All’ombra della crisi. Ma è davvero solo colpa dei pirati?


8 1/2 Numeri, visioni e prospettive del cinema italiano, la rivista diretta da Gianni Canova e realizzata da Istituto Luce-Cinecittà in collaborazione con ANICA e Direzione Generale Cinema – MiBAC, si lancia all’arrembaggio provando a sciogliere il nodo.
“Chi erano i pirati? si domanda Canova nell’editoriale Ribelli o criminali? Romantici avventurieri o spietati saccheggiatori? Fra le tante tipologie del crimine, quella legata alla pirateria è da sempre avvolta da ambigua fascinazione. Soprattutto presso un popolo di anarchici individualisti come gli italiani, da sempre più sensibili al fascino del fuorilegge che a quello dell’uomo della legge, più attenti alla seduzione della trasgressione che al richiamo del senso del dovere. Proprio per questo, il modo in cui da noi si è affrontato il problema della pirateria informatica e dello scarico di film dalla rete è stato sbagliato fin dall’inizio. Sbagliato sul piano culturale e concettuale prima ancora che su quello giuridico e legale”.

Ad approfondire e argomentare intervengono, tra gli altri, Alberto Pezzotta e Paolo Mereghetti, con il pro e contro, e Giorgio Gosetti che riflette sulle possibilità di realizzare un sito legale per il cinema italiano, fruibile con regole chiare e prezzi equi. Ma non si può combattere la pirateria senza prima comprenderla. Per questo motivo, 8 ½ ha voluto per una volta invertire le prospettive e scavare nel ‘torbido’, intervistando un vero pirata, che spiega, dall’interno, come funzionano le attività di hackeraggio, chi sono davvero i pirati, cosa ci guadagnano, come si sentono. Eroi o briganti?
La parola torna poi a chi la pirateria la combatte tutti i giorni: Riccardo Tozzi, Gaetano Blandini, Caterina Caselli, Lionello Cerri, Andrea Purgatori, e ancora Federico Bagnoli Rossi della Fapav, offrono le loro proposte per affrontare il problema. Una parziale risposta arriva con la sezione “Internet e nuovi consumi”, che spiega dove e come scaricare film legalmente.
L’approfondimento della DG Cinema è dedicato alle quote di programmazione tv.

La sezione “Innovazioni” è dedicata agli italiani che hanno sfondato solo all’estero, come nel caso di Fabio Guaglione, realizzatore insieme a Fabio Resinaro del thriller True Love, o di Mario Rizzi, trasferitosi a Berlino grazie a una borsa di studio e giunto fino al MoMA di New York con il suo Murat e Ismail, unico film italiano contemporaneo in collezione permanente. E ancora Roberto Minervini, nomade tra Madrid, gli Usa, Londra e le Filippine e approdato alla Mostra di Venezia con Low Tide.
Focus sul cinema del disagio e dello star male. L’Austria nell’anno dell’Oscar a Amour di Michael Haneke.

“Cinema espanso” è dedicato a Michelangelo Antonioni, protagonista di una grande mostra (fino al 9 giugno) che ricostruisce il rapporto tra l’opera del cineasta di Deserto rosso e l’arte figurativa del Novecento, da De Chirico a Rothko. Mentre il collettivo Dummy ha riscoperto il capolavoro Un condannato a morte è fuggito di Robert Bresson trasformandolo in un fumetto in cui ha portato l’esperienza del carcere vero.
Si parla poi di marketing con l’originale campagna adottata da Luca Argentero per promuovere l’horror da lui prodotto, Evil Things – Cose cattive, partita con un finto blog dove gli utenti erano invitati a seguire i dettami di un misterioso e inquietante personaggio chiamato Il maestro. Originalità è la parola d’ordine, dunque. E’ anche l’opinione di Pappi Corsicato, che con un suo provocatorio intervento chiude questo numero della rivista: “Se un film, per qualche imponderabile motivo, va bene al botteghino, viene subito imitato e ripetuto all’infinito, fino ad esaurimento scorte. Ma nella cinematografia di un popolo devono convivere più generi e modi di fare cinema”.

E da questo numero la rivista è disponibile anche in abbonamento!

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08 Aprile 2013

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