Nel 1984 Prince, insieme alla sua band The Revolution, pubblica quello che diventerà il suo album più venduto e una pietra miliare della cultura pop degli anni Ottanta. Purple Rain venderà la cifra astronomica di 25 milioni di copie.
E il 27 luglio dello stesso anno usciva al cinema il film con lo stesso titolo. Per quattro decenni, il film con il folletto di Minneapolis – il grande Prince – ha occupato un posto unico e prezioso nel pantheon della cultura cinematografica anni 80. Arrivato nelle sale all’apice del fenomeno iniziale di MTV, è riuscito a far entrare nella fibra del grande schermo uno stile visto solo nei video musicali di breve durata. Prince, nei panni di “The Kid“, interpreta essenzialmente se stesso, a differenza di qualsiasi altro protagonista prima o dopo, come effetto speciale che nessuno studio avrebbe potuto replicare.
Anche se molti detrattori dicono che nessuno ha mai guardato Purple Rain per la storia, il soggetto è questo: vittima della sua stessa rabbia, Kid (Prince) è un musicista di Minneapolis in ascesa con la sua band, i Revolution, che sfugge a una vita familiare tumultuosa attraverso il suo talento artistico. Cercando di evitare di commettere gli stessi errori del suo truculento padre (Clarence Williams III), Kid si muove nella scena dei club e in una relazione difficile con un’affascinante cantante, Apollonia (Apollonia Kotero). Ma un altro musicista, Morris (Morris Day), vuole rubare la scena a Kid e alla sua ragazza.
Secondo First For Women, Vanity e Jennifer Beals erano state inizialmente prese in considerazione per la parte romantica che alla fine è andata ad Apollonia Kotero. Vanity (al secolo Denise Katherine Matthews) ottenne un ruolo in un altro film, dimettendosi dalla band protetta da Prince (le Vanity 6) e la Beals era concentrata a frequentare Yale, così la Kotero, attrice pressocché sconosciuta, guadagnò la sua grande occasione.
Dopo aver vinto il concorso di bellezza Miss San Pedro e aver avuto un periodo come cheerleader per i Los Angeles Rams nei primi anni ’80, Apollonia Kotero si lanciò nella recitazione, apparendo in film e serie televisive come CHiPs e Fantasy Island. Mentre usciva con il cantante dei Van Halen – David Lee Roth – a Los Angeles decise di fare il provino per Purple Rain. Aver scritturato la Kotero portò a costruire il personaggio, onestamente non così approfondito e brillante, intorno a lei. Tanto che pure il nome dell’ attrice e del “character” coincidono.
All’uscita nelle sale il film spaccò in due la critica americana. Dalla costa Est a quelle Ovest non furono risparmiati né strali né stelle di compiacimento. Prince, comunque, incassò il sostegno dei due guru Gene Siskel e Roger Ebert. Il temuto duo televisivo Siskel & Ebert che più di ogni altro influenzava i gusti del pubblico degli Stati Uniti procurò, secondo i ben informati, più di un incubo al “principe della musica” alla vigilia della release di Purple Rain.
“Lo faranno a pezzi” sembra che Prince ripetesse continuamente in quei giorni. La realtà fu molto più dolce. Non contenti di aver dato al film una recensione entusiastica, i due rivisitarono il film più volte nel corso del 1984, compreso uno speciale “X-ray” che spiegava a fondo perché il film funzionava così bene.
Roger Ebert scrisse: “È una sorta di combinazione tra un concerto rock e un musical nel backstage. Prince è il protagonista di questo film emozionante, basato in un certo senso sulla sua vita. Ha una soluzione interessante al problema di cercare di combinare una storia drammatica con molte riprese musicali. Nel film ci sono lunghi passaggi in cui la musica è quasi un muro contro muro e poi ci sono brevi scene drammatiche, nitide e altamente emotive, in cui il dramma è condensato in intensi scambi emotivi. Il risultato è una delle migliori combinazioni che abbia mai visto tra musica e dramma. È il primo film che fanno insieme, Prince e Apollonia hanno una chimica romantica davvero entusiasmante”.
Dall’altra parte dello spettro ci fu il critico cinematografico Vincent Canby del New York Times. Non solo non apprezzò il film, ma lo massacrò senza pietà. Canby definì il film “completamente privo di umorismo” e sostenne che “le scene fuori dal palcoscenico sono completamente senza senso”. Insomma definì Purple Rain: “una copertina di un album fatta passare per un film”.
Critiche positive o negative fu poco importante per il pubblico adorante di Prince che andò a vederlo in massa. Alla fine il film incassò quasi 10 volte quanto era costato, facendo registrare oltre 70 milioni di dollari al botteghino a fronte dei 7,2 milioni di budget.
William Blinn, produttore esecutivo della serie televisiva Fame, scrisse la prima bozza della sceneggiatura dal titolo: Dreams. La terminò il 23 maggio 1983 per poter tornare sul set in tempo per la terza stagione del suo show. Secondo il regista Alber Magnoli quella versione era penosa e la riscrisse. E lo stesso Prince ha riscritto da solo parte della sceneggiatura. A volte, durante le riprese, Prince sosteneva che i dialoghi non erano abbastanza “incisivi”, poi si sedeva sul pavimento e li riscriveva.
Il Minnesota Dance Theatre ha accolto il cast, composto per lo più dai membri delle band The Revolution e Morris Day and the Time. Fu Prince ad iscriverli soprattutto per metterli in forma. Dopo che alcuni si lamentarono del fatto che si esercitavano guardando video di Jane Fonda e facendo jazz hands, Prince ha smesso di rendere obbligatoria la frequenza.
I produttori del film pagarono 100.000 dollari per chiudere il leggendario club musicale First Avenue & 7th St Entry di Minneapolis dal 26 novembre al 20 dicembre 1983, al fine di girare le numerose performance musicali del film. Alla fine, il film fu girato in una sola settimana.
Prince diede a Magnoli 100 canzoni da scegliere per il film. La decisione del regista di includere When Doves Cry fu messa in discussione dal manager di Prince, Rob Cavallo, che non pensava che sarebbe stata un successo perché non aveva una linea di basso. Purple Rain non era nemmeno una delle 100 canzoni; Magnoli la sentì dal vivo alla First Avenue e la amò immediatamente.
Prince insistette affinché Apollonia rompesse con David Lee Roth. Non voleva che la sua co-protagonista fosse nota per essere uscita con qualcuno di famoso e le fece promettere di non uscire con nessuno pubblicamente durante la promozione di Purple Rain. Inoltre, lei doveva mangiare solo quello che mangiava lui.
Apollonia ha sofferto di ipotermia dopo essere entrata nel lago. La scena in cui The Kid dice ad Apollonia di purificarsi nelle acque del lago Minnetonka è stata girata sulla riva nord del Cedar Lake di Minneapolis, il secondo giorno di novembre. Riuscì a tuffarsi quattro volte prima di sentirsi “delirante” e aver bisogno di cure mediche. Hanno finito di girare quella scena settimane dopo nella soleggiata California.
Dopo la prima proiezione del film, i dirigenti dello studio pensarono che fosse un “pasticcio” e non abbastanza commerciale da essere proiettato in più di 200 sale. Rob Cavallo, disperato, fece una soffiata a tre critici cinematografici per una proiezione segreta a San Diego. Quando i critici di Rolling Stone, Los Angeles Times e Newsweek scrissero tutti recensioni entusiastiche di Purple Rain, la Warner Bros. decise di proiettarlo su 900 schermi in tutta la nazione. Il film fu un successo!
La mini serie debuttava il 19 dicembre 1964, in prima serata su Rai Uno: Lina Wertmüller firma la regia delle 8 puntate in bianco e nero, dall’originale letterario di Vamba. Il progetto per il piccolo schermo vanta costumi di Piero Tosi, e musiche di Luis Bacalov e Nino Rota
Il capolavoro con Gene Wilder è uscito il 15 dicembre 1974: mezzo secolo di follia e divertimento targato Mel Brooks
Il 14 dicembre 1984 usciva nelle sale un film destinato, molto tempo dopo, a diventare cult
Il 10 dicembre 1954 esplode il mito popolare di Alberto Sordi, l’Albertone nazionale. È la sera della prima di Un americano a Roma