ABEL FERRARA

E’ un progetto da 4 milioni di € interamente girato a Cinecittà il nuovo film di Abel Ferrara, Go go tales. Lo produce Andrea De Liberato con una partecipazione dell’Istituto Luce, diritti già venduti all’estero. In Francia, Germania, Portogallo, Russia, ma non negli Usa. “L’America non mi vuole. Di New Rose Hotel hanno detto che non era neanche un film”, denuncia il cineasta newyorchese, appena sbarcato da un volo intercontinentale. E’ ospite del Roma Film Festival, che proporrà anche il documentario di Rafi Pitts Abel Ferrara: not guilty. Ma lui sconfessa anche quello, “troppo scritto, troppo a tesi”.
L’autore di Fratelli e Il cattivo tenente ha fama di “maledetto” geniale, il suo cinema suscita entusiasmi o spiazza. E’ americano e newyorchese fino al midollo, ma rischia di diventare italiano: oltre a Go go tales in pentola bollono altri due progetti, un film con Nino D’Angelo e uno su Hemingway scritto insieme a Fernanda Pivano. “Vado dove il mio lavoro suscita attenzione, del resto dietro ai miei ultimi film c’erano produttori italiani, Medusa e Cecchi Gori”. E poi c’è l’amicizia con Asia Argento. Asia, con Eva Herzigova e Drea de Matteo, sarà una spogliarellista del night club di Ray Ruby (Harvey Keitel), locale in stile Copacabana sull’orlo della bancarotta. Il film potrebbe addirittura essere l’episodio pilota di una serie televisiva. “Come accadde con M.A.S.H. di Bob Altman. Quando crei un’atmosfera e dei personaggi, ti affezioni e ti piacerebbe che quel mondo continuasse a vivere”.
Quell’atmosfera nascerà a Cinecittà. “Un luogo mitico dove sono stati creati 8 1/2 e La dolce vita, ma anche tanti film strani, a basso budget negli anni ’70 e ’80”.