Chi lo dice che una coppia improbabile, e folle, non possa realizzare un progetto impossibile? Stefano Accorsi e Miriam Leone lo dimostreranno in Marilyn ha gli occhi neri, che ha chiuso il Bif&st 2021.
Nel dramedy firmato da Simone Godano (lo stesso di Moglie e marito, e Croce e delizia), scritto dal regista insieme a Giulia Steigerwalt, i protagonisti sono Diego e Clara. Lui è un maniaco compulsivo, con tic, balbuzie e scatti d’ira. Lei, iperattiva e caotica, è una bugiarda cronica, anche con se stessa. I due si incontreranno nel centro diurno per il rehab di persone disturbate e saranno chiamati a gestire un ristorante (all’inizio solo virtualmente) aperto al pubblico.
Per questa fiaba d’amore e sul disagio mentale, a tratti ironica, che ricorda in qualche modo il film di David O Russell, Il lato positivo, Godano ha preso spunto da un fatto accaduto realmente a Londra. “Un ragazzo dopo aver perso il lavoro è riuscito a creare un locale che non esiste, e che poi è diventato, grazie alle finte recensioni, il primo ristorante londinese sul web”, racconta il regista. Ma il suo intento principale è stato quello di raccontare “la follia umana, qualcosa che mi ha sempre affascinato. Nel leggere un libro o nel vedere un film con protagonisti pazzi c’è una forma di immedesimazione personale ed intima”.
“Quando ci siamo avvicinati a questo mondo ci siamo resi conto che la malattia mentale è come una cassa amplificata dove ognuno di noi può ritrovare manie, fragilità, insicurezze. È nel momento in cui ci accettiamo, che possiamo tirare fuori la miglior versione di noi. Quella è la vera felicità”, aggiunge Steigerwalt.
Sia Accorsi, che Leone hanno trovato la sceneggiatura molto coinvolgente. “Questo film per me è stato un dono – spiega l’attore bolognese 50enne -. Mi sono buttato in un corpo a corpo con Diego. La sua diversità e la sua fragilità non sono poi così lontane dalle mie. Io con lui ho molto più di quanto si possa immaginare. In fondo, tutti abbiamo piccole ossessioni, tic e disagi. Ma c’è chi riesce a tenerle più a bada di altri”.
“Clara è diventata l’amica che avrei voluto avere – afferma Leone, prossimamente Eva Kant nel film dei Manetti Bros., Diabolik -. È un po’ matta, non crede in se stessa, ma è così empatica da credere negli altri e porta un gruppo di svitati a credere in loro stessi. Questo equilibrio dentro al follia, come dice Vasco Rossi, è stata una sfida serissima e bellissima”. Poi l’attrice catanese, 36 anni, aggiunge: “È bello vedere come personaggi così diversi riescano ad avvicinarsi. Abbiamo bisogno di credere nell’unione delle diversità. Nel mondo sta accadendo, io sono ottimista”.
Entrambi gli interpreti si sono preparati ai loro personaggi incontrando persone con fragilità. “Siamo stati in posti che potevano essere simili al centro del film e abbiamo visto come il confronto, l’unione gli uni con gli altri faccia la forza”, dice Accorsi. E Leone spiega: “È stato qualcosa di molto forte. Mi sono camuffata in mezzo a loro per capire di più. Mi sono chiesta per tutto il tempo come avrei potuto rendere Clara al meglio. Dovevo tirar fuori da lei genio e sregolatezza”.
Dopo l’anteprima al Bari International Film Festival, Marilyn ha gli occhi neri, prodotto da Groenlandia con Rai Cinema, uscirà nelle sale in trecento copie il 14 ottobre con 01 Distribution.
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