Agis: con Finanziaria si torna al ’97

“Comprendiamo la congiuntura sfavorevole ma non possiamo accettare che ad essere penalizzate maggiormente siano ancora una volta le attività di spettacolo, le quali producono occupazione, reddito e immagine”. Così Alberto Francesconi, presidente dell’Agis, commenta la Finanziaria 2005 sul “Giornale dello Spettacolo”, alla vigilia dell’assemblea generale dell’associazione, che si riunisce domani a Roma.
“Dopo i 40 milioni di tagli al Fus (Fondo unico dello spettacolo) del 2004, con la Finanziaria presentata dal governo dovremmo fare conto per il 2005 al massimo su un Fus che sfiori i 470 milioni, cioè 30 in meno dell’anno scorso. Ciò significa – sostiene Francesconi – che tutte le attività di spettacolo dovrebbero essere sostenute da un investimento pari a circa 900 miliardi delle vecchie lire. L’ultima volta questa cifra fu stanziata dal governo Prodi, nel 1997”.
Per Francesconi “in queste condizioni la Vertenza Spettacolo aperta dall’Agis a febbraio in pieno spirito collaborativo, dovrà trasformarsi in una Vertenza contro l’atteggiamento ostile di una parte delle istituzioni”.
E il presidente dell’Agis puntualizza ancora: “Non ci piace che siano le istituzioni a sostituire le imprese. Per esempio, vorremmo capire meglio dove sta andando Cinecittà Holding, in particolare nel campo dell’esercizio. Quando lo Stato cercò di gestire in proprio questa attività, finì male. Non vorremmo che si ripetessero errori del passato. Ci piacerebbe che Cinecittà si dedicasse alla promozione e allo stimolo delle attività cinematografiche, cioè che accompagnasse gli imprenditori, non li sostituisse. E lo stesso discorso vale per l’Eti che si dibatte in difficoltà gravi”.