‘Amore postatomico’, tra ecologismo e violenza dell’immagine

Arriva nelle sale dal 24 al 26 luglio Amore Postatomico, film di Vincenzo Caiazzo in cui Virginia Apicella interpreta la fumettista Titti e il suo alter ego, l'eroina Mileva


“Oggi le telecamere fanno più male delle pistole”: è questa la profezia che risuona nelle prime sequenze di Amore postatomico, film diretto da Vincenzo Caiazzo che, a un anno dalla presentazione al Giffoni 2022, inizia un tour nelle sale di tutta Italia dal 24 al 26 luglio 2023, per diffondere il suo messaggio rivolto alle nuove e alle vecchie generazioni. Per riuscirci l’autore sfrutta un repertorio che si rifà al genere del fantasy post-apocalittico, mescolandolo, grazie a un pretesto metanarrativo, al dramma puro, quello che si vive quotidianamente nelle nostre città e che le nuove tecnologie stanno alimentando sempre più.

La trama di Amore postatomico è bipartita: da una parte c’è la storia della giovane fumettista Titti e del mondo professionale e relazionale che la circonda; dall’altra c’è la graphic novel che sta realizzando, in cui prende le fattezze dell’eroina Mileva. Quasi tutti gli attori del film interpretano dunque due ruoli, quello della vita reale e quello della sua rappresentazione. Due mondi che comunicano e che si influenzano reciprocamente, permettendo di dare al film una doppia chiave di lettura tutt’altro che scontata. Mentre Titti deve affrontare le conseguenze di un atto di violenza, con la pubblicazione non consensuale di un video hard che la riguarda e che la mette tragicamente sotto i riflettori, il suo alter ego Mileva ha l’obiettivo di ridare fertilità al mondo che la circonda, provando a salvare le ultime api rimaste.

Niente nel mondo del fumetto dal titolo omonimo a quello del film esiste per caso, tutto è specchio dell’esperienza di Titti: come la sua famiglia si dedica infatti all’apicultura, così l’obiettivo di Milena è salvare le api; come il trauma della privacy violata invade la sua vita, così nel mondo fumettistico tutte le armi vengono sostituite da telecamere e la minaccia più grande è quella delle “riprese forzate”.

La continua alternanza dei piani narrativi impedisce al film di perdere ritmo, riuscendo a stupire soprattutto per la buona fattura delle ambientazioni e dei costumi post-apocalittici. Le due trame, apparentemente leggere se viste singolarmente, riescono a rinforzarsi reciprocamente sia dal punto di vista narrativo che stilistico, con l’utilizzo efficace del linguaggio fumettistico ibridato a quello cinematografico.

Convincenti anche le interpretazioni degli attori, che non disdegnano, quando necessario, l’uso del vernacolo (ci troviamo a Napoli): nei panni della protagonista troviamo la giovane Virginia Apicella, al suo fianco lo sceneggiatore del fumetto Loris è interpretato dal “ragazzo invisibile” di Salvatores, Ludovico Girardello, mentre il compagno di avventure di Milena è Yoon C Yoice, nei panni di un gentile cameriere che diventa mentore del mondo postatomico. Tutto intorno un cast di supporto scelto con cura: Titti Nuzzolese, Davide Marotta, Sabrina Corti e Carlo Di Maro.

Amore postatomico è un film pensato per denunciare alcuni dei drammi che più tormentano le nuove generazioni: da una parte la perdita di libertà e di privacy legata al continuo uso dei cellulari che sfora in un nichilismo dell’immagine; dall’altra il timore ecologico per un mondo in cui la più perfida ricerca del profitto ci potrebbe privare delle libertà sociali e di un pianeta adatto per la nostra sopravvivenza. L’educazione sentimentale, così come quella sessuale ed ecologista vengono raccontate come le più importanti chiavi per opporsi all’aridità che ci circonda.

Nonostante il racconto di numerosi dolori e ingiustizie, il film è ammantato da un’aura di speranza: perché anche in un mondo postatomico, ci sarà sempre spazio per parlare di amore.

di Carlo D’Acquisto

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22 Luglio 2023

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