Jennifer Driver dopo aver fatto spostare più volte la data del suo arrivo a Roma, manda un certificato medico via fax e diserta la conferenza stampa di presentazione del suo primo film, Apri gli occhi e… sogna, girato nel 2000 e nelle sale venerdì 19 aprile in sole 20 copie.
Il motivo? E’ presto detto! Ben tre cause pendono come una spada di Damocle sulla testa della bionda e spumeggiante modella-diva di Los Angeles che il napoletano verace Rosario Errico ha voluto come protagonista del suo primo lungometraggio. Saranno gli avvocati dei due produttori associati (L’Immagine e Patrizia Viscardi) e dello stesso Errico a stabilire quanto dovrà pagare come risarcimento danni la bellona dello spot della birra Peroni.
La Driver sarebbe colpevole di non aver detto alla produzione, al momento di firmare il contratto, di essere incinta di oltre 4 mesi (con borsette e mazzi di fiori il regista ha fatto di tutto per coprirle il pancione già evidente) e avrebbe bloccato le riprese per un mese quando è tornata negli Stati Uniti.
Un mese di fermo che è costato alla produzione 1 milione e 300mila euro in più rispetto al budget previsto: i costi sono così lievitati a 2 milioni e 800mila, di cui solo 900mila euro messi a disposizione dal fondo di garanzia. “Questi ultimi sono serviti solo a coprire la vacanza della Driver”, spiega Errico.
Il regista, forse ispirandosi al conterraneo Vincenzo Salemme, come un “Charlie Chaplin partenopeo” ha scritto, diretto, interpretato, montato il suo film e composto anche il testo della canzone finale.
La commedia ultraleggera ironizza sui maghi imbroglioni e sulla tv-spazzatura che lucra sul dolore altrui e vuole insegnare che nella vita i sogni si realizzano con forza e tenacia e il successo si raggiunge con tappe e sofferenze.
La pellicola vanta la partecipazione straordinaria di Nino Manfredi, che regala un cameo nei panni di un barbone; di Philippe Leroy (un critico d’arte francese); di Franco Mariotti di “Cinecittà Holding” (il suo segretario) e dello stilista Gai Mattiolo nei panni di se stesso.
Dario Ballantini, l’imitatore di “Striscia”, irriconoscibile, interpreta il Maestro, un critico d’arte che rappresenta il cinismo e il potere. “In un primo momento avevo proposto la parte a Vittorio Sgarbi”, dice il regista ricordando che il bagno finale stile Anitona dei due protagonisti nella mitica Fontana di Trevi vuole essere un omaggio a Fellini e a La dolce vita.
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La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
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