Nell’ambito delle Giornate degli Autori, la sezione autonoma della Mostra di Venezia fondata dall’Anac e dall’Api, spicca Alda Merini-Una donna sul palcoscenico, un documentario prodotto da Angelo Tumminelli per la Star Dust International dedicato alla grande poetessa in odore di Nobel ripresa nella sua casa milanese nell’arco di tre anni attraverso vari incontri ed interviste.
Lo ha realizzato il 36enne pugliese Cosimo Damiano Damato, regista teatrale già autore del film d’animazione La luna nel deserto (con le voci tra gli altri di Michele e Violante Placido, Arnoldo Foà e Renzo Arbore) che ha coinvolto nel nuovo progetto Mariangela Melato per recitare alcune poesie inedite della Merini, e Giuliano Grottini per un decisivo contributo in campo fotografico, dando vita a un toccante incontro con l’autrice. “Si tratta di un dialogo privato fatto di gesti, parole, sguardi che trasuda dolore e rivela la sapienza antica, il candore, la poetica, la filosofia e la genialità della Merini, che si abbandona a un racconto schietto e senza remore mettendo a nudo la sua anima quando affronta temi come il dono della poesia, il misticismo, la seduzione, la musica, le brutture del manicomio, la follia – riversata a piene mani nella poesia o il mistero di Cristo e della passione, quando recita alcune delle sue pagine poetiche più intensamente liriche o accenna al pianoforte la musica che le è più cara. Si commuove quando parla di medici, elettroshock, maternità e poesia ma offre anche momenti esilaranti, giocati sul filo dell’ironia e della complicità del “riso come antidoto al terrore”.
Damato tiene a sottolineare che l’idea di base è stata quella di girare “non un film sulla follia e il disagio ma sulla poesia e la genialità di Alda Merini: pensavo a come spesso l’Italia non offra ai grandi artisti i riconoscimenti che meritano e mi sembrava interessante descrivere una donna che vive di nulla puntando all’essenziale e dedicandosi solo alla poesia”. Anche se oggi grazie alle sue apparizioni televisive c’è una grande attenzione sul personaggio Merini il regista ne auspica altrettanta per la Merini poetessa che affascina ultimamente anche la cultura statunitense e per la quale sta nascendo un nuovo comitato pro Nobel.
“Non è un caso del momento, Alda era stata scoperta da Pasolini, Calvino e Quasimodo quando era molto giovane e alle sue prime esperienze poetiche, prima del periodo buio segnato dagli andirivieni nei manicomi”, spiega. “Non ho voluto girare una biografia, ma raccontare la vita di un poeta di oggi con la sua sofferenza che rappresenta la coscienza sporca della cultura italiana: gli intellettuali, i critici, il mondo editoriale per anni sono stati colpevolmente distratti ma tutti le devono qualcosa, Milano e l’Italia intera non hanno ancora capito che fortuna sia il fatto che lei ci sia ancora”. Secondo l’autore Alda Merini-Una donna sul palcoscenico è una sorta di reality sulla poesia dove la protagonista assoluta è la poetessa col suo sguardo, la sua intensità, il suo vissuto precario, le grandi verità di persona straordinaria che parla a ruota libera e non ha paura di nulla. “Ho fatto una scelta minimalista, il documentario è il frutto di vari nostri incontri nell’arco di tre anni e all’inizio non è stato semplice vincere la sua diffidenza: non volevo raccontare la Merini conosciuta attraverso la tv ma la sua verità: sono andato a trovarla ‘armato’ soltanto di una piccola telecamera e a poco a poco lei, pur non amando in genere le ‘invasioni’ in casa sua, si è raccontata, ha pianto, ha sorriso, ha instaurato un dialogo intimo, e io ho cercato di raccontare questo viaggio, a volte anche duro e crudo, lasciando tutto così come veniva fuori in un ritratto quotidiano di quello che succedeva in quell’appartamento quella casa con due ventilatori sempre accesi che emana inquietudine ma anche serenità, in un caos che ti dà equilibrio…”.
In questi anni di frequentazione l’intervistata non ha mai lasciato il suo regista a mani vuote, ogni volta che l’ha incontrata gli ha regalato una sonata al pianoforte, un’idea, una poesia nata di getto. “Una volta, alla fine del 2007, mi ha telefonato e mi ha dettato la poesia inedita ‘Una donna sul palcoscenico’ che dà il titolo al nostro lavoro e che insieme ad altri testi della sua ultima produzione più segreta e inedita viene letta in scena dalla voce per antonomasia del teatro italiano, quella di Mariangela Melato che ha aderito con entusiasmo al progetto e sarà a Venezia con Alda Merini nel giorno in cui sarà presentata la versione del nostro film di circa 70 minuti, destinata a crescere in quella più lunga prevista per le sale”.
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