Clint Eastwood racconta Chris Kyle, il tiratore scelto più letale di tutta la storia militare degli Stati Uniti (166 morti accertati, 255 presunti) con American Sniper, in sala dal 1° gennaio con la Warner, con Bradley Cooper nei panni del cecchino e Sienna Miller in quelli di sua moglie. Un film crudo sullo spirito della guerra dopo l’11 settembre con al centro un bravo ragazzo americano che ha preso troppo sul serio l’indicazione del padre che lo invitava a essere un cane pastore dividendo le persone in tre categorie: “gli agnelli (le vittime), i predatori (i lupi) e i cani pastori che proteggono gli agnelli dai lupi”. Arruolato nel Team 3 dei Navy SEAL, il corpo speciale della marina militare americana, per i combattenti iracheni era uno dei nemici più odiati (misero su di lui una taglia di 80mila dollari), soprannominato al-Shaitan Ramadi (il diavolo di Ramadi), dal nome della città – vicino a Baghdad – dove era in forze. Il suo primo bersaglio fu una donna che avanzava verso uno degli avamposti a Nassiriya nel marzo del 2003 tenendo un bambino per mano e una granata nell’altra mano. Inviato in Iraq ben quattro volte, al ritorno in patria Kyle soffrì di disturbo post-traumatico da stress (PTSD), riuscì a uscirne e nel 2012 raccontò tutta la sua storia in un’autobiografia (American Sniper appunto) che ha venduto più di un milione di copie. Nel cast, oltre a Cooper (nominato all’Oscar due volte per Il lato positivo e per American Hustle) e Sienna Miller troviamo: Jake McDorman, Luke Grimes, Navid Negahban e Keir O’Donnell.
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