Più spazio al documentario in sala e in tv e più attenzione al documentario nell’ottica “di genere” che lo sguardo femminile porta nel “cinema del reale”, finalmente protagonista anche nei grandi festival, per una visibilità che avvicini al grande pubblico le sue autrici e i suoi autori, ma soprattutto i suoi temi di indagine e di racconto.
E’ questo il senso dell’appello che giornaliste e documentariste rivolgono alla distribuzione cinematografica ma anche alla Presidenza della Rai e alle associazioni che rappresentano il grande lavoro, spesso ancora sommerso, che impegna sul fronte del reportage e, in genere sull’attualità raccontata attraverso il cinema.
Un “sommerso” al quale ha dato voce e volto quest’anno 8D/Donna è doc, la giornata promossa in occasione dell’8 marzo dalla Commissione Pari Opportunità dell’Associazione Stampa Romana, in collaborazione con il Sngci.
Dall’Assemblea delle giornaliste, registe, sceneggiatrici, autrici, produttrici (con una testimone “storica” significativa come Cecilia Mangini), analisi, dati, confronto ma – oltre il dibattito che ha toccato anche temi europei grazie all’intervento dell’europarlamentare Silvia Costa – un appello alle Istituzioni e alle televisioni, il Servizio Pubblico innanzitutto, affinché la rinnovata attenzione al cosiddetto “cinema del reale” trovi uno spazio adeguato nei palinsesti di programmazione così come in sala.
L’appello a nome delle rispettive associazioni è stato siglato da Nella Condorelli e Arianna Voto (Presidenza Commissione Diritti e Pari Opportunità dell’ASR) e da Laura Delli Colli presidente del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani (a nome di tutte le donne del Direttivo Nazionale). Da loro l’avvio di una campagna di sostegno che, oltre l’iniziativa, simbolicamente sancita nella Giornata Internazionale delle Donne, alla quale hanno preso parte autentiche “militanti” del documentario e dell’approfondimento giornalistico, sia il primo passo verso una nuova, autentica promozione, anche in sede istituzionale, della creatività e dell’esperienza delle donne nella produzione documentaristica.
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