24 aprile 2024, la rassegna stampa

Il noir censurato di Zhang Yimou al Far East Festival in Italia, l'intervista a due di Ryan Gosling e Emily Blunt, Melvil Poupaud celebra Marcello Mastroianni a Cannes e Ashkan Khatibi, il regista iraniano perseguitato dal regime ora al Teatro Franco Parenti di Milano

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Zhang Yimou e il suo noir censurato in Cina finalmente in Italia al Far East Festival

Sono passati 6 anni dalla sua ultima volta in Italia come ospite alla Mostra del Cinema di Venezia e stavolta, Zhang Yimou torna per presentare il suo nuovo noir urbano al Far East Festival di Udine, vetrina occidentale del cinema asiatico che apre oggi. Under the light denuncia i legami tra politica, affari e malaffare, temi che sono costati al film quasi quattro anni d’attesa e vistosi tagli prima di poter uscire nelle sale cinesi. A Giuseppina Manin del Corriere della sera, il regista conferma le somiglianze tra Under the light e House of cards: “Le storie e i retroscena sociali sono completamente diversi, ma sia il mio film che la serie americana, gettano luce sul dualismo della natura umana, la sua complessa intima essenza”.

Elio Germano su Daniele Luchetti: “mi stimola la libertà che si prende”

Al suo quarto film con Daniele Luchetti, Confidenza, in uscita oggi 24 aprile nelle sale, Elio Germano racconta ad Arianna Finos de La Repubblica della sua stima nei confronti del regista: “mi stimola la libertà che si prende, il non puntare al risultato, mettersi in crisi. Spesso il nostro è un lavoro orientato al business: il film deve “funzionare”, cosa che finisce per condizionare tutto”.

Melvil Poupaud “I set italiani mi sorprendono “motore”, “silenzio” e tutti parlano lo stesso”

A breve nelle sale con Il coraggio di Blanche nel ruolo del marito geloso e perfino omicida, Melvil Poupaud alla 77esima edizione del festival di Cannes celebrerà Marcello Mastroianni con il film Marcello mio in concorso. A Piera Detassis di Elle, l’attore racconta di come nel film ci siano tutti “proprio come una famiglia allargata” da Chiara Mastroianni e Benjamin Biolay, Catherine Deneuve e Fabrice Luchini. “Ciascuno interpreta il ruolo di se stesso e nessuno lo è davvero”.

Emily Blunt su Ryan Gosling: “In passato ci siamo incrociati ad alcuni eventi. Ero io la prima a salutarlo”

Che tra loro ci sia dell’alchimia lo avevamo capito durante la notte degli Oscar, con il loro siparietto sulla “rivalità” tra i loro rispettivi film Barbie e Oppenheimer. Tra poco però, saranno al cinema con The fall guy in uscita nelle sale dal 1° maggio, così Ryan Gosling e Emily Blunt raccontano a Chiara Oltolini di Vanity Fair del loro nuovo sodalizio. “Io e Ryan lavoriamo in modo simile” spiega Blunt “entrambi vogliamo vedere fino a che punto possiamo spingerci in una scena per far ridere l’altro”. “Il nostro primo incontro è stato a casa di Emily con il regista David Leitch e la produttrice Kelly McCormick. “Ci siamo messi subito a lavoro e Emily ci ha offerto un sacco di spuntini e caffè, così ho pensato: “Benone finché arrivano tutti questi snack” racconta Gosling.

Ashkan Khatibi: “In Iran ero una star, sono scappato in Italia. La generazione Z farà crollare il regime”

Ormai in Italia da otto mesi, il regista iraniano racconta a Valentina Colosimo di Vanity Fair della dura realtà nel suo paese: ” la sceneggiatura deve essere approvata dal ministero. Se hai l’ok, sul set vengono persone del regime a controllare ed è un disastro. Per esempio, se stai girando una scena per strada e sullo sfondo spunta una donna con il velo messo male, si deve rifare tutto. Il protagonista deve avere un bel nome musulmano, l’ideale è Mohammed o Alì. I cattivi non si possono mai chiamare così, meglio nomi ebrei tipo David” spiega Ashkan Khatibi. “Mi hanno prelevato sotto casa, incappucciato e portato in una sala per tutta la notte. Mi hanno picchiano, dileggiato, accusato e mi hanno obbligato a firmare un foglio in cui mi dichiaro colpevole”. “Sono grato all’Italia, perché è stato l’unico Paese ad aiutarmi, non solo a scappare ma anche a tornare sul palco, a fare il mio lavoro”. Ora al teatro Franco Parenti di Milano con Le mie tre sorelle, il regista iraniano continua la sua battaglia da qui “far capire cosa subiscono le ragazze iraniane oggi: ieri ne è stata uccisa un’altra perché girava senza velo”.

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24 Aprile 2024

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