CANNES – 1994 (e non solo) nel nome di Federico Fellini e 2014 con Marcello Mastroianni; l’anno 2000 per Lorenzo Mattotti da autore, e il 2017 con Claudia Cardinale protagonista. Quattro date per quattro maestri del cinema mondiale, italiano in primis, che accompagnano il proprio nome a quello di una tradizione, quella delle affiches di Cannes, le locandine storiche del Festival, una storia cominciata nel 1939, seppur la prima edizione della manifestazione sia del ’46. Sono tante e curiose le particolarità artistiche e narrative dietro a queste immagini – illustrazioni, scene di film e grandi omaggi – che nel tempo sono assurte a piccole opere d’arte, capaci in un “fermo immagine” di raccontare un tempo, un sentimento, un allure del cinema, e che quest’anno il Festival ha deciso di esporre – non tutte – nel Palais, nell’area antistante la sala conferenze, seppur queste chicche d’arte e di grafica avrebbero probabilmente meritato uno spazio – o, meglio, un allestimento – più prezioso; però s’apprezza e si “respira” il loro essere originali, non tutte intonse, non perfette, qualcuna più vissuta, dunque certamente pregne di una storia che va oltre la loro estetica.
Dicevamo, c’era una volta il 1939: correva l’anno del debutto del Festival, che però non si svolse mai a causa della Seconda Guerra mondiale. Inoltre, tra le locandine mancano quelle del ‘48 e del ’50, anni in cui Cannes non ci fu per questioni di bilancio. Poi, altra curiosità: la locandina del 1980 è la stessa dell’anno successivo, fu infatti scelta la medesima immagine, realizzata da Michel Landi (autore poi anche di quelle del 1992 e 1993).
Fellini, nella storia delle locandine di Cannes, torna tre volte (anzi quattro): la prima è nel 1982 con una affiche omaggio al Maestro riminese, nell’illustrazione evocativa della mastodontica e onirica imbarcazione de E la nave va; quella del ’94 – 47ma edizione – “da un disegno di Federico Fellini”, come recita la didascalia; quella del 2003, sfondo grigio e scritta rosa shocking “Viva Il Cinema!”, creata da Jenny Holzer, nel decennale dalla scomparsa di FF.
E il nostro Paese, con l’arte dell’illustrazione, è parte anche del Festival di debutto del nuovo millennio: è, infatti, opera di Lorenzo Mattotti l’affiche del 2000 (53mo Festival di Cannes). E, ancora con il colore rosso a fare da fuoco cromatico, è il 2017 a scegliere una danzante Claudia Cardinale in bianco e nero per la 70ma edizione del Festival.
C’è ancora l’Italia, prima con L’Avventura di Antonioni, nella fotografia scelta per l’immagine del 62mo anno di kermesse (2009), di cui è autore Annick Durban, partendo proprio da un fotogramma del film del regista ferrarese; poi con Mastroianni, protagonista assoluto, in un primissimo piano da 8 ½ – quindi in cui torna anche Federico Fellini – il volto di Cannes 2014, ad opera di Gilles e Hervé Chigioni Frappier.
Uno dei nomi più ricorrenti nella Storia di queste locandine, tra gli autori più riconoscibili delle affiches, è quello di Ferracci, che ha firmato quelle del 1966, ’67, ’70, ’71.
Tra quelle che forse più toccano le corde emotive, capaci di evocare e usare il vigore della visione per restituire l’incantesimo del cinema, la locandine del 1962 (15ma edizione), autore A.M. Rodicq; quella del 40mo anniversario del Festival (1987), realizzata da Cueco; e altrettanto l’opera di Cannes 1990, di Castile Traquandi, che ha reso antropomorfo il simbolo della Palma; e – più recente – questo effetto riesce a lasciarlo impresso anche l’immagine di Cannes 2022, 75ma edizione, ispirata a The Truman Show de Peter Weir, con Jim Carrey protagonista.
Ed ecco correre l’anno 2024, in cui – come per quella di due edizioni precedenti – torna a essere centrale il colore blu, come il cielo e come il mare della Costa Azzurra, un celeste naturale che fa tutt’intorno da cornice all’immagine, fermo immagine da Rapsodia in agosto, omaggio esplicito a Akira Kurosawa, seppur non sia la prima volta che Cannes s’inchina al maestro giapponese, perché già la locandina del 36mo Festival (1983) era dedicata a lui.
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