Anec, Agis e Fice: preoccupa la liberalizzazione


“Forte preoccupazione e contrarietà ha manifestato l’Agis verso una liberalizzazione incontrollata del regime di apertura delle sale cinematografiche, contenuta nel decreto sulle semplificazioni, che demanda alle Regioni solo poteri di vincoli di carattere urbanistico”.
Lo dice il presidente Paolo Protti, a seguito dell’incontro con il ministro per i Beni e le Attività Culturali, Lorenzo Ornaghi, svoltosi a Roma. Alla protesta si unisce anche la Fice per bocca del presidente Mario Lorini. Anche l’Anec considera la liberalizzazione pericolosa e controproducente. “Questo provvedimento – afferma il presidente Lionello Cerri – avrà effetti dirompenti, accentuando la già difficile situazione di moltissime sale, in particolare di quelle tradizionali e dei centri cittadini. Peraltro, la liberalizzazione delle aperture fino a 3mila posti, invece di favorire la concorrenza, bloccherà lo sviluppo armonico del settore. L’Anec invece – aggiunge Cerri – è convinta fautrice dell’apertura del mercato, che però deve avere come obiettivo, soprattutto con il contributo delle Regioni, la salvaguardia della pluralità dell’offerta e della specificità culturale”. Peraltro le difficoltà delle sale di città, continua Cerri, “si ripercuotono sull’offerta di film di qualità, italiani ed europei, che proprio in queste strutture trovano la loro sede naturale, e sulle attività collaterali che contribuiscono ad un effetto di socializzazione e aggregazione di grande rilevanza. La liberalizzazione pressoché totale prevista dal decreto sulle semplificazioni – conclude il presidente dell’Anec – non farà altro che accentuare queste disfunzioni, mentre andrebbe fatto ogni sforzo per migliorare e rafforzare la capillarità di diffusione delle sale sul territorio laddove vi è carenza e favorire un’azione di ammodernamento di quelle esistenti. Fondamentale in questo senso la digitalizzazione, il cui completamento va incentivato a beneficio dell’intero parco sale”.

L’Agis, dal canto suo, ha posto al ministro una serie di domande “politiche”: il governo intende proporre interventi strutturali nel settore dello spettacolo e della cultura? Quale indirizzo il ministro per i Beni Culturali ha nei confronti delle leggi giacenti in Parlamento? Saranno quanto meno mantenute le risorse, benché inadeguate, del Fondo unico per lo spettacolo? Quale futuro legislativo ed economico si prefigura per le fondazioni lirico-sinfoniche?

“Condivisione – afferma il presidente dell’Agis Protti – è stata espressa dal ministro Ornaghi verso molte delle proposte. Confermato il livello del Fus per il triennio 2012-2014 a quota 411 milioni di euro, la stessa del 2011, il ministro ha inoltre condiviso la possibilità di trovare risorse aggiuntive attraverso strumenti di defiscalizzazione, in sinergia con altri ministeri”.

 

Un’istanza particolarmente importante sottoposta al ministro è quella riguardante l’Enpals, l’istituto previdenziale dei lavoratori dello spettacolo che il decreto cosiddetto ‘Salva Italia’ ha soppresso attribuendo le relative funzioni all’Inps. L’Agis ha sottolineato l’importanza di utilizzare il significativo patrimonio dell’Ente per interventi a sostegno di tutte le categorie dello spettacolo e ha chiesto che l’Associazione sia chiamata a fare parte del nuovo Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps che sostituirà quello dell’Enpals.

 

Conclusivamente, l’Agis ha formulato al ministro la richiesta di sviluppare una sinergia con altri dicasteri, in primis quelli dello Sviluppo Economico, del Welfare e dell’Istruzione.

All’incontro con il ministro Ornaghi, a cui hanno partecipato i direttori generali dello Spettacolo dal Vivo, Salvatore Nastasi, e del Cinema, Nicola Borrelli, erano presenti per l’Agis, con il presidente Paolo Protti e il vicepresidente Maurizio Roi, Francesca Bernabini, Antonio Buccioni, Lionello Cerri, Sergio Escobar, Massimo Gemini, Carmelo Grassi, Luigi Grispello, Alfonso Troiano.

autore
01 Febbraio 2012

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