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“Timothée Chalamet non si è solo vestito con i panni del più grande poeta musicale del Novecento, ha osato addirittura cantare al suo posto”. Pur avendo visto solo il trailer di A complete unknown, il film di James Mangold che uscirà a dicembre, Gino Castaldo su ‘la Repubblica’ mette in guardia gli spettatori citando numerosi biopic realizzati su altri geni della musica mondiale, ponendo una domanda chiave: “Verrà usata la voce originale di Dylan o è l’attore a riprodurla? Diciamo che per chi scrive la scelta non dovrebbe esistere. Se si fa, bisogna usare la voce originale, punto, perché è inimitabile”.
“Un filmino di famiglia un paio di minuti girato intorno al 1930” (…) con Stanley Kubrick a due-tre anni, in “braghette corte e capelli col ciuffo, che scorrazza per le strade del Bronx con l’aria imbronciata di sempre”: è la prima delle due “chicche” menzionate da Fabrizio Accattino nel suo articolo su ‘La Stampa’ dedicato al canale ufficiale curato dalla famiglia del grande regista, sbarcato un paio di mesi fa su youtube. L’altro video inedito, di cui vengono svelati alcuni momenti imperdibili, è il documentario di Paul King Shine On, The Forgotten Shining Location, “una preziosissima operazione di archeologia cinematografica, gigantesco controcampo di un capolavoro”.
“Non evito alcun tipo di genere o di budget,” afferma l’attore tre volte candidato all’Oscar, poi regista di Falling – Storia di un padre e The Dead Don’t Hurt, in un’intervista a David Canfield su Vanity Fair . “Se qualcuno mi proponesse il film X, fosse anche la terza o la nona parte di una saga, e io pensassi che si tratta di un bel personaggio e ritenessi di poter dare il mio contributo, lo farei. Ma di solito non sono scritti bene, tendono a essere prevedibili. Però, c’è sempre la possibilità di ritrovarmi senza soldi (…) Finché riesco a pagare l’affitto e a far funzionare la mia vita privata, tengo duro”.
“Trap è stata un’esperienza meravigliosa”, racconta a Simona Siri su Vanity Fair il protagonista dell’ultimo film di M. Night Shyamalan, dalla sua casa nella campagna inglese dell’Hampshire. “Mi ha permesso di spingermi oltre i limiti, perché sentivo di avere in lui (il regista, ndr) un partner in completa sintonia”. “Rimpianti per l’allontanamento da Hollywood? Non fare nulla di diverso”, continua l’attore, “ho sempre cercato di fare cose nuove, esplorare nuovi modi di fare film, lavorare con registi giovani, scommettendo su di loro. Questo approccio mi ha reso la persona che sono”.
“Mi sono sentita presa per mano. Lui questo film l’ha costruito ora per ora. (…) È stato bello alzare le mani e dire: ‘Fai di me ciò che vuoi’, racconta la protagonista de La vita accanto, in concorso al festival di Locarno, parlando dell’ultimo film di Marco Tullio Giordana, con il quale già 20 anni fa recitò ne La meglio gioventù. “Per diventare Erminia (una pianista di fama internazionale) ho ripreso a esercitarmi al piano mesi prima. (…) Io sono cresciuta giocando per strada. Molto presto, però, sono stata messa a studiare. Non avevo una gran voglia di trascorrere ore e ore a fare solfeggio. Ma riconosco che quella fatica mi ha portato tanto. Ero una bambina musicale”.
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Nella rassegna stampa di oggi l'intervista a Lily-Rose Depp, protagonista di Nosferatu, al nuovo Zorro Jean Dujardin e al regista palestinese Rashid Masharawi
Tra le pagine dei giornali oggi una rocambolesca lite tra Vanzina e Eastwood per un parcheggio, l'accusa di Variety contro la serializzazione a Hollywood, un'intervista a Paola Minaccioni e il doc di Giovanna Gagliardo su Cesare Pavese
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