CANNES – Cerimonia di apertura blindata per il 69° Festival di Cannes. Alla premiere mondiale di Cafè Society di Woody Allen c’erano più star del solito quasi a voler scacciare la psicosi del terrorismo. Ma già nel pomeriggio, i cecchini erano appostati sul tetto in assetto antiterrorismo per sorvegliare dall’alto la celebre Montée des Marches, simbolo mondiale del jet set cinematografico e non solo. E anche la folla fuori dal Palais era mantenuta in ordine molto più del solito. Il galà, condotto da Laurent Lafitte, si è aperto con gli spezzoni in bianco e nero di film ambientati a Parigi che hanno restituito al pubblico in platea e a quello televisivo il messaggio di una nazione e di una città che nonostante gli attentati di novembre ”non vuole sentirsi in guerra” come invece lo stato di emergenza proclamato sei mesi fa attesta. L’incubo sicurezza da una parte, con la voglia di scacciare indietro i pensieri cattivi, l’omaggio a Prince con Purple Rain (cantata da Matthieu Chedid ‘M’) sono stati tra i temi forti dell’apertura. Al presidente della giuria George Miller è stato decretato un omaggio con spezzoni dei suoi film più celebri dalla saga Mad Max a Happy Feet, da L’Olio di Lorenzo a Le streghe di Eastwick.
Tra i momenti da ricordare un lungo bacio sulla bocca che Catherine Deneuve ha dato al conduttore. In platea, tra i tantissimi arrivati per l’apertura, i nostri Paolo Sorrentino, Sergio Castellitto, Stefano Accorsi e poi ancora Claude Lelouche, Julianne Moore, Victoria Beckam, Naomi Watts, Eva Longoria. Ad aprire il festival sono stati Jessica Chastain e un irriconoscibile Vincent Lindon tutto barbuto e invecchiato per motivi di scena (con la regia di Jacques Doillon sta girando il biopic su Rodin).
Il film d’apertura, Cafè Society, 14° titolo di Woody Allen a Cannes, è stato accolto da applausi non troppo entusiasti. Intanto negli Usa Ronan Allen, l’unico figlio biologico del regista e di Mia Farrow, ha rilanciato le accuse di molestie sessuali di cui sarebbe rimasta vittima la sorellastra Dylan. Il maestro di cerimonie Lafitte ha rasentato la gaffe con una battuta in cui faceva riferimento a Roman Polanski e all’accusa di stupro a carico del cineasta: “Lei ha girato parecchi film qui in Europa – ha detto, rivolgendosi a Woody – eppure in America non è stato ancora incriminato per violenza carnale”.
Tra le acquisizioni I Wonder Pictures al Marchè du Film, The Student (Un Certain Regard), All these Sleepless Nights, le folli notti insonni dei giovani di Varsavia, e il nuovo cyber doc del premio Oscar Alex Gibney, Zero Days
Il regista racconterà la storia d'amore tra l'attrice Anne Wiazemsky e Jean Luc Godard da lei conosciuto sul set de La cinese per poi diventare moglie e interprete dei suoi film
Alla fine Valeria Golino lo dice chiaramente. "C'è stata unanimità? Quasi". E aggiunge: "Ci sono state lunghe discussioni, ma nessuna decisione è stata presa coi musi", e definisce l'esperienza appena conclusa "faticosa e memorabile". A caldo è abbastanza evidente che la giuria di George Miller ha dovuto fare un bel po' di compromessi. Due particolari rivelatori. Il doppio premio a The Salesman, il bel film di Asghar Farhadi che forse avrebbe meritato la Palma d'oro, e il premio per la regia ex aequo. I premi
E’ Ken Loach con I, Daniel Blake il re del palmarès di Cannes 2016. Seconda Palma a dieci anni di distanza per il regista britannico, che aveva già conquistato il premio con Il vento che accarezza l'erba. “Cercate di restare forti, per favore. Ci sono persone che faticano a trovare il cibo nel quinto paese più ricco del mondo – ha detto il regista alla premiazione – il cinema serva anche a dare speranza. Un altro mondo è possibile e necessario”. Fanno colore le copiose lacrime di Xavier Dolan e l'esuberanza di Houda Benyamina, vincitrice della Camera d'or. I premi