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Neo cavaliere del lavoro e alla guida del Leone Film Group, Raffaella Leone, figlia di Sergio e nipote di Vincenzo Leone, tra le cinquanta donne del cinema più importanti nel mondo secondo “Variety”, racconta a Stefano della Casa de “La stampa”, in occasione di un convegno a Torino, di come suo nonno e suo padre, in arte Roberto Roberti, furono entrambi messi da parte dal mondo del cinema. “Nonno era un fiero antifascista, e non fu spedito al confino grazie all’amicizia con Gabriele D’Annunzio, che era stato suo compagno di scuola. In compenso fu emarginato dall’industria del cinema, e mio padre aggiungeva con un sorriso amaro: ‘Proprio come a un certo punto è accaduto anche a me, per altri motivi’.”
“Ha affrontato inciampi, tradimenti, fatiche, ma da vera combattente è andata avanti fino a morire” spiega Monica Guerritore a Giulia Bianconi de “Il Tempo”, attualmente al lavoro per esordire alla regia cinematografica di Magnani – L’alba del giorno dopo, dove interpreterà anche il ruolo di Nannarella. “Per me rappresenta un’avventura umana e professionale importante, che si rivolge non solo al pubblico femminile, ma all’arte, e a dove si è fermato il rispetto per essa. Anna Magnani ci ha regalato la famosa corsa verso la camionetta di Roma città aperta, come la scena finale di Bellissima. Sequenze che appartengono alla creatività dell’artista. Dopo l’Oscar, non le sarà più permesso di creare i suoi personaggi, come aveva fatto lavorando con De Sica, Visconti, Rossellini.” Nel frattempo che si sblocchi il tax credit per iniziare le riprese del film ad ottobre, spiega Monica Guerritore, sarà a teatro il 2 luglio con La sera della prima dove “Mi racconto al pubblico, un po’ come fece Vittorio Gassman in Sette giorni all’asta“.
Il tre volte premio Oscar Vittorio Storaro racconta a Federico Pontiggia de “Il fatto quotidiano” la sua versione dei fatti accaduti sul set di Ultimo tango a Parigi, dopo che, a Cannes, complice il biopic su Maria Schneider, è divampata nuovamente la polemica. “Sono testimone oculare, la scena era scritta in sceneggiatura, onestamente dovrei andare a rivedere se ci fosse il burro… Io stavo in macchina, la seconda, a girare il primo piano di Maria a un metro di distanza, Marlon non ha mai aperto la cerniera dei pantaloni, non c’è stato nessun tipo di violenza, è stata un’interpretazione, sia di Marlon sia di Maria. Nondimeno, se fossimo andati a Cannes le signore francesi ci avrebbero accusato. Se voi credete che quello che vedete sullo schermo sia realtà, allora Marlon Brando è morto su un balcone di Parigi nel 1972, ma non è vero”.
Valeria Bruni Tedeschi di nuovo sullo schermo con L’arte della gioia, la serie tv firmata Valeria Golino, tratta dall’omonimo romanzo di Goliarda Sapienza di cui si celebra il centenario dalla nascita, racconta di una donna che “fa di tutto per farsi strada nella società patriarcale, allora tremenda per le donne. Ama uomini e donne, odia, ammazza. La sua unica spinta è arraffare gioia, prendere tutto quello che può dalla vita. Oggi non c’è nulla di selvaggio, neppure nella ribellione. È come se volessimo sostituire il patriarcato con una morale di segno opposto che risulta altrettanto soffocante” spiega Bruni Tedeschi a Valeria Vignale su “Sette – Corriere della Sera”. Scritto negli Anni 70 e ambientato nella Sicilia del primo ‘900, la serie in sei puntate di Sky Studios e HT Film, è al cinema in due parti — la seconda esce giovedì 13 giugno e sarà più avanti più avanti su Sky e Now.
Da oggi su Disney+ Becoming Karl Lagerfeld, la serie in sei episodi sullo stilista che si fece imperatore. Diretta da Jéròme Salle (episodi 1, 2 e 6), ripercorre l’ascesa dello stilista dal 1972, quando lo sconosciuto trentottenne approdò da Chloé e poi da Fendi. “Di Karl avevo l’immagine che si era costruito, un tipo con la coda, completi neri e un umorismo corrosivo” spiega Jéròme Salle che è anche il produttore esecutivo. “Quando ho visto lo script ho adorato che ne fosse stata scalfita la corazza mettendo a nudo le sue fragilità. Lui, Yves e Jacques sono antiborghesi, hanno eccessi e un modo di vivere molto rock” riporta Silvia Luperini su “Il Venerdì” de “La Repubblica”.
Sempre su “Il Venerdì” Roberto Croci intervista Ron Howard, autore di Idea Man, documentario dedicato al creatore dei Muppet Jim Henson. “Ciò che mi ha davvero colpito mentre realizzavamo il doc è che questo suo lavoro era il risultato di una sperimentazione iniziata quando era adolescente. – dichiara il regista premio Oscar – Il suo umorismo, quel senso visivo sperimentale e i Muppet, hanno creato un fenomeno straordinario”
Adele Tulli racconta Real, Cillian Murphy produttore, la giustizia per Eastwood, il successo senza tempo di Interstellar, una mostra per Marlon Brando
Salvatores e il recupero di una vecchia sceneggiatura di Fellini, Celeste Dalla Porta, protagonista di Parthenope su Sorrentino: "pretende moltissimo, ma dà anche", Edoardo Leo: "Otello è la cronaca di un uomo geloso che massacra sua moglie"
Clint Eastwood e il Gladiatore, Liliana Segre e L'Amica geniale i punti salienti della rassegna di oggi
La nomina di Alessandro Usai a nuovo presidente Anica e l’arrivo in sala de Il gladiatore II. Poi il ricordo del produttore Galliano Juso, l’intervista a Enrico Vanzina sul suo libro fresco di stampa e l’uscita del volume su Anselmo Ballester e “il cinema dipinto” nei suoi celebri manifesti