BERLINO – Accoglienza tiepida da parte dei critici ma fa comunque discutere e appassiona Angelina Jolie col suo atteso film da regista, proposto alla Berlinale tra gli eventi speciali e presentato in anteprima per i giornalisti. In The Land of Blood and Honey con i suoi 126 minuti che rievocano gli orrori della guerra in Bosnia Erzegovina, l’assedio di Sarajevo e soprattutto uno dei peggiori crimini di guerra, lo stupro etnico, perpetrato dai cetnici contro le donne musulmane, usate anche come scudi umani, se risulta troppo lungo e un po’ noioso, con qualche buco di sceneggiatura, sorprende tuttavia per le scelte rigorose, fin troppo, della neo-regista che ha voluto spazzare il terreno da tutti i pregiudizi verso una diva hollywoodiana come lei e si è aperta una nuova carriera. “Non mi basta più lavorare solo in film d’azione. Non sono più io. Non sono mai stata così felice come sul set di questo film”.
Girato in serbo-croato con attori della ex Joguslavia, tra cui il celebre Rade Serbedzjia, racconta l’amore impossibile tra il figlio di un generale serbo, capitano dell’esercito, e Ajla, una giovane e affascinante pittrice bosniaca e musulmana. I due si sono brevemente incrociati e piaciuti in una sala da ballo proprio nei giorni dell’inizio del conflitto, nel ’92, ma le loro strade, subito divise da un attentato, si incrociano di nuovo quando la ragazza viene deportata in un campo femminile dove avvengono terribili nefandezze e le prigioniere sono trattate come schiave. La tragedia, per la giovane coppia, è inevitabile, come insegnano Montecchi e Capuleti. “Molti dei miei attori hanno vissuto in prima persona la guerra, li ho molto ascoltati ed è stato doloroso il lavoro con loro e sul set”, ha spiegato ancora l’attrice, che si è molto documentata, anche nella sua veste di ambasciatrice per la pace dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, nello scrivere questa storia, di cui è anche produttrice e che secondo alcuni sarebbe ispirata a un romanzo “A Soul Shattering”, che però non viene citato nei credits. Il film è uscito a dicembre nelle sale Usa e ha avuto un’anteprima al Festival di Sarajevo, non senza qualche polemica perché disturba la storia d’amore tra due nemici in un paese che ancora non si è risollevato dalle conseguenze del conflitto. Ma il festival bosniaco ha comunque voluto ringraziare la diva, che è attesa a Berlino nel week end, con un premio alla carriera che sicuramente l’avrà resa felice.
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La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
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