Esce il 14 novembre l’opera seconda del regista Alessio Maria Federici, con Enrico Brignano e Ambra Angiolini, prodotta da Rai Cinema e Cattleya distribuita da 01 in più di 300 copie. Tra commedia e sentimento, le gag nascono dalla fama di jettatore che si porta appresso il personaggio di Brignano, Jacopo, affermato consulente matrimoniale che si innamora di Sara (Angiolini), architetto in crisi con il fidanzato. “La sfiga non esiste – dichiara il regista – Siamo noi che ci inventiamo delle scuse per evitare di sentirci responsabili. Sono contento di aver trovato due attori come Enrico e Ambra disposti a farsi prendere a porte in faccia e a cadere per terra”.
Il film è una rielaborazione del francese La chance da ma vie, reso però, secondo l’autore “più caldo e umano”. Nel cast anche Anna Galiena, Fabio Troiano, Giampaolo Morelli, Giorgia Cardaci, Giorgio Colangeli, Gianna Paola Scaffidi e Fabrizia Sacchi. “Avevamo visto il film in Francia e ci aveva molto colpiti -racconta la produttrice delegata Cattleya Francesca Longardi – E’ stata un po’ la stessa operazione che abbiamo fatto con Benvenuti al Sud, lì era la contrapposizione tra nord e sud, qui il tema della sfiga che è molto più italiano che francese”. Ambra, alla sfortuna, ci crede solo quando lavora a teatro: “Tappezzo il camerino con tutti i disegni dei miei figli e penso che siano quelli a far andare bene lo spettacolo. Talvolta è più facile essere superstiziosi piuttosto che starsi sempre a scavare dentro. La sfiga non esiste, è un espediente a cui ti affidi quando qualcosa ti va storto nella vita: qui sono la Nikita della sfiga, ma comunque interpreto un’eroina che va dritta al suo obiettivo anche quando scivola dal tacco dodici”, conclude l’attrice.
Brignano confessa di essere “superstizioso quanto basta. Sul viola neanche tanto, anche perché ogni volta che indosso qualcosa di viola mi dicono che è fucsia, di gatti neri in giro ce ne sono sempre meno… forse solo quando mi cade il copione a teatro, lo sbatto tre volte per terra. D’altronde se uno sta dietro a tutte queste superstizioni non vive più, sono un po’ come i social network!”.
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