A Splendor i ‘7 minuti’ di Michele Placido

Sabato 22 ottobre, alle 24.00 su Iris, andrà in onda il nuovo appuntamento con “Splendor”: la trasmissione condotta dal critico cinematografico Mario Sesti


Sabato 22 ottobre, alle 24.00 su Iris, andrà in onda il nuovo appuntamento con “Splendor”: la trasmissione condotta dal critico cinematografico Mario Sesti che parla di cinema, e poi lo usa per farsi guidare verso temi più attuali tra suoni, visioni, cultura e intrattenimento. Il programma – in replica la domenica alle 21 su MYmovies.it – esplora, in occasione della settima puntata, il mondo delle donne al lavoro, dentro e fuori lo schermo, attraverso l’autorevole voce di ospiti d’eccezione. Si ispira a La parola ai giurati (12 Angry Men), pluripremiata pellicola del 1957 diretta da Sidney Lumet, il nuovo lavoro cinematografico del regista e attore Michele Placido, 7 minuti. “È a Lumet che ho guardato quando ho pensato a questo film: la volontà di raccontare di una decisione importante, dell’attesa nei volti di 400 operaie che aspettano che qualcuno decida per loro”.

Ambientato in una fabbrica di Latina, la pellicola è interpretata da Cristiana Capotondi, Violante Placido, Ambra Angiolini e, per la prima volta sul grande schermo in un film di spiccata personalità e impegno, da Fiorella Mannoia, celebre cantautrice italiana che prima del ciak di inizio ha insistito tanto perché le venisse fatto un provino: “Più volte ho insistito, è venuto ad un mio concerto, mi ha ascoltata e poi mi ha detto ‘non ce n’è bisogno’. In realtà per me è tutto nuovo, un’avventura così diversa da affrontare. Pensavo di essere più timida sul set, di provare più imbarazzo e invece ho capito che non è così diverso dall’interpretare una canzone”. 

7 minuti (nelle sale dal 3 novembre distribuito da Koch Media) racconta di undici donne, madri e figlie, di undici diversissime vite unite dalla volontà di opporre resistenza e di reagire all’incertezza del futuro, tra caos, logica e giustizia. Placido, che definisce quest’opera un “film sindacale”, ha svelato che preferisce gli attori “che siano partecipativi, che siano autonomi nella costruzione del personaggio.

È un’opera prima al femminile Maria per Roma di Karen Di Porto, film in parte autobiografico di un’attrice che dietro la macchina da presa si è trovata a suo agio: “pare che i registi parlino di quello che conoscono molto bene, e io non ho fatto altro. Come la Maria del film ho fatto la key holder oltra ad essere un’attrice e mi sono immersa, anche in modo violento, nella vita di tante persone. Ho pensato che in molti avrebbero potuto riconoscersi nel mio delirio quotidiano, e allora non ho più avuto dubbi”. La pellicola racconta di una Roma che ha un grande passato, ma che è anche una città faticosa e allora: “racconto di una città la cui bellezza è solo di facciata, mi sono concentrata più sulla fretta dei suoi abitanti, che si costringono a mille attività per arrivare a fine mese. E tutto questo l’ho fatto con umorismo, che poi è l’unico strumento di salvezza in nostro possesso”. L’attrice Eleonora Danco è tra le altre a poter testimoniare l’armonia di una forma di creatività multitasking che, nel suo caso, spazia dalla scrittura alla recitazione. “Mi circondo di elementi che possano sempre sollecitare la mia inventiva, proprio in questi giorni sto scrivendo un nuovo testo ed in casi come questo la mia parola d’ordine è ‘ricominciare’, come se fosse sempre la prima volta così da trovare una freschezza nel linguaggio non ripetitiva e per me fondamentale”. La sua opera prima cinematografica, N-capace, era tutto questo sin dalla scelta del titolo: “Avrei potuto scegliere ‘Incapace’, ma mi sembrava una parola troppo chiusa, invece quel trattino è una salvezza, un ponte che collega e sfocia nella capacità”. Del rapporto lavoro-creatività ha parlato Federico Palmaroli, autore delle vignette in dialetto romanesco che hanno dato nuova vita al maestro spirituale indiano Osho. Con intelligenza ha inaugurato un filone comico prima inesistente: “È stata una combinazione di fattori, è l’uso di Facebook mi ha aiutato molto. È un palcoscenico importante. Ho trovato una chiave giusta per invogliare al sorriso, aiutato anche dal personaggio che inconsapevolmente si è magnificamente prestato al gioco”.

Palmaroli in questa sua trovata non ha fatto altro che seguire uno dei suggerimenti più apprezzati del mistico Osho, ovvero “Sii uno scherzo per te stesso, e sarai una benedizione per tutti quanti”. Così sono nate alcune delleimmagini parlate più utilizzate nell’ultimo anno da chi piuttosto che affidarsi a personali considerazioni, preferisce approfittare della versione così esplicita di Osho regalataci da Federico Palmaroli. Ospite musicale della settimana puntata è Leo Pari, cantautore romano che dopo essere passato dal folk al rock, dal rap all’elettronica, arriva al Pop con la sua ultima raccolta “Spazio”, di cui fa parta il brano “Piccoli segreti degli uomini” che ha dedicato al pubblico di “Splendor”. “Con ‘Spazio’ ho voluto fare un album legato alla mia infanzia dal punto di vista sonoro e visionario, gli ho voluto dare un sapore di fantascienza, anche richiamando un po’ i film che mi hanno così preso da piccolo come Guerre Stellari”.

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20 Ottobre 2016

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