Ai Nastri d’Argento 2024 ha vinto il Premio Guglielmo Biraghi per il suo primo ruolo al cinema nel film Il punto di rugiada di Marco Risi. Un riconoscimento che Alessandro Fella dedica ai ragazzi di Cinisello Balsamo, città in cui è cresciuto alla periferia di Milano, dove oggi nelle scuole insegna ai giovanissimi a coltivare i loro sogni. “Anche io non sapevo che potenziale avessi quando ero un ragazzo. Quando vivi in realtà come quella, non hai a disposizione i mezzi per capire chi sei e puoi diventare. Oggi cerco di essere una scintilla per questi giovani”.
Dopo l’esordio nella fiction e sulle piattaforme, dalle tre stagioni ne Il paradiso delle signore a Maria Corleone, passando per la serie internazionale Barbari, l’attore, classe 1988, è stato scelto da Risi per interpretare Carlo, un ragazzo viziato e sregolato, che una notte dopo aver provocato da ubriaco un grave incidente, viene condannato a scontare un anno di lavori socialmente utili in una casa di riposo. A Villa Bianca, il giovane entrerà a contatto con un mondo senza età dove condivisione, conforto e accoglienza cambieranno per sempre il suo sguardo sul mondo e sulla vita.
Alessandro, immagino la felicità per aver ricevuto il Premio Guglielmo Biraghi.
Sono onorato di aver vinto un rinascimento così importante. Soprattutto per il mio esordio al cinema e per un lavoro speciale fatto con Marco, che ha voluto raccontare attraverso un film anche il suo rapporto con il padre Dino Risi. Ho avuto la possibilità di confrontarmi con un cast di grandi attori. Non potevo chiedere di meglio come prima esperienza sul grande schermo.
E ora cosa ti aspetti?
È bene non crearsi troppe aspettative in questo mestiere. Io vado avanti per la mia strada come ho sempre fatto in punta di piedi, ma spero che la mia carriera si direzioni soprattutto verso il cinema. Ho voglia di raccontare storie che arrivino in sala.
Hai avuto la possibilità di presentare il film nelle scuole della città in cui sei cresciuto, Cinisello Balsamo.
È stato un ritorno a casa, con una consapevolezza diversa. Presentare il film a Cinisello è stata l’occasione per incontrare i ragazzi del posto e provare a essere io la scintilla che non ho avuto da giovane nel coltivare le mie passioni. Da ragazzo il massimo a cui potevo aspirare era fare il calciatore. Io non ho mai pensato di voler fare l’attore. È stata una conseguenza di eventi casuali. C’è stata una persona che ha visto qualcosa in me. Oggi, negli incontri che faccio con i giovani nelle scuole, grazie anche a un progetto con il comune, mi faccio portavoce di un mondo a loro sconosciuto. Vedo nei loro occhi la purezza, quell’essere spaesati riguardo a chi sono e al loro futuro. Provo a essere una scintilla per loro e a insegnargli che se hanno un sogno devono coltivarlo, mettersi in gioco. Un giovane che sa scrivere bene i temi non sa che un giorno potrebbe avere il potenziale per diventare uno sceneggiatore. Questo premio lo dedico a questi ragazzi.
Quando hai scelto di fare l’attore?
Come dicevo prima, è stata una conseguenza di eventi casuali. Da ragazzo ho fatto delle scelte più guidato dalle circostanze, che da vere passioni. Stavo studiando comunicazione all’università, ero prossimo alla laurea, quando un giorno in palestra ho incontrato una persona che lavorava in teatro, in una compagnia che fa commedie in dialetto milanese. Dopo qualche mese, Fabrizio, questo il suo nome, mi ha detto che avevano bisogno di un ragazzo per uno spettacolo, dopo che un attore aveva dato forfait. Prima di allora ero entrato a teatro solo una volta da bambino con la scuola. All’inizio ho detto di no, non mi ci vedevo assolutamente su un palcoscenico. Poi ho deciso di fare il provino.
E cosa è successo?
Mi sono ritrovato a fare una tournée di oltre novanta spettacoli. Nel frattempo sempre Fabrizio mi ha proposto di fare un workshop di recitazione. Dopo un paio di lezioni, l’assistente dell’insegnante mi ha chiesto: cosa ci fai qui? Ancora non sapevo esattamente il perché fossi lì, ma lei ha visto in me del potenziale e mi ha presentato un agente. Ho iniziato a fare provini per le pubblicità e poi per la tv. Poco dopo ho vinto un provino per una serie per bambini. Quello è stato il mio primo approccio sul set. Poi sono andato a Milano, dove mi sono diplomato al teatro Arsenale, e a 27 anni mi sono trasferito a Roma e ho iniziato a lavorare tra tv e piattaforme.
Tra i tanti progetti, ti abbiamo visto in Maria Corleone.
Iniziamo tra poco le riprese della seconda stagione. Sono molto felice di tornare a lavorare con questo gruppo di lavoro, da Rosa Diletta Rossi a Fortunato Cerlino. C’è chi parla male della fiction, ma è una grande palestra. Nel 2018 sono entrato nel cast de Il Paradiso delle signore, dove ho lavorato per tre anni e ho fatto cinquecento puntate. A un certo punto ho deciso di chiudere, avevo bisogno di un cambiamento, nonostante questo sia un mestiere precario e lì avevo una certa sicurezza. Ma non ho mai disdegnato la tv.
Dopo Barbari, recentemente sei anche tornato a lavorare per una serie internazionale.
Sono il co-protagonista di Last To Brake, serie prodotta in Finlandia, dove interpreto il pilota di motociclismo Giacomo Agostini, che ho avuto anche l’onore di conoscere. Mi sono messo alla prova nuovamente recitando in italiano e inglese. Spero che questa serie esca presto anche in Italia.
(Photo Credit: Paolo Stucchi)
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