Può il sogno di un uomo plasmare il senso di meraviglia dell’intera umanità? Se quel sogno appartiene a un individuo chiamato Walt Disney la risposta è semplicemente: “sì”. Quel sogno di un singolo uomo può farlo. E l’ha fatto.
Il 16 ottobre 1923 nasce la Walt Disney Company: una piccola azienda fondata da due fratelli per produrre brevi cartoni animati. 100 anni dopo quella compagnia è la più grande società di intrattenimento che sia mai apparsa nel Mondo, con una divisione cinematografica mastodontica, una massiccia presenza in televisione, un’attività di incredibile successo nel settore dei parchi a tema, un servizio di streaming recentemente lanciato e fiorente, oltre alle mani in pasta nella musica, nei videogiochi, nei portali web e tanto altro ancora.
La Disney di oggi possiede Pixar, Marvel Studios, Lucasfilm, la rete televisiva ABC, ESPN, National Geographic, e così via… Ha prodotto un numero di film dagli incassi stellari e il suo dominio nel campo dei film d’animazione di maggior successo in assoluto è praticamente ineguagliabile. Si potrebbe pensare che la società sia cresciuta fino a raggiungere dimensioni che il suo fondatore Walt Disney non avrebbe mai potuto sognare, ma la verità è che Walt Disney sognava in grande. Cioè, davvero, davvero tanto in grande.
Nel corso della sua vita, ha trasformato le sue visioni in realtà e, dopo la sua scomparsa, l’azienda ha continuato a realizzarle, immaginandone e sviluppandone di nuove.
A soli 18 anni, Walt Disney (nato in un sobborgo di Chicago il 5 dicembre 1901) già lavorava come illustratore commerciale presso il Pesmen-Rubin Commercial Art Studio. Ed è lì che conobbe un artista di nome Ub Iwerks con cui strinse una salda amicizia e un rapporto professionale destinato a cambiare non solo la loro vita, ma quello di milioni di persone. I due provarono ad aprire attività in proprio per produrre brevi cartoon a scopo commerciale, ma non funzionò.
Walt Disney si trasferì allora a Los Angeles poiché suo fratello Roy era già lì e all’epoca si stava riprendendo dalla tubercolosi. Poi convinse anche il suo amico Ub a lasciare Kansas City per Hollywood.
Il 16 ottobre 1923 Walt Disney e Roy Disney fondarono il Disney Bros. Cartoon Studio. Su suggerimento di Roy, la società fu presto ribattezzata Walt Disney Studios, ed è qui che inizia la storia della Walt Disney Company. La società produsse i cortometraggi di Alice nel paese delle meraviglie, in un mix di live action e animazione per i quattro anni successivi e il successo e la crescita portarono Walt Disney ad affittare un intero negozio in Hyperion Avenue per i nuovi studios.
Con un occhio al futuro, Walt scommise sulla creazione di opere interamente animate. Il distributore dei film di Alice era d’accordo con la nuova idea e così Disney e Iwerks crearono un personaggio chiamato Oswald il coniglio fortunato.
Disney produsse 26 episodi dei cartoni animati di Oswald in un solo anno. Ma il distributore era una “volpe” e gli fregò il coniglio con un raggiro sui diritti. La perdita di Oswald fu per Walt Disney un boccone amaro da ingoiare e una dura lezione da imparare. Da quel momento in poi, giurò che avrebbe mantenuto i diritti di tutte le sue creazioni. Questo gli diede anche la motivazione per creare un nuovo personaggio dei cartoni animati, che avrebbe fatto la storia.
Il nuovo character di Walt e Ub Iwerks si chiamava Mickey Mouse. Topolino. I due film con il nuovo personaggio, essendo muti, non riuscirono a trovare un distributore. L’aggiunta del sonoro alla pellicola aveva scatenato una rivoluzione e non c’era più mercato per i film silenziosi. E allora sonoro fu.
Steamboat Willie, il terzo corto (stavolta sonoro) fu un successo immediato. E come oggi così allora, le legge dello spettacolo vuole che ciò che funziona si serializza. Fu commissionato un certo numero di cartoni animati di Topolino, a cui seguì presto una striscia a fumetti.
Walt Disney produsse poi un’altra serie di cartoni animati, le Silly Symphonies. Tra questa serie e quella di Topolino, iniziano a essere introdotti nuovi personaggi, come Paperino e Minnie, e i cartoni animati iniziano a ottenere un riconoscimento più ampio.
Nel 1932, Disney produsse il primo corto animato a colori e si portò a casa un Oscar. Da allora, per tutti gli anni 30, ad ogni benedetta edizione degli Academy Awards la statuetta andò alle creazione della società di Walt Disney.
Ma ricordate: Disney era un sognatore. E per chi vive di visione, il successo presente è già successo, appunto. Bisogna pensare al futuro. E per lui questo equivaleva ad alzare l’asticella: la sfida successiva erano i lungometraggi d’animazione, più popolari e redditizi, a suo modo di vedere.
Nel 1934 mise il personale dello Studio Disney al lavoro su Biancaneve e i sette nani, un processo che avrebbe richiesto quasi quattro anni. Walt si impegnò a fondo per rendere la produzione la migliore possibile, triplicando il budget, rischiando tutto ciò che aveva. La sua fiducia fu ripagata: Biancaneve fu presentato in anteprima nel 1937 e divenne il film di maggior incasso del 1938. Nel 1939 era il film sonoro di maggior successo di tutti i tempi. Biancaneve segna un vero e proprio punto di svolta per Disney: i lungometraggi erano un grande affare, ma la strada da percorrere stava per diventare impervia.
Negli anni successivi arrivarono altri lungometraggi d’animazione: Pinocchio, Fantasia, Dumbo e Bambi, tutti distribuiti nei primi anni Quaranta. Oggi questi film sono considerati dei classici assoluti, ma all’epoca gli incassi non furono così alti. La Seconda Guerra Mondiale imperversava, la gente aveva altro per (e su) la testa e ovviamente il mercato estero era compromesso. Fu un decennio difficile per tutti, Disney compresa.
E così fu di nuovo una principessa a prendere sulle sue spalle la compagnia. Nel 1950 uscì Cenerentola e gli incassi schizzarono alle stelle. dello stesso anno è il primo film al 100% in live-action, L’isola del tesoro. Verso la metà degli anni Cinquanta, Disney entra anche con successo in televisione. Walt Disney era finalmente contento? Neanche per idea. La prossima tappa era fuori dagli schermi e dagli schemi: i parchi divertimenti.
Ma non un classico “luna park” per bambini e ragazzini. Il suo obiettivo era quello di costruire un parco pieno di magia, animato dai suoi personaggi ormai iconici in cui bambini e genitori potessero divertirsi insieme. L’idea originale era di chiamarlo Mickey Mouse Park, ma poi fu cambiata in Disneyland. Roy Disney nutriva dei dubbi sull’idea del parco e così Walt Disney creò la WED Enterprises (oggi nota come Walt Disney Imagineering) come nuova società per finanziare la costruzione del parco.
Dopo un lungo periodo di ricerca, la costruzione del parco iniziò nel luglio del 1954 e fu inaugurato ad Anaheim, in California, appena un anno dopo. Il parco consisteva in una serie di aree tematiche che si diramavano da un nucleo centrale: Adventureland, Frontierland, Fantasyland e Tomorrowland. Alla sua apertura fu un grande successo, con 20.000 visitatori al giorno e 3,6 milioni solo nel primo anno. Disneyland non era come gli altri parchi di divertimento, era qualcosa di nuovo e per questo fu inventato un nuovo termine: parco a tema. Non solo l’idea si rivelò illuminata, ma il sogno di Walt crebbe a dismisura fino a diventare un’enorme creatura a se stante con germinazioni in tante altre parti del mondo e il primato assoluto nel settore del divertimento per famiglie.
Per tutti gli anni ’50 e i primi anni ’60, i Walt Disney Studios continuarono a produrre film e serie televisive di grande successo. Peter Pan, Lilly e il vagabondo, La bella addormentata nel bosco, la carica dei 101, Mary Poppins per citare solo alcuni dei titoli più popolari di un’epoca d’oro che consolidò il nome di Disney al vertice dell’intrattenimento di massa.
Ma il 15 dicembre 1966 il grande sognatore chiuse gli occhi per sempre. Walt Disney si spense prematuramente per un cancro ai polmoni all’età di 65 anni. L’uomo che aveva costruito un impero di così vasta portata non c’era più e la direzione dell’azienda passò al fratello Roy.
Nel corso degli anni Settanta, i Walt Disney Studios produssero alcuni film degni di nota, ma il ritmo di uscita dei lungometraggi d’animazione rallentò un po’ e la maggior parte dei profitti dell’azienda furono realizzati dai parchi a tema. L’azienda lanciò il nuovo canale televisivo Disney Channel, che però non ebbe il successo sperato.
Nel 1983 Ron W. Miller, genero di Walt, assunse la carica di amministratore delegato e spinse per una nuova direzione. La Walt Disney Company perdeva colpi: il pubblico aveva iniziato ad abbandonare i film per famiglie a favore di pellicole più adulte e per ragazzi. Miller aveva intuito qualcosa, e la mossa successiva della Disney fu di grande portata strategica.
La famiglia non era più abbastanza. Bisognava mordere nuove fette di mercato in un ecosistema cinematografico in mutazione continua.
Nel 1984 la Disney lancia una nuova etichetta di distribuzione cinematografica chiamata Touchstone Pictures. Il primo film fu Splash – Una sirena a Manhattan. Lo urban fantasy con Tom Hanks e Daryl Hannah si rivelò un ottimo esordio e da allora la macchina non si è più fermata portando per tutti gli anni 80 nelle sale film di successo come Pretty Woman, Good morning Vietnam, L’attimo fuggente, Il colore dei soldi e un capolavoro della animazione mista a live action come Chi ha incastrato Roger Rabbit?.
Tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, la Walt Disney Company era di nuovo in careggiata e guidava forte verso traguardi di successo. Dopo anni di flop anche le animazioni tornarono a essere un grande affare e la compagnia fondata da Walt inanellò un trionfo dopo un altro: La sirenetta, La bella e la bestia, Aladdin e Il re leone uscirono nell’arco di cinque anni.
Era ormai esploso il periodo noto come “rinascimento Disney“.
Il resto è storia contemporanea con le acquisizioni straordinarie di Pixar, Marvel e Fox. E tutto il resto che ne consegue.
In un secolo esatto di attività la Walt Disney Company è cresciuta da una manciata di animatori che creavano cartoni animati fino a diventare un Impero dell’intrattenimento. Una enorme, maestosa macchina dei sogni fabbricati per tutte le generazioni di spettatori, per ogni gusto. Naturalmente, l’azienda non è stata esente da controversie e scandali, ma non si può negare che Walt Disney abbia trasformato i suoi grandi sogni in una realtà ancora più grande.
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