6 novembre 2024, la rassegna stampa

Le due candidature di 'Vermiglio' agli Efa, le interviste a Luca Verdone, Kabir Bedi e Paul Mescal. Paolo Sorrentino tra "Parthenopemania" e polemiche con la stampa, Fiorella Infascelli e il suo ‘Camera di consiglio’ girato a Cinecittà

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Ogni mattina CinecittàNews vi presenta un panorama delle notizie con cui i media seguono il mondo dell’audiovisivo

 

FIORELLA INFASCELLI: IL MIO FILM PARLA DI SPERANZA

“Mi piacerebbe che anche oggi si ritrovasse fra noi tutti, fra la gente comune, quell’attenzione, quel coinvolgimento, quel senso etico e quel coraggio di esporsi nelle vicende che riguardano il contesto sociale in cui viviamo”. Così la regista a Fulvia Caprara su ‘La Stampa’ parla del suo Camera di consiglio: la storia dei giudici popolari guidati dal presidente della corte (Sergio Rubini) e dal giudice (Massimo Popolizio), che decisero gli esiti del maxi-processo del 1987 a Palermo contro la mafia. Nelle sei settimane di riprese a Cinecittà – si legge – è stata ricostruita con dovizia di particolari (il costumista è Carlo Poggioli, lo scenografo Tonino Zera) l’appartamento in cui vissero i protagonisti del racconto.

 

LUCA VERDONE: MIO PADRE MARIO E LE CENE CON FELLINI E DE SICA

“Durante la guerra mio padre salvò dalle razzie tutte le pellicole del Centro Sperimentale che i nazisti volevano portare in Germania o distruggere”, racconta a Flaminia Gallo su ‘Fortune Italia’ Luca Verdone, regista di Mario Verdone: il critico viaggiatore, coprodotto e distribuito da Luce Cinecittà, che dopo la presentazione alla Festa del Cinema di Roma approda al Festival del Cinema Europeo di Lecce. “Nel dopoguerra, quando rientrò al CSC, fu una figura fondamentale anche per alcuni studenti. (…) . A quelle lezioni era presente anche il premio Nobel Gabriel Garcia Marquez, con il quale poi mio padre, insieme a Birri, fondò a Cuba la Scuola del Cinema Latino Americano”.

 

KABIR BEDI: MIA MADRE GANDHIANA MI HA INSEGNATO IL RISPETTO PER LE DONNE

“Sono amico delle donne, il cinema è un ambiente difficile per loro, ho sempre fatto il possibile per aiutarle”, afferma l’attore che negli anni ’80 fu il celebre Sandokan dell’omonima seguitissima serie Rai, in un’intervista a Claudia Catalli su ‘la Stampa’. “Il mio modello di vita è mia madre, una donna eccezionale, seguace di Gandhi, ha fatto parte del movimento indipendentista dell’India, ora è una monaca buddista”. Bedi parla del suo nuovo ruolo nel film tv Questione di stoffa di Alessandro Angelini. “Anche il mio personaggio è un pacifista, non incentiva la competizione, punta a placare gli animi. Mi ci ritrovo molto”.

 

PARTHENOPE TRA SUCCESSO, FENOMENO E MANIA

“Un film diventa un fenomeno quando travalica le sale, prima è ‘solo’ un film di successo”, scrive Alberto Crespi su ‘la Repubblica’. “Il fenomeno Parthenope è partito con le anteprime di settembre (…) poi sui social, dove ‘spacca’ in tutti i sensi”, continua il critico, parlando del delirio napoletano tra statuette e t-shirt ma riportando anche le opposte posizioni sull’ultima opera di Sorrentino – comprese quelle di chi lo ritiene offensivo e blasfemo – per chiosare con la sua: “è un film bello e non facile, e se un simile film diventa un fenomeno di costume vuol dire che il cinema è ancora vivo. Brindiamo”.

 

PAUL MESCAL: “NE IL GLADIATORE II MI SONO SENTITO COME UN BAMBINO CHE REALIZZA I SUOI SOGNI”

“Ridley (Scott, ndr) mi ha detto che del mio nervosismo non sapeva che farsene, e mi ha ricordato che anche Brad Pitt prima del suo Thelma & Louise aveva fatto poco e niente, e così Sigourney Weaver per Alien”, racconta il 28enne attore irlandese a Valerio Cappelli sul ‘Corriere della Sera, parlando del film in uscita il 14 novembre in cui per interpretare il figlio segreto di Massimo Decimo Meridio (Russell Crowe) ha messo su otto chili di muscoli. “Per convincere Ridley delle mie capacità fisiche gli ho detto che sono capitano in una squadra gaelica di calcio”.

 

SORRENTINO: “PARTHENOPE RACCONTA SOLO UN’EMOZIONE”, E LASCIA LA SALA A PALERMO

“Non voglio sentire nessuna interpretazione del film: ho fatto Parthenope solo per raccontare un’emozione. Questo è tutto”. Così il regista ha chiuso sul nascere il dibattito col pubblico riunito per la presentazione del suo film al cinema Rouge et Noir di Palermo, per poi lasciare la sala, a soli dieci minuti dall’inizio dell’incontro. Lo racconta Irene Carmina su ‘la Repubblica’, riportando come Sorrentino abbia risposto infastidito alle diverse domande rivoltegli – tra le quali una sul tax credit e una sul suo film Loro (2018) – dicendo che non era la sede o il momento giusto per parlarne.

 

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