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Le pagine di spettacolo di oggi sono quasi completamente occupate dal ricco programma di film annunciato ieri alla conferenza stampa di Venezia 81 dal direttore artistico Alberto Barbera. Guerra, eros e scandali i grandi temi al centro delle cinque opere italiane in concorso, sottolineati nei titoli da diverse testate. Uno tra i tanti, “Sesso, scandali e pandemie” è quello scelto da ‘la Repubblica’ per l’articolo di Arianna Finos, che ripercorre uno ad uno gli argomenti dei film in gara di Gianni Amelio (Campo di battaglia, con la sconfitta di Caporetto e la pandemia di influenza spagnola), Maura Delpero (Vermiglio, ancora la guerra, pur se vista in lontananza), Giulia Louise Steigerwalt (Diva futura, la storia dell’agenzia di Riccardo Schicchi, inventore del porno made in Italy), Fabio Piazza e Andrea Grassadonna (Iddu, nuovo capitolo della storia della mafia con la caccia a Matteo Messina Denaro), e Luca Guadagnino (Queer, “che guida la linea rossa del sesso ritrovato sul grande schermo alla Mostra e promette scandalo”). Quest’ultimo film, scrivono tutti i giornali riportando le parole di Barbera, “è stato girato a Cinecittà, dove è stato ricostruito un intero quartiere messicano”.
“Gli americani tornano in massa, completi di superstar ad uso tappeti rossi e paparazzi, per far dimenticare il grande vuoto dell’anno scorso, quando, causa sciopero a Hollywood, i titoli si avvicendavano senza il fondamentale supporto dei loro interpreti”, scrive Fulvia Caprara su ‘la Stampa’, che come altre testate dà spazio ai nomi al momento annunciati come presenze certe a Venezia 81: da Brad Pitt e Angelina Jolie alla loro prima volta da separati al Lido, a Lady Gaga, Joaquin Phoenix, George Clooney, Cate Blanchett, Julianne Moore, John Turturro, Tilda Swinton – solo per elencarne alcune – e tantissime altre grandi star italiane e internazionali.
“Non cerchiamo il ‘reale’, ma la rappresentatività del reale e l’occasione per raccogliere i racconti, le storie, le riflessioni su noi umani”, spiegano a Marco Miazzo sul ‘Gazzettino’ di Padova Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, i registi del documentario fuori concorso a Venezia 81 Bestiari, Erbari, Lapidari. “Un documentario ‘enciclopedia’ che vede protagonista l’arte e la natura dell’Orto botanico, vero e proprio fiore all’occhiello dell’ateneo padovano” – scrive Miazzo. “L’opera è una produzione Montmorency Film con Rai Cinema e sarà distribuita da Luce Cinecittà a partire da ottobre”.
Su ‘la Repubblica’ Anais Ginori intervista il regista che porta a Venezia 81 Why War?, libera trasposizione di Perché la guerra?, il memorabile carteggio tra Albert Einstein e Sigmund Freud pubblicato nel 1933, quando l’Europa era già sul baratro del conflitto. “Il libro prosegue la mia ricerca su come si possano evitare conflitti armati, su come sia possibile trovare soluzioni pacifiche per conciliare posizioni distanti”, spiega Gitai. “Uno straordinario dialogo tra due intellettuali geniali, su cui ho costruito un film poetico dove la guerra non si vede mai”.
“Se fosse successo quando avevo vent’anni mi sarei sentita arrivata”, rivela ad Elvira Serra sul ‘Corriere della Sera’ l’attrice, che interpreta la spietata Antonia nella serie kolossal di Roland Emmerich girata a Cinecittà, uscita il 19 luglio su Prime Video. “Invece oggi so gioire del traguardo, ma lo so mettere al suo posto. Il punto di Equilibrio è la mia famiglia”. “Il mio sogno sarebbe stato lavorare con Philip Seymour Hoffman, che non c’è più”, aggiunge Pession. “Con Antony Hopkins (che nella serie è Vespasiano) ho avuto la fortuna di farlo. Ora direi Cillian Murphy, un genio di attore”.
L’evento ‘Extravillae’ è pronto a chiudere il sipario domenica 28 luglio a Villa d’Este di Tivoli con “un gran finale”, si legge in un articolo firmato E.Cer. sul ‘Messaggero. “Alle 21.20, 100 annidi Luce, lo spazio dedicato dalla kermesse al centenario dell’Istituto Luce con il suo archivio patrimonio Unesco, proprio come i siti storici della Città dell’Arte, da cui sono stati estrapolati filmati cult: tra questi la visita di Rita Hayworth a Villa d’Este e un altro su una sfilata di moda negli anni’60 sempre nella cornice della celebre dimora”.
“Questo moderno The Decameron ha un grande sfarzo visivo grazie soprattutto ai costumi creati dalla premio Oscar Gabriella Pescucci”, scrive Maria Giulia Comolli sul settimanale ‘Chi’, descrivendo la serie diretta da Mike Uppendahl ispirata al capolavoro omonimo di Boccaccio, disponibile su Netflix dal 25 luglio. “Le riprese si sono svolte effettivamente in Italia, tra Viterbo e Roma – si legge – con gli interni e parte della facciata dell’immaginaria Villa Santa di Firenze ricreati negli studi di Cinecittà”.
La sede regionale del Centro Sperimentale di Cinematografia (CSC) dedicata al Reportage sarà dedicata ad Andrea Purgatori. Lo rende noto un trafiletto sul ‘Corriere della Sera’ riportando la decisione del Consiglio d’Amministrazione CSC, completa di motivazioni, pubblicata sul sito del centro: “Ad un anno dalla scomparsa, il nome e la memoria di Andrea, figura unica di giornalista d’inchiesta e autore cinematografico, ideatore di programmi di reportage giornalistici d’approfondimento e scrittore professionista per la serialità, sono stati scelti dalla governance del Centro Sperimentale come riferimento ideale dei programmi di formazione del cinema della realtà”.
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