L’Associazione Nazionale Autori Cinematografici, in merito alle critiche preventive mosse da alcune testate giornalistiche al film Lockdown all’italiana di Enrico Vanzina, “ritiene che il diritto alla commedia è un sacrosanto dovere dell’artista. Non esiste vera commedia se non è costruita su una sostanza drammatica. Per questo motivo esprime la propria solidarietà a Enrico Vanzina, indipendentemente da qualsiasi giudizio di merito sul suo film, non ancora apparso sugli schermi”.
Soprattutto ha fatto discutere la locandina del film in uscita il 15 ottobre e che vede i quattro protagonisti – Ezio Greggio, Martina Stella, Ricky Memphis e Paola Minaccioni – affacciati in balcone, chi in giacca e mutande, chi in calzoncini sportivi. “Sebbene faccia il cinema da tanti anni – ha detto Vanzina a La Repubblica – è stata una cosa totalmente inaspettata. Sono un po’ amareggiato. Per tante ragioni. Innanzitutto mi chiedo: quante sono le persone che hanno scatenato questo attacco? Cinquecento persone oggi bastano a mandare una persona e una cosa in prima pagina sui giornali, c’è da rifletterci. Chi fa il cinema è abituato a essere giudicato, fa parte del nostro lavoro ed è giusto che sia così. Ma bisogna giudicare dopo aver visto le cose. Si è scatenato un attacco che colpisce qualcosa che va oltre la critica, perché mette in discussione il diritto alla commedia”. E aggiunge: “Tanti anni fa, all’epoca di Nanni Loy, Ugo Pirro, Gigi Magni, Lina Wertmuller, Mario Monicelli, Ettore Scola, nel momento in cui fosse stato toccato il tema del diritto alla commedia ci sarebbe stata una levata di scudi del cinema italiano. Io non ho sentito nessuno, oggi, parlare del cinema italiano, ho sentito i grandi giornalisti. Se questa cosa è stata trasformata in una battaglia, si tratta di una battaglia di libertà. Sono un pochino deluso dai colleghi, che evidentemente hanno paura di fare brutta figura sui social. E questo mi dispiace molto. Mi aspettavo qualcosa di più che non è arrivato”.
Prese di posizione sono arrivate invece a margine della conferenza stampa che annunciava l’uscita anticipata di Ritorno al crimine: “Censurare un film a priori – dice la produttrice Federica Lucisano – non è giusto. Tifo per il cinema italiano, tutto il cinema italiano, in questo momento e da sempre”. Paolo Del Brocco, ad Rai Cinema: “Non credo che il film sia irridente verso chi ha sofferto, anche durante le guerre si sono fatte e viste tante commedie”. E per il regista Massimiliano Bruno: “Non si può bullizzare un film senza averlo visto, allora La vita è bella, che è una commedia sull’Olocausto, non si sarebbe mai dovuto fare”.
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