18 luglio 2024, la rassegna stampa

I nuovi vertici di Cinecittà, le interviste a Lone Scherfig, Sergio Castellitto, Silvia D’Amico, David Cage e ai Fratelli D’Innocenzo


Ogni mattina CinecittàNews vi presenta un panorama delle notizie con cui i media seguono il mondo dell’audiovisivo

 

MANUELA CACCIAMANI NUOVO AD DI CINECITTÀ, SBARIGIA RICONFERMATA PRESIDENTE

Su tutte le principali testate la notizia della nomina di Manuela Cacciamani a nuova AD di Cinecittà e della riconferma di Chiara Sbarigia alla presidenza. L’annuncio arriva dal sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni: “Cacciamani è una professionista competente della quale negli anni ho imparato a conoscere le capacità non solo lavorative ma anche umane, fondamentali per il ruolo che andrà a ricoprire in un’azienda simbolo dell’eccellenza dell’industria dell’audiovisivo italiana e internazionale”, ha sottolineato Borgonzoni. “Ringrazio la presidente uscente Chiara Sbarigia, che è stata riconfermata, per il grande lavoro svolto nello scorso mandato, e le faccio un immenso in bocca al lupo per le importanti sfide che la vedranno impegnata e che ci attendono. Sono certa che svolgeranno al meglio questo avvincente, ma al contempo complesso compito”, prosegue il sottosegretario, che ha rivolto «i migliori auguri di buon lavoro agli altri nominati nel Cda: Isabella Ciolfi, Giuseppe De Mita ed Enrico Cavallari”.

LONE SCHERFIG: IL MIO NUOVO FILM? UN CUGINO SUDAMERICANO DI NUOVO CINEMA PARADISO

“Mi sento molto più legata al cinema italiano neorealista che ai film di Ingmar Bergman o di Carl Theodor Dreyer.”, racconta ad Hakim Zejjari sul ‘Domani’ la regista danese, in Italia per presentare il suo La bambina che raccontava i film, con Daniel Brühl e Berenice Bejo all’Umbria Film Festival”.  “Non è un caso se Italiano per principianti (Orso d’Argento a Berlino) è un film ‘Dogma’ (da “Dogma 95, ndr), perché, come per il neorealismo, c’era un vero amore per la realtà: girare per strada, macchina a mano, catturare persone autentiche, sperando di sfruttare le loro storie personali”.

SERGIO CASTELLITTO: UNO NESSUNO E CENTOMILA, UN PALLINO DELLA MIA VITA

“Pirandello è lo snodo cruciale tra il teatro ottocentesco e quello della psicanalisi”, racconta l’autore, attore e presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia a Fulvia Caprara su ‘La Stampa’. Castellitto interpreta Ugo, regista impegnato a mettere in scena Come tu mi vuoi di Pirandello nel film Chi lo sa? (2001) del maestro della Nouvelle Vague Jacques Rivette, proposto in versione integrale al festival di Taormina. “Non mi sono mai considerato un autore e, a dir la verità, non sono mai stato riconosciuto come tale. Non è che mi sono arreso, ma ho imparato a essere contento di essere un attore, ogni tanto prestato alla regia”.

SILVIA D’AMICO: NELLA VITA OCCORRE RALLENTARE

“Ogni film è un viaggio che ci porta a fare una riflessione su noi stessi”. Su ‘Famiglia Cristiana’ Fulvia Degl’Innocenti intervista la protagonista di L’invenzione di noi due di Corrado Ceron, con Lino Guanciale. “Io di solito nella coppia sono quella che trascina, che non si ferma mai, ma interpretare Nadia mi ha fatto capire che occorre anche rallentare, fermarsi e fare i bilanci tra i pro e i contro, e valutare se impegnarsi per ricostruire un legame e progredire insieme o lasciarlo andare”.

DAVID CAGE: FELLINI, LEONE E KUROSAWA I MIEI RIFERIMENTI

“All’inizio l’industria cinematografica non aveva molto rispetto per i videogiochi. In un certo senso avevano ragione, eravamo agli inizi (…), ma poi siamo cresciuti, e ora il dialogo tra le due forme d’arte è molto più interessante”. Damiano D’Agostino sul mensile Molto Futuro intervista l’autore, che ha lavorato anche con David Bowie e Willem Dafoe, premiato con la Stella della Mole al MNC di Torino, per aver avvicinato le arti di monitor e schermo. “Molti registi giocano ai videogiochi, sono parte della loro cultura artistica. Quando fanno film trasportano questo bagaglio con loro”.

I FRATELLI D’INNOCENZO: IN FUTURO UN FILM DA PETROLIO DI PASOLINI

“II nostro cinema è quello degli ultimi, pensiamo a I poveri di William T. Vollmann che è stato un riferimento diretto per la serie Dostoevskij. lo e mio fratello siamo i primi a essere ultimi”, raccontano a Chiara Di Clemente sul ‘Quotidiano Nazionale i due registi, impegnati in questi giorni ad accompagnre la proiezione nei cinema della serie tv, che andrà in onda su Sky. “Siamo sempre stati dove sono i disadattati e questo non in senso denigratorio, ma al contrario. Tra gli ultimi, tra i randagi si è molto più spontanei, ci sono meno apparati che appartengono alla finzione”.

 

 

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