Ci sono anche film italiani, tra cui titoli di Vittorio De Sica, tra quelli della Cineteca di Kabul salvati dalla furia distruttrice dei talebani.
Lo ha dichiarato Siddiq-ullah Barmak, direttore della centro di cinematografia afghano ospite del festival “Il cinema ritrovato” organizzato dalla Cineteca di Bologna.
Barmak, che ieri ha presentato il mediometraggio afghano L’ombre nella sezione “Pars pro toto e rarità”, ha raccontato la straordinaria storia della salvaguardia del patrimonio cinematografico del suo paese: “Dopo la presa di Kabul dei talebani, sono stato arrestato, appena libero ho lasciato l’Afghanistan con la famiglia. Tutti i 131 impiegati della Cineteca sono stati licenziati tranne 9 – ha spiegato – In seguito alla distruzione delle statue di Buddha, abbiamo capito che sarebbe accaduto qualcosa di terribile. Per i talebani il cinema è antireligioso: hanno chiuso tutte le sale e le hanno trasformate in scuole coraniche. Per salvare i film siamo ricorsi a vari espedienti: l’edificio della cineteca è come una scatola senza finestre e gli impiegati rimasti hanno cercato di camuffarlo: hanno tagliato l’elettricità, disperso le mappe senza le quali è molto difficile orientarsi e nascosto i materiali. Così siamo riusciti a conservare circa 8000 pellicole tra positivi e negativi, circa 3.800 sono di produzione afghana, il resto internazionali tra cui molte provenienti dagli ex paesi socialisti”.
Barmak ha parlato a lungo della situazione politica afghana e, riguardo al cinema ha detto: “Con la sconfitta dei talebani le sale hanno riaperto; a Kabul sono 5 quelle attive. Anche la produzione è ripresa: negli ultimi 6 mesi sono stati prodotti 3 cortometraggi e 2 documentari”.
Dopo Bologna, il direttore della Cineteca di Kabul, sarà a Locarno.
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