Se è così difficile anche per Sofia Coppola assicurarsi dei finanziamenti, “figurarsi per le giovani donne agli esordi” è questo che ammette con amarezza la regista con le dichiarazioni rilasciate nell’intervista con il Times parlando del rifiuto da parte di Apple Tv+ nell’approvazione dell’adattamento del romanzo di Edith Wharton L’usanza del paese.
La collaborazione di Coppola con Apple Tv+ era stata annunciata a maggio del 2020 e, già ai tempi, si immaginava di portare sul piccolo schermo una serie a dir poco dispendiosa economicamente parlando e che “la produzione sarebbe costata come cinque Marie Antoniette” ammette la regista.
Il progetto della Coppola con Florence Pugh nei panni della protagonista Undine Spragg, una ragazza del Midwest nella sua scalata sociale nella high society di New York, si stava sviluppando con la struttura della miniserie in cinque episodi proprio con il colosso Apple Tv+ ma qualcosa è andato storto.
A fare chiarezza su quel sì mai concesso è proprio la regista figlia d’arte che, nell’ultima intervista con il New Yorker riferendosi ai dirigenti di Apple Tv+, dichiara “Non hanno capito il personaggio di Undine”. La protagonista dunque, ai vertici di casa Apple sarebbe risultata “antipatica” al punto tale da negare a uno dei nomi autoriali più apprezzati del cinema contemporaneo di dare vita a un’opera che di certo non sarebbe stata la prima a vantare un protagonista sgradevole.
In effetti, basta pensare solamente un attimo alla lista infinita di serie tv e film che, come protagonista non vantano di certo dei gran simpaticoni “Ma lo è anche Tony Soprano! … Era come una relazione da cui sai che probabilmente saresti dovuto uscire da molto tempo” continua la Coppola.
Il problema dello stroncamento della serie però, secondo la regista, non sarebbe da attribuirsi esclusivamente a un personaggio sgradevole, bensì al fatto che i finanziatori nella maggior parte dei casi, sono ancora uomini rigorosamente eterosessuali. “Le persone incaricate di assegnare i finanziamenti di solito sono uomini eterosessuali. Ci sono sempre persone ai livelli più bassi che sono come me, ma poi i capi hanno una certa sensibilità… Se è così difficile per me ottenere finanziamenti come persona affermata, mi preoccupo ancora di più per le giovani donne agli esordi. È sorprendente che sia ancora una lotta” prosegue Sofia Coppola al New York Times.
Un discorso dunque, che verte, ancora una volta, sul gender gap anche nel mondo dei finanziamenti cinematografici, perlopiù diretti da uomini e dove, alcune storie e, nel caso specifico alcune protagoniste donne, non sono ancora del tutto comprese e quindi, semplicemente cancellate.
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