Le piccole faccine animate, che quotidianamente usiamo in supporto al testo scritto dei messaggi, per dar tono alle parole altrimenti neutre, per dar eco allo stato d’animo, per decorare anche soltanto, sono le protagoniste di Emoji – Accendi le emozioni, un’animazione che, sin dal titolo, strizza l’occhio al grande successo disneyano Inside Out, film che aveva come protagoniste le emozioni personificate, concetto assolutamente primario anche in questo racconto. La storia s’ambienta a Messaggiopolis, il luogo in cui abitano le faccine (emoji, appunto), sempre pronte a reagire a qualsiasi tap tap del proprietario del cellulare, qui Alex, un ragazzino che è l’incarnazione di ciascuno di noi, dittatore del proprio cellulare, addirittura al punto da terrorizzare il piccolo Gene, aspirante emoji, “Bah” – espressione animata dell’indifferenza – che, invece, ha delle capacità espressive ben più plastiche e versatili del suo destino, motivo per cui il proprietario del telefono decide di formattarlo, pensando che sia difettoso.
Panico nella cittadina delle emoji, coraggio da vendere per questa “pillolina gialla” tutta occhioni e sorrisi che, in compagnia del fedele amico Gimmi-5 e di Rebel, piccola hacker dark dal cuore principesco…, cercano di addentrarsi nel profondo universo digitale per scampare all’imminente pericolo, ma proprio all’affacciarsi della riuscita… una “nuvola nera” (il Cloud), minaccia ancora le minuscole testine di Messaggiopolis.
Una trama classica, uno sviluppo lineare, adatto al pubblico più piccolo ma altamente godibile anche per quello adulto che, in fondo, fa un viaggio nel proprio cellulare e magari ne scopre anche l’usabilità : si riconoscono negli emoji simboli di vita quotidiana, che attraverso questa storia, dagli stilemi favolistici, cercano di passare più d’un buon messaggio universale. L’identità, anzitutto, come orgoglio, che con normalità deve saper far tesoro della propria unicità, quando anche diversità, senza che queste siano discriminanti, anzi considerandoli pregi di non omologazione; e l’amicizia, al di là della “razza”: che tu sia un emoji “Bah”, difettoso perché capace di incarnare parecchie altre emozioni, o un pollicione verso, goloso ed egocentrico, poco importa, perché importanti sono la lealtà e l’empatia dell’essere un amico sincero.
Una visione estetica affascinante, rotondità morbide e caramellose, dalle tonalità accese e contrastanti, capaci di solleticare i sensi, la vista ma anche il tatto, spesso nel desiderio di toccare alcune delle immagini sul grande schermo, e perché no il gusto: non raramente verrebbe voglia di assaggiare qualche dettaglio della scena, come quelli del set di Candy Crash Saga; altrettanto accattivanti le grafiche più sofisticate e essenziali, come quella del Cloud, disegnata come una megalopoli avveniristica e stilettata con linee sottilissime e geometriche, nella combinazione di pochi ed eleganti colori fluo su fondale scuro.
Il film, diretto da Tony Leondis (già Il principe d’Egitto, Il re Leone II – Il regno di Simba, Lilo&Stitch 2 – Che disastro Stitch!, Kung Fu Panda – I segreti dei maestri) e distribuito da Warner Bros, costato 50 milioni di dollari, esce in Italia il 28 settembre, dopo un successo d’esordio nelle sale degli Stati Uniti (28 luglio 2017), che lo ha visto collocarsi nelle posizioni di testa della classifica nel primo fine settimana di programmazione e continuare la propria scalata, dopo otto settimane di permanenza in sala, con un incasso di 84,6 milioni di dollari.
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