11 aprile 2024, la rassegna stampa

Il premio alla carriera a Milena Vukotic, ‘Civil War’ e il presente degli Stati Uniti, i “non divi” italiani in guerra contro Netflix. Poi le interviste a Catherine Deneuve, Margherita Vicario e Giulio Base


Ogni mattina CinecittàNews vi presenta un panorama delle notizie con cui i media seguono il mondo dell’audiovisivo

 

DAVID 2024, PREMIO ALLA CARRIERA A MILENA VUKOTIC

Su tutte le pagine di spettacolo la notizia che il Premio alla Carriera della 69ma edizione dei David di Donatello sarà consegnato il 13 maggio alla grande attrice, nel corso della cerimonia che sarà trasmessa in diretta su Rai 1 dagli Studi di Cinecittà. “Vukotic, romana, classe 1935, ha attraversato con grazia e ironia 60 anni di storia del cinema, del teatro e della televisione”, scrive il ‘Corriere della Sera’. “Attrice di grande eleganza, è stata protagonista di interpretazioni ricche di poesia e intelligenza che hanno affascinato molti grandi autori”.

CIVIL WAR, “IL PRESENTE DEGLI STATI UNITI D’AMERICA”

“Non è fantapolitica la distopica guerra civile americana messa in scena nel nuovo film di Alex Garland”, scrive Teresa Marchesi su ‘Domani’. “È l’inquietante ritratto di un’America che si ostina pericolosamente a dividere il mondo in buoni e cattivi. Ecco spiegato il furioso dibattito al buio divampato sui social d’oltreoceano fin dal primo trailer di Civil War, il più costoso investimento della rampante e indipendentissima A24 che in Italia andrà in sala con 01 Distribution il 18 aprile”.

CATHERINE DENEUVE: “OUI, JE SUIS BERNADETTE”

“Mi sono divertita a portare sullo schermo la rivincita di una donna, che inizialmente non era molto ’pubblica’ o simpatica alla gente”, racconta a Claudia Catalli su ‘Grazia’ l’attrice francese che interpreta Bernadette Chirac, moglie dell’ex presidente francese Jacques Chirac nella commedia La moglie del presidente (dal 25 aprile al cinema). “Lei era molto timida, ma poi con la sua intelligenza e il suo savoir-faire si è saputa conquistare il suo spazio, senza mai restare un passo indietro”.

MARGHERITA VICARIO: NEL MIO FILM DO VOCE ALLE DONNE MUSICISTE NELL’OMBRA

“La musica ha una funzione salvifica, curativa, taumaturgica. Non è una professione, ma una necessità”, racconta l’attrice e regista di Gloria! – il suo esordio in concorso all’ultima Berlinale – a Gian Luca Pisacane su ‘Famiglia Cristiana’. “È stata fondamentale per la mia salute fin da quando ero bambina. Le prime esperienze dal vivo sono state in ospedale, tra i malati. Credo nel ‘servizio civile artistico’, anche se non esiste”, afferma Vicario: “chi ha talento dovrebbe dedicare un’ora al mese, alla settimana, alle persone che soffrono”.

GIULIO BASE: “MARLON BRANDO COME MICHELANGELO”  

“Brando aveva un’incredibile ricerca della perfezione”, racconta a Giovanna Fumarola sul settimanale ‘Oggi’ il neo direttore del Torino film Festival, autore della prefazione dell’autobiografia del mitico attore. “Pensate che persino lo Stanley Kowalski di Un tram che si chiama desiderio, che tutti giustamente consideriamo fantastico, non lo accontentava. In questo senso, Brando era come Michelangelo, che dopo aver finito di scolpire una meraviglia come il Mosé, gli dice: “Perché non parli?”

GLI ATTORI ITALIANI VS NETFLIX, MA SENZA I GEORGE CLOONEY E I BRAD PITT

“Neanche una settimana dopo la discesa in campo del cinema italiano tutto protestano gli attori contro Netflix, in nome dell’equo compenso”, scrive Mariarosa Mancuso su ‘il Foglio’. “Ma il cinema italiano non ha uno star system esportabile”, afferma la critica cinematografica. “Non ha George Clooney, né Brad Pitt, né Zendaya o Chalamet, che hanno sottratto all’ultima mostra di Venezia il film Challengers di Luca Guadagnino. Il grande cinema italiano – sempre celebrato – gli attori li prendeva dalla strada e li faceva doppiare. Il voltafaccia è un po’ brusco, agli occhi degli americani che prendono la recitazione, e il divismo, molto sul serio”.

Giovanna Pasi
11 Aprile 2024

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