8½ di marzo: le case degli italiani nei film

Sotto i riflettori del nuovo numero della rivista le quattro mura domestiche, così come vengono raccontate nei film, analizzate proprio in un momento in cui tutti siamo costretti a rimanerci molto tem


Sono le case che assomigliano a chi le abita o è l’abitante che finisce per assomigliare alla casa in cui vive? Nella sua inesauribile passione per gli interni domestici, il cinema italiano ha tracciato, a suo modo, anche una sorta di italica antropologia dell’abitare. La storia del cinema italiano, in fondo, è anche la storia delle case in cui registi, autori, scenografi e sceneggiatori hanno scelto di far vivere e abitare i loro personaggi. Per questo, e in modo sorprendentemente profetico, il numero di marzo di 8½ , mette sotto ai riflettori le quattro mura domestiche, in un momento in cui tutti siamo costretti a rimanerci moltissimo tempo. Come scrive Gianni Canova, direttore editoriale della rivista, in molti film italiani la casa assume una connotazione immediatamente protagonistica ad esempio La famiglia (1987) di Ettore Scola è prima di tutto la storia dell’appartamento del quartiere Prati di Roma, che vede nascere e morire le varie generazioni della famiglia che lo abita restando sempre identico a se stesso.

Per analizzare il tema della Cover Story il bimestrale dedicato a numeri, visioni e prospettive del cinema italiano, edito da Istituto Luce Cinecittà in collaborazione con la DG Cinema del MiBACT e Anica, ha approfondito la visione di quattro registi che amano dare agli ambienti un ruolo da protagonista come Gabriele Muccino, Ferzan Ozpetek, Luca Guadagnino, e Paolo Virzì. Di contro c’è anche il cinema degli ultimi anni in cui le mura vengono abbandonate per dare spazio a territori e paesaggi circostanti che si riappropriano della scena. Un dato evidente nel cinema di Jonas Carpignano, Alice Rohrwacher, Pietro Marcello e Leonardo Di Costanzo.

Non può mancare il punto di vista dei tecnici. Il primo è l’architetto Walter Mariotti, direttore editoriale di Domus, la rivista di architettura e design fondata da Gio Ponti. La parola passa poi a sei tra scenografi e arredatori italiani e la loro visione dell’abitare nel nostro cinema. Si tratta di Luciano Ricceri, Fiorella Cicolini, Giancarlo Basili, Alessandro Vannucci, Paola Comencini e Sonia Peng. Ma quanto incide sui costi di un film la scenografia e quali siano le alchimie che regolano alcune scelte lo svelano i produttori delle pellicole: Marco Belardi, Nicola Giuliano, Andrea Occhipinti e Andrea Paris.

Fra tutti i mezzi di comunicazione di massa, il cinema è quello che più di tutti svolge una funzione di aggregazione sociale. Per questo, in ogni numero del 2020, 8½ proverà a raccontare storie ed esperienze italiane di cinema sociale, grazie alla nuova sezione Social Movie. C’è il Cinevan un furgone che permette ai film di arrivare nei cortili e magari presto nelle zone più remote dell’Europa. Il cinema negli ospedali con la onlus MediCinema che offre proiezioni cinematografiche a scopo terapeutico all’interno di ospedali in sale dedicate, così come sono incoraggianti gli esiti degli studi dell’HeartMath Institute della California che dimostrano come guardare film faccia bene al cuore dei pazienti. Infine il cinema piega le sbarre e entra negli istituti di pena dove grazie a iniziative come Cinevasioni e Cinema & carcere i detenuti si mischiano al pubblico comune per il collettivo rito della fruizione sul grande schermo.

Questo 49° numero vede l’avvio anche di altre nuove sezioni. A cominciare da quella dedicata a Cinema e Arte che nasce dalla collaborazione del magazine con il canale Sky Arte. La primissima uscita dà spazio alla chiacchierata tra direttore del canale, Roberto Pisoni e Nicole Bianchi per una panoramica sul genere, sulle prospettive, sulle intenzioni e sui progetti. Si prosegue con Cinema e Musica in cui Pasquale Catalano racconta l’evoluzione della composizione di musica da film vista con gli occhi di un compositore; Cinema e Animazione in cui il direttore di Cartoons on the Bay Roberto Genovesi parla (sempre con Nicole Bianchi) della nuova dimensione della kermesse che per la prima volta non è più soltanto primaverile, ma conta anche un’edizione invernale. Cinema e Fumetto vede l’esordio delle avventure di Remo Starr il Cinenauta, i cui testi sono opera anche di Andrea Guglielmino, mentre la collaudata sezione Cine Gourmet ci regala un’intervista con ricetta a/e di Mimmo Calopresti.

Direzione e guida di un festival sono invece al centro di due importanti interviste a Eva Sangiorgi, a capo della Viennale dal 2018, e di Stefano Francia di Celle, appena nominato direttore del Torino Film Festival e intervistato da Cristiana Paternò. Nella sezione Anniversari, a essere analizzato, a 50 anni dalla presentazione al Festival di Berlino e dall’uscita in sala è Il conformista di Bernardo Bertolucci, mentre il Focus di questo numero è dedicato al cinema bulgaro e lascia a Bojidar Manov il compito di tracciare il punto di vista critico.

Sul versante mostre si parte alla volta di Rimini dove Fellini 100 – Genio Immortale omaggia il cineasta nel centenario dalla nascita con un’esposizione itinerante che si trasformerà in un museo a fine anno. Ce lo spiega Marco Leonetti, responsabile della Cineteca comunale di Rimini ascoltato da Nicole Bianchi. Tra le preziosità inedite, uno scritto di Tonino Guerra, oltre al prestigioso materiale d’archivio di Istituto Luce Cinecittà. C’è del materiale dell’Archivio storico anche nella mostra C’era una volta Sergio Leone, all’Ara pacis di Roma fino al 3 maggio, visitata da Andrea Guglielmino, mentre si trova negli studi di Cinecittà Felliniana – Ferretti sogna Fellini, la nuova mostra dedicata al maestro che fa parte del percorso di Cinecittà si Mostra, l’esposizione permanente degli stabilimenti di Via Tuscolana, descritta da Carmen Diotaiuti. A cura di quest’ultima, come sempre, le immancabili riflessioni finali su Internet: questa volta si parla di video verticali, il formato tipico degli smartphone, protagonista della maggior parte dei video online, ma non solo. Ora esiste anche un festival, il Vertical Movie, e Peter Greenaway, ospite dell’evento, si è detto interessato a realizzare il suo primo film a fruizione verticale. E’ lì che si dirige il futuro del cinema?

Sul sito www.8-mezzo.it, in occasione dell’iniziativa #IoRestoACasa cui il magazine aderisce, è possibile scaricare gratuitamente tutti i numeri della rivista, compreso l’ultimo. 

A curare il progetto grafico della testata, nella versione cartacea e online, 19Novanta Communication Partners. 

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20 Marzo 2020

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