti, mentre i pensieri e le emozioni dei due protagonisti sono immaginati a partire dallo studio profondo delle loro biografie. Di sicuro, questo travolgente doppio romanzo biografico porta il lettore sulle montagne russe di due vite uniche, attraverso ispirazioni e turbamenti, slanci e depressioni che culmineranno nel tragico epilogo di due suicidi a distanza di meno di due anni l’una dall’altro.
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