L’attore americano Adrien Brody, riceverà il Leopard Club Award dal Festival di Locarno che lo omaggerà venerdì 4 agosto in Piazza con la proiezione di The Pianist (2002), film che gli portò l’Oscar a soli 29 anni per l’interpretazione del compositore Wladyslaw Szpilman. L’omaggio sarà accompagnato da un incontro dell’attore con il pubblico del Festival che si terrà dal 2 al 12 agosto.
“In una carriera molto varia e in pieno sviluppo, Adrien Brody ha avuto modo di collaborare con i maggiori registi americani, da Coppola a Wes Anderson, da Malick a Soderbergh, dando prova di grande duttilità e di padroneggiare una tecnica che lo fa stare a suo agio nei registri più diversi – afferma Carlo Chatrian, direttore artistico del Locarno Festival – Tuttavia nel suo caso più che mai c’è un ruolo che lo ha fatto entrare nel cuore degli spettatori, non tanto per il premio Oscar che gli ha fruttato, quanto per come ha saputo dar forma a un personaggio che è al tempo stesso un uomo come tutti noi e il simbolo di una tragedia che va continuamente ricordata”.
Nato a New York da Sylvia Plachy, artista e rinomata fotografa, e da Elliot Brody, professore di storia, Brody esordisce non ancora ventenne con Francis Ford Coppola in New York Stories (1989) per poi calcare i set di Steven Soderbergh (King of the Hill, 1993) e Oliver Stone (Natural Born Killers, 1994).
Di lì a poco, in due indimenticabili pellicole, Adrien Brody diventa il volto umano e dolente del luogo disumano per eccellenza: la guerra. Le sue interpretazioni in The Thin Red Line (1998) di Terrence Malick e The Pianist di Roman Polanski lo hanno consegnato al cuore del pubblico per la forza con cui ha dato un’espressione, spesso silenziosa, alla sofferenza dell’essere umano immerso nel buio di un conflitto.
Sue le note intime, psicologiche e sociali del primo film statunitense di Ken Loach (Bread and Roses, 2000) e di Detachment (Tony Kaye, 2011) e sua la folle verve di Summer of Sam (Spike Lee, 1999). Suo il ritmo nel kolossal di King Kong (Peter Jackson, 2005) e Predators (Nimród Antal, 2010) e sue le sofisticate e spensierate tinte che contraddistinguono il cinema di Wes Anderson, per il quale è stato Peter Whitman in The Darjeeling Limited (2007) e Dmitri in The Grand Budapest Hotel (2014).
Tra gli altri autori con cui Brody ha collaborato anche Barry Levinson (Liberty Heights, 1999), Paul Haggis (Third Person, 2013) e Woody Allen (Midnight in Paris, 2011).
Il regista cinese si porta a casa il prestigioso riconoscimento con il suo Mrs. Fang, documentario sulla morte di un’anziana malata di Alzheimer. Miglior attrice Isabelle Huppert. Premio speciale della giuria a As Boas Maneiras di Juliana Rojas e Marco Dutra, mentre il Pardo per la miglior regia è stato vinto da F.J. Ossang per 9 Doigts
È il primo lungometraggio di finzione di Germano Maccioni, Gli asteroidi, l'unico italiano in concorso a Locarno, prodotto da Articolture, Ocean Productions e RAI Cinema, sarà distribuito in sala dall’Istituto Luce Cinecittà
Nella sezione competitiva Cineasti del Presente c’è anche il film di Riccardo Palladino Il monte delle formiche. Un documentario filosofico sul senso della vita, raccontato attraverso il volo che ogni anno sciami di insetti compiono per accoppiarsi e poi morire
Anche quest'anno la retrospettiva del Festival di Locarno ha procurato ai cinefili scoperte ed emozioni. Roberto Turigliatto e Rinaldo Censi, i due curatori, hanno proposto uno dei nomi più amati dai cinefili, Jacques Tourneur, mobilitando attorno a lui i nomi più esclusivi della critica internazionale, da Jean Douchet a Pierre Rissient, da Charles Tesson a Chris Fujiwara