Da scaricatore di porto a indimenticabile protagonista di Cabiria, la vita di Maciste parla di cinema, Italia e ‘900, un’avventura unica al centro del documentario di Maurizio Sciarra Il ritorno di Maciste, atteso nei prossimi giorni al Bif&st 2024 (16-23 marzo).
Tutto parte dai giorni nostri. Al termine di una proiezione di Cabiria di Giovanni Pastrone organizzata dal critico Steve Della Casa, si materializza uscendo dallo schermo Maciste (interpretato dal campione di canottaggio Giuseppe Abbagnale). I due iniziano così un viaggio attraverso luoghi e ricordi del passato di questo gigante forte e gentile, ricostruendo la sua vera identità, ovvero quella del camallo genovese Bartolomeo Pagano, scelto dal regista Pastrone per interpretare il leggendario personaggio pieno di forza virile. Ma per raccontare chi fu davvero Maciste – il nome fu concepito da Gabriele D’Annunzio in persona che collaborò anche alla sceneggiatura del film di Pastrone -, il docu deve necessariamente raccontare anche l’incredibile storia di Cabiria, girato a Torino nel 1914 e considerato il più famoso film italiano del cinema muto. Un personaggio che, anche per le movenze e pose, entrò prepotentemente nell’immaginario italiano tanto da influenzare, molti dicono, alcuni atteggiamenti di Benito Mussolini.
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