2019 anno record per i cinema europei: aumentati del 4,5% gli spettatori

Nell’Unione Europea si tratta del miglior risultato degli ultimi 15 anni. L'Italia è il primo mercato per crescita degli incassi, +14,4%, e delle presenze, +13,6%


Gli spettatori nei cinema europei sono aumentati del 4,5% nel 2019, con oltre 1,34 miliardi di biglietti – un dato che non si raggiungeva dai primi anni ’90. Nell’Unione Europea si tratta del miglior risultato degli ultimi 15 anni, con gli spettatori che raggiungono la soglia del miliardo per la prima volta dal 2004. In attesa dei risultati definitivi in diversi territori, si può già prevedere che il box office complessivo in Europa ha superato 8,5 miliardi di euro, rispetto agli 8 miliardi del 2018. Per i territori UE, le stime indicano oltre 7,1 miliardi di euro di incasso (nel 2018 erano 6,8 miliardi).

A guidare la classifica sono stati principalmente titoli internazionali, tra cui: Il Re Leone, Avengers: Endgame, Joker, Frozen 2, Toy Story 4. Ciò nonostante, diversi titoli nazionali hanno ottenuto un grande successo, tra cui Non sposate le mie figlie 2 (Francia), Das perfekte geheimnis (Germania, remake di Perfetti sconosciuti), Jagtsaeson (Danimarca). In Russia le sale cinematografiche hanno attirato la cifra record di 216,3 milioni di spettatori, terzo anno consecutivo sopra i 200 milioni, il doppio rispetto al 2007. La Russia è di nuovo leader in Europa, meglio della Francia che pure ha realizzato la cifra impressionante di 213,4 milioni di spettatori, la seconda migliore performance dal 1966.

Il Regno Unito, terzo miglior risultato in Europa per numero di spettatori, ha incassato oltre 1,25 miliardi di sterline, facendo seguito al 2018, anno dei record. In Spagna miglior risultato dal 2009, con il superamento della soglia simbolica dei 100 milioni di spettatori (+37% rispetto al 2013, anno in cui l’industria è stata funestata dall’improvvido aumento dell’IVA sui biglietti). Anche l’Italia ha superato la soglia dei 100 milioni di presenze, soprattutto grazie a una forte stagione estiva e agli sforzi promozionali congiunti dell’industria, con un aumento percentuale degli incassi, del 14,4 per cento, e delle presenze, +13,6%, che evidenzia il miglioramento più significativo tra i principali mercati europei.

Dopo un 2018 difficile, la Germania è cresciuta del 12,6%, risultato analogo a quello verificatosi in Austria e Svizzera. Crescita progressiva in Olanda per l’industria nazionale, con la cifra record di 38 milioni di spettatori nel 2019. Danimarca (+4,5% incassi, +1,8% presenze) e Finlandia (rispettivamente +6,3% e +4%) hanno goduto di una buona crescita, grazie a una produzione nazionale di successo che è entrata nei Top 5. Meno bene Svezia (-0,9% e -2,9%) e Norvegia (-5,3% e -6,8%), tra i pochi territori europei in perdita rispetto all’anno precedente.

In Polonia risultato record con 60,9 milioni di spettatori, grazie all’ottimo esito della produzione nazionale, cresciuta del 63% rispetto al 2010; buoni risultati in Bulgaria (+6,5% incassi, +2,4% presenze), Ucraina (entrambi +7%) e Slovacchia (+12,8% e +9,3%), dove gli spettatori sono triplicati negli ultimi 15 anni. Spettatori record anche nei Paesi Baltici, in particolare Estonia e Lettonia, con un titolo nazionale in testa alla classifica. Stessa situazione nei Balcani (in Slovenia miglior risultato dal 2012). L’apertura di nuovi cinema e un film nazionale di grande successo hanno provocato un balzo delle presenze in Albania: +69,9%! Meno bene la Turchia, dove un aumento del prezzo medio del biglietto ha causato incassi in aumento ma una diminuzione delle presenze, anche a causa di dissapori interni all’industria.

Il dato medio di tutti i 38 paesi UNIC- Unione internazionale dei cinema resta stabile per quanto riguarda il numero di visioni in un anno per abitante: 1,5. Il dato più alto (3,3 e 3,2) si è registrato in Irlanda e Francia, seguite da Estonia (2,8), Regno Unito (2,7), Danimarca e Spagna (entrambe a 2,3). Anche se il dato è ancora parziale, le quote di mercato del cinema nazionale più alte si sono registrate in Turchia (54%), Francia (35%) e Polonia (28,8%). Tutte sopra il 20% Repubblica Ceca, Danimarca, Italia, Albania, Estonia, Russia, Germania e Lettonia.

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19 Febbraio 2020

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