Alemanno: Festival con Estate romana e Cinecittà


Il sindaco di Roma Gianni Alemanno interviene sulle pagine del ‘Messaggero’ sul futuro del Festival di Roma, spiegando che la candidatura di Marco Müller alla guida della manifestazione nasce dall’intento di “aprire un ciclo nuovo di ulteriore sviluppo del Festival”.

E Alemanno spiega di aver condiviso con il presidente della Regione Lazio Renata Polverini, nel corso dei colloqui con Müller, “una visione dell’attività della Fondazione che andasse oltre l’organizzazione del Festival per moltiplicare iniziative e attività più radicate nella nostra città e contemporaneamente più aperte alle grandi produzioni del cinema internazionale. In questo quadro, si inserisce l’idea di legare insieme Estate Romana e Cinema proponendo nuovi eventi alla Basilica di Massenzio. Ugualmente, programmare presentazioni a novembre permette di portare a Roma i più grandi film del cinema internazionale. Infine, dovremo trovare il modo di legare l’attività della Fondazione al contesto di Cinecittà per la forza evocativa che ha questo nome universalmente riconosciuto e per gli incroci fecondi che possono avvenire fra produzione, mercato e rassegna”.

E in chiusura del suo intervento, il sindaco capitolino smentisce sia l’intenzione di spostare la sede del Festival di Roma, sia un cambiamento di date quantomeno nell’anno in corso: “Nessuno pensa di sostituire l’Auditorium Parco della Musica come sede centrale del Festival e, almeno per questa edizione, non si può ipotizzare di spostare in modo significativo la data di svolgimento del Festival, per non mettere in difficoltà le programmazioni dell’Auditorium e di Santa Cecilia”.

 

Nel frattempo il regista Gianni Amelio direttore del Torino Film Festival racconta alla ‘Stampa’ di essere stato informato via mail da Marco Müller, direttore in pectore del Festival di Roma, delle date dell’edizione 2012. Saranno dal 15 al 21 novembre, dunque a ridosso del TFF che ha annunciato pochi giorni fa il suo calendario, dal 23 novembre all’1 dicembre. Il riposizionamento del Festival di Roma, da fine ottobre alla seconda metà di novembre, mette dunque in difficoltà la trentennale manifestazione torinese, a cominciare dall’acquisizione dei titoli disponibili sul mercato.
“Venerdì scorso, intorno alle 17, ho ricevuto una mail in cui non solo mi venivano confermate le date della prima edizione, ma erano indicate quelle dei prossimi anni – afferma Amelio – Cosa piuttosto singolare, visto che il mandato di Müller, il quale per altro non è stato ancora ufficialmente nominato, credo sia di 4 anni. Nella lettera, invece, sono elencati i periodi in cui si svolgerà il Festival di Roma fino al 2018 compreso. Tutti coincidenti con l’ultima settimana di novembre”.

Il regista, evidenziando il tono perentorio della comunicazione, parla di “una guerra che non vorremmo, ed è anche una guerra impari. Lo scontro tra Venezia e Roma era in qualche modo nell’ordine delle cose, noi, invece, siamo un Festival di struttura piccola che viene trattato in un modo che ci offende, non considerato, come se non esistessimo”.

Ma l’annunciato calendario 2012 del Festival di Roma fa a botte con il programma previsto nello stesso periodo all’Auditorium Parco della musica. E Carlo Fuortes, rappresentante della Fondazione Musica per Roma, fa sapere che per il 2012 gli appuntamenti della struttura di Renzo Piano e i concerti dell’Accademia di Santa Cecilia sono decisi con largo anticipo. “Per gli anni successivi si può vedere, ma questa verifica andrebbe fatto al più presto possibile”.
Per ovviare Müller, secondo alcune voci di stampa raccolta dalla stampa, starebbe meditando di trasferire parte del Festival all’Auditorium di via della Conciliazione e parte al multiplex Moderno di piazza Repubblica. Ma di nuovo da Fuortes, socio fondatore del Festival, arriva lo stop: “Il Festival del Cinema deve rimanere all’Auditorium. Qui è nato e qui ha raggiunto il successo. Se dovesse emergere una nuova sede diversa, proporrò a Musica per Roma di uscire dal Festival”.
Anche Paolo Ferrari, candidato a prendere il posto di presidente lasciato da Rondi, è convinto che “una sede e una collocazione in calendario il Festival di Roma le ha già. E non da ieri ma da parecchi anni – e aggiunge al ‘Messaggero’ – L’Auditorium di Piano è una bellissima sede si potrà prendere in considerazione il coinvolgimento di altri spazi. Ma, ripeto, è tutto da vedere”.

E in attesa del prossimo CdA che dovrebbe nominare il presidente della fondazione Cinema per Roma, restano in poll position per i ruoli di direttore generale del Festival, attualmente ricoperto da Francesca Via, e di direttore del The Business Street, lasciato libero da Roberto Cicutto, rispettivamente Lamberto Mancini AD di Cinecittà Studios e Diamara Parodi attuale coordinatore del Mercato. E restano da sciogliere i nodi del debito pregresso della Regione Lazio pari a 2 milioni e 800mila euro, e il deficit del Festival di 1 milione e 300mila.

Contro quanto finora accaduto si leva la protesta del presidente della Provincia Nicola Zingaretti: “Le dimissioni sono un colpo all’autonomia delle istituzioni culturali della nostra città e una ferita inferta al festival stesso. Tutte le scelte sono state fatte contro il nostro parere”.

E l’ex presidente della Fondazione e creatore del Festival Goffredo Bettini, intervistato dal ‘Corriere della Sera, parla di “dimissioni di Rondi imposte dalla Polverini ed Alemanno. E come ha detto Rondi: auspicate da alcuni sponsor”, aggiungendo che “il CdA della Fondazione non si piega? Si toglie di mezzo il CdA e si nominano rappresentanti più docili. E’ quello che sta accadendo in queste ore. Qui ormai la questione di merito pur importante, Detassis-Muller sì o no, lascia il posto ad una questione di trasparenza istituzionale e di etica dei comportamenti. Non può finire con la nomina di un presidente obbediente e lo spreco di tante professionalità interne, alcune delle quali sicuramente si disperderebbero”.

E intanto Gian Luigi Rondi si toglie qualche sassolino dalla scarpa e rivela che tra i motivi delle sue dimissioni vi è anche il faccia a faccia avuto con BNL, sponsor autorevole del Festival con il suo milione e mezzo di euro, nel quale “mi ha fatto intendere che se non si usciva da questo stallo avrebbero ripensato se non ritirato la loro sponsorizzazione”. Pronta la replica di Luigi Abete presidente di Bnl: “Non ho mai detto che avrei interrotto la sponsorizzazione se il direttore non fosse stato Müller. Ho semplicemente dichiarato, e lo ripeto, che noi sponsorizziamo un festival che si fa. Ma se rischia di morire per uno stallo causato da posizioni contrastanti, certo che saremmo usciti”.

E l’associazione 100autori sottolinea l’arroganza “con cui la politica crede di poter gestire un evento che ha bisogno di trasparenza assoluta e scelte condivise” e invita “tutte le parti, gli autori e i lavoratori del cinema, le associazioni e le istituzioni a un radicale ripensamento delle regole di governance di Cinema per Roma, superando definitivamente lo schema dell’attuale CdA che lascia la conduzione artistica in balia di giochi di potere e del capriccio dei partiti”.

Di qui l’assemblea pubblica dal titolo “Festival del cinema o festival dei partiti?” oggi a Roma 27 febbraio (ore 18,30) promossa al Teatro Valle Occupato, cui hanno già aderito fra gli altri Elio Germano, Daniele Vicari, Nicola Giuliano e Giuseppe Piccioni, Mario Sesti e Gianni Amelio.

autore
26 Febbraio 2012

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