La 76ma edizione del Prix Italia, a Torino dal 1 al 4 di ottobre, si rinnova come luogo di incontro e confronto tra culture, linguaggi e media differenti.
252 sono i programmi in Concorso, inviati da 76 broadcaster appartenenti a 50 Paesi: rappresentano l’eccellenza internazionale della produzione radiofonica, televisiva e multimediale. Si tratta di voci forti e chiare, come recita il claim dell’edizione, grazie alle quali diventa possibile tracciare una ricca panoramica su temi, problematiche, tendenze culturali e questioni sociali legate alla complessità del nostro tempo, con diversi riferimenti alla scottante attualità, alle sfide del futuro e con lo sguardo rivolto all’orizzonte delle più recenti innovazioni tecnologiche.
La varietà tematica dei programmi Rai presentati in Concorso intercetta quella degli altri broadcaster, dimostrando ancora una volta la capacità dell’azienda di coinvolgere un pubblico eterogeneo e di proiettarsi in uno scenario internazionale. Si passa dal documentario L’Oro d’Italia, viaggio lungo la penisola alla riscoperta della pasta e delle storie familiari di chi la produce, al progetto web interattivo Cassandra, prodotto da scuola Holden con Rai Cinema, dove l’Intelligenza Artificiale si intreccia con quella umana.
Il 150mo anniversario della nascita di Guglielmo Marconi è stato celebrato sia con la fiction Marconi – L’uomo che ha connesso il mondo che con il podcast fantasy La ragazza delle onde.
Con Il Paese dei Pazzi, invece, la radio affronta in maniera originale il tema della salute mentale, mentre la comicità surreale dei reportage di faccende complicate è l’occasione per riflettere su questioni sociali di grande attualità.
Il rapporto tra uomo e natura è analizzato nel documentario Pericolosamente vicini. Vivere con gli orsi, mentre l’adolescenza è il fulcro della webserie Eppure cadiamo felici.
Invece, Banksy e la ragazza del Bataclan,co-prodotto da Cinecittà, è incentrato sulla vicenda del furto dell’opera realizzata dall’artista in ricordo delle vittime degli attacchi terroristici del 2015.
Infine, non può mancare la musica con Calcutta sul tetto, una live session del cantautore dalla terrazza dello storico palazzo Rai di via Asiago, che dimostra come la radio sia ancora un mezzo capace di connettere pubblico e artisti.
Naturalmente, molti dei programmi in concorso affrontano tematiche di interesse globale che abitano la nostra quotidianità. La riflessione critica intorno a innovazione digitale e Intelligenza Artificiale, centrale in quest’edizione del Prix Italia, emerge anche in opere come Alter Ego. La inteligencia invisible (Alter Ego: The Invisible Intelligence, Rtve – Spagna), documentario che si interroga sull’impatto che l’AI avrà sulla società e sulle nostre vite nei prossimi decenni, e Lap-See Lam – konstnären och den sjungande kocken (Lap-See Lam – The Artist and the Singing Chef, Svt – Svezia), in cui una giovane artista cinese trasferisce il ristorante di famiglia, destinato alla chiusura, all’interno di un nuovo ambiente ibrido integrato con la realtà virtuale. Il discorso prosegue anche con prodotti interattivi come Fortune (Arte France – Francia), che fa uso della realtà aumentata per evidenziare le disuguaglianze economiche della società occidentale del terzo millennio e metterci in guardia sul potere corrosivo del denaro.
I drammatici scenari di guerra sono ancora presenti nelle narrazioni, come quella dei tanti civili ucraini costretti a diventare soldati per difendere le proprie famiglie, narrata in Ukraine’s Civilian Soldiers: The War Recorded on Smartphones (Nhk – Giappone), o quella alla base della spinosa questione israelo-palestinese, presentata in Zionism: Manufacturing a State (Trt – Turchia). In un panorama geopolitico sempre più instabile, migrazioni e confini sono ancora oggetto di grande interesse per i broadcaster. Accade ad esempio in Darién no es una ruta (Darién is not a route, SerTv – Panama), toccante documentario che segue alcuni cittadini panamensi che lavorano al confine con la Colombia rischiando ogni giorno la propria vita, su una rotta considerata tra le più pericolose al mondo. Uzrok smrti: granica (Cause of Death: The Border, Hrt – Croazia), invece, segue il disperato tentativo dei migranti che dalla Bosnia cercano di attraversare il confine croato per entrare nell’Unione Europea nella speranza di una vita migliore, subendo maltrattamenti che spesso sfociano in brutali omicidi.
Di sopravvivenza, intesa nelle sue accezioni semantiche più eterogenee, parlano Language of my Soul (Sabc – Sudafrica), documentario la cui protagonista è l’ultima persona al mondo a parlare la lingua indigena sudafricana nǀu, ormai destinata all’estinzione, e Fais un homme de toi: thérapies de conversion (Make a Man of Yourself: Conversion Therapies, Cbc/Src Canada), che ripercorre la storia di Laurent, settantenne che ha abbracciato una nuova vita dopo anni di terapie di conversione che l’avevano costretto a negare la propria omosessualità.
L’empowerment femminile è il fulcro di produzioni come Women of Science (Rtbf – Belgio), documentario belga che tenta di riscattare la memoria di tutte quelle donne che sono state rimosse dalla memoria collettiva nonostante i loro fondamentali contributi alla scienza, mentre il francese Le compromis – Dans les coulisses du pouvoir (Everyone’s Business, Arte G.e.i.e – Francia) segue la lotta di tre europarlamentari nel combattere le ingiustizie della globalizzazione causate dalla mancanza di responsabilità da parte delle grandi aziende private.
Negli ultimi tempi il tema della salute mentale, specialmente tra le generazioni più giovani, sta assumendo rilevanza e priorità sempre maggiori. Lo confermano opere come Sur le fil (On The Edge, Arte France – Francia), indagine sul bipolarismo che incombe sulla famiglia dell’autrice, ma di cui nessun membro è mai stato consapevole, e De la marginea lumii (From the Edge of the World, Tvr – Romania), che fa luce sulla triste condizione degli adulti autistici in Romania, privati di ogni diritto ed esclusi da qualsiasi possibilità di integrazione sociale.
Il cortometraggio fa parte del progetto transmediale di Scuola Holden e Rai Cinema. È il risultato di un innovativo processo creativo sviluppato all'interno di Holden.ai Storylab, il laboratorio e osservatorio sull'intelligenza artificiale della Scuola Holden, creato in collaborazione con Rai Cinema e il Transmedia Lab dell'Università di Roma La Sapienza
Il progetto di Rai Cinema e del Museo del Cinema di Torino, Re-Imagine Cabiria reinterpreta il celebre capolavoro del cinema muto Cabiria diretto nel 1914 da Giovanni Pastrone alla luce delle nuove tecnologie