100 autori, l’Associazione dell’autorialità cinetelevisiva che rappresenta gli sceneggiatori italiani attivi al cinema e in television, ha pubblicato un comunicato ufficiale in cui dichiara il pieno sostegno allo sciopero indetto dalla Writers Guild of America.
“Stavolta si fa sul serio”. Inizia così il comunicato che riassume le cause dello sciopero che sta rallentando diverse produzioni Hollywoodiane, per poi concentrarsi sul panorama italiano. “Noi in Italia non abbiamo un contratto collettivo che imponga un compenso minimo per gli sceneggiatori, e le nostre condizioni lavorative ed economiche sono enormemente arretrate rispetto ai nostri colleghi d’Oltreoceano. – si legge – Siamo anche meno organizzati e non abbiamo mai scioperato, mentre la WGA ha già paralizzato per 100 giorni il sistema dello spettacolo americano nel 2007-2008. Ma come 100Autori portiamo avanti le nostre lotte per migliorare le condizioni di lavoro di registi e sceneggiatori, e non possiamo che essere totalmente solidali con lo sciopero in atto negli Stati Uniti.
“Il mercato dell’audiovisivo è ormai globale, – conclude il testo – e la nostra solidarietà non sarà solo di facciata ma anche sostanziale: non accetteremo eventuali richieste di sostituzione dei nostri colleghi americani – il cosiddetto ‘dumping’. Le loro lotte sono anche le nostre lotte, la loro capacità di restare uniti è un esempio per gli sforzi che le nostre associazioni di categoria stanno facendo da anni per creare un fronte unitario nella nostra professione, e restituirle la giusta dignità. Sperando che non venga cancellata per sempre da un programma con un acronimo di tre lettere”.
Al fianco della società giapponese ci sarebbe, come socio di minoranza, la Apollo Global Management, colosso del private equity
La responsabile delle armi sul set del western è stata ritenuta colpevole per l'omicidio involontario di Halyna Hutchins. Il processo che riguarda Alec Baldwin si svolgerà a luglio
Al grido di “tanti mestieri, una sola lotta”, in 2000 sono già scesi in piazza domenica 3 marzo a Los Angeles. I sindacati dei tecnici chiedono ai produttori di rinegoziare il loro contratto che scade il 31 luglio.
Il documento sancisce ufficialmente la fine della più lunga battaglia sindacale della storia di Hollywood. Aumentati i compensi minimi e "arginata" l'AI