Il cinema indie americano di Sean Baker conquista Cannes

Le dichiarazioni dei premiati di Cannes 77, dall'autore della Palma d'oro 'Anora' fino al regista dissidente iraniano Mohammad Rasoulof, passando per il 'Grand Tour' di co-produzione italiana di Gomes


CANNES – Non sono mancate le sorprese nei premi assegnati dalla Giuria presieduta da Greta Gerwig alla 77ma edizione del Festival di Cannes. A sbaragliare la concorrenza è stato Anora di Sean Baker con protagonista una straordinaria Mikey Madison. La brillante commedia drammatica ha avuto la meglio su film acclamati come Emilia Pérez di Jacques Audiard, vincitore del Prix della Giuria e del premio per la Miglior Interpretazione Femminile per le sue quattro attrici protagoniste, e The Seed of the Sacred Fig di Mohammad Rasoulof per cui è stato creato un apposito Premio Speciale. Il premio meno atteso è stato forse quello assegnato a Jesse Plemons per il suo ruolo in Kinds of Kindness. Nessun riconoscimento per l’unico film italiano in concorso Parthenope di Paolo Sorrentino.

Come da tradizione, tutti i premiati, appena stretta la Palma tra le mani, scesi da pochi istanti dal palco del Grand Théâtre Lumière, hanno partecipato alla consueta conferenza ufficiale, quest’anno particolarmente generosa con ciascun vincitore, a cui è stato concesso un ampio lasso di tempo ciascuno, per raccontarsi e per raccontare il proprio premio.

PALMA D’ORO

Anora di Sean Baker

“Questo non è un film mainstream. Ma il premio mi aiuterà a portarlo nelle multisale. I cinema chiudono ogni giorno: sono cresciuto andando al cinema e come regista voglio che i miei film siano visti e questa situazione è scoraggiante. Sto però assistendo a una cultura cinematografica crescente in USA. I giovani vogliono vedere i film in sala e parlarne dopo. Ne sono entusiasta”.

Oltre che alle sex worker – su cui ha incentrato i suoi ultimi quattro film, Baker ha dedicato il film a sua moglie. “Samantha è una produttrice del film, un’incredibile produttrice. In un film indipendente significa tutto: una mamma, un papà, una fixer, tutto insomma. Abbiamo fatto il cast insieme e quando ho montato il film, per otto mesi, lei era sempre al mio fianco con il nostro cane. Abbiamo la stessa sensibilità e credo siamo una grande squadra insieme”.

“C’è un grande embargo in Russia. Non so se potrà essere distribuito lì, ma credo che l’arte unisca le persone. Abbiamo degli attori russi incredibili, che meritano di essere visti nel loro Paese. Preghiamo per la pace e speriamo che possa accadere”.

“Mikey è l’attrice più preparata con cui abbia mai lavorato. Si è dedicata completamente al film. Ho scritto il film per lei, ma ha superato di gran lunga le mie aspettative. Ha imparato l’accento di New York, il russo, a ballare la pole dance. Mi ha fatto capire il personaggio di Anora meglio di quando lo stavo scrivendo”.

GRAND PRIX SPECIAL DELLA GIURIA 

All We Imagine as Light di Payal Kapadia

“È stato incredibile per noi, è stato un privilegio già solo essere selezionati per questa competizione. È stata una follia ricevere questo premio. Ci sono tantissimi interessanti filmaker in India, non solo a Bollywood abbiamo una forte industria cinematografica. Tutto sta cambiando. E anche Bollywood sta cambiando continuamente. C’è un’immensa diversità di film e siamo grati di avere mostrato il cinema che facciamo nel nostro Paese”.

“Il suono è un aspetto molto importante. In Mumbai non c’è mai silenzio, c’è sempre il suono di un treno o di un cantiere, è una città di tanti suoni. Il nostro operatore del suono veniva dalla Francia e non capiva perché ci fosse bisogno di così tanti suoni. Ma è il bello delle co-produzioni”.

PRIX DELLA GIURIA e PREMIO MIGLIOR ATTRICE

Per Emilia Pérez Jacques Audiard dichiara: “Non ho una ricetta per il mio cinema. Non tanto tempo fa ho scoperto qualcosa sulla mia relazione con il tempo. Ho inizio a dirigere tardi e ogni giorno mi ricordano la mia età, cosa che non mi fa molto piacere. L’unica soluzione che ho per continuare a fare film è vivere nel presente. Cerco di fare quello che posso con il materiale che ho”.

Mentre Karla Sofía Gascòn ironizza entusiasta appena entrata – a piedi scalzi – nella press conference room di Cannes 77: “mi sento come se avessi fatto acquisti natalizi!”. La gioia si è presto trasformata in commozione per l’attrice spagnola: “quando vai su un palco così hai la possibilità di mandare un messaggio profondo e aiutare tante persone nel mondo. Questo premio non è solo per me, è per tutte le persone che combattono per essere se stesse. Nessuno dovrebbe dirci cosa fare con il nostro corpo. Abbiamo sofferto tanto, siamo stati insultati senza neanche sapere perché. Questo premio è molto di più di quello che potessimo immaginare”.

Il film sarà distribuito in Italia da Lucky Red.

MIGLIOR REGIA

Miguel Gomes per Grand Tour (una coproduzione italiana con Vivo Film). Il regista portoghese è entrato in sala conferenza mostrando il logo di “Sous les écrans la dèche – collettivo dei precari dei festival cinematografici”, che hanno minacciato lo sciopero prima del Festival.

“Abbiamo creato uno spazio in cui gli spettatori si possono sentire liberi e attivi. Questo è l’obiettivo del mio lavoro: creare un luogo dove possano fare qualcosa e decidere se credere o no”.

“Anche se il premio lo vince solo il regista è un lavoro collettivo. Ho avuto brutti giorni, ma ho avuto un grande team con me. Quando un film è davvero ben diretto non si può dire di chi sia il merito”.

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA

La Giuria ha creato questo premio appositamente per valorizzare un’opera del calibro di The Seed of the Sacred Fig di Mohammad Rasoulof, creata clandestinamente in Iran nonostante una sentenza di carcerazione che avrebbe costretto il regista a cinque anni di prigione.

“Non mi aspettavo di prendere un premio, partecipare in Concorso al Festival era già il premio. – commenta Rasoulof – Spero troveremo un buon distributore per far vedere il film al resto del mondo. Vi assicuro che abbiamo fatto tutti gli sforzi per portarlo al più grande pubblico possibile”. La sua speranza sarà certamente concretizzata, in Italia il film è stato già acquisito da Lucky Red + Bim.

“Sono felice di vivere in un tempo i cui il mondo è davvero aperto -continua il cineasta iraniano. Possiamo istantaneamente comunicare con il mondo intero: è così che possiamo combattere ignoranza e oscurantismo. Spero il mio film possa creare questa comunità digitale che vada oltre i confini dell’Iran. Queste giovani donne non riconoscono la legittimità dello Stato Islamico. Grazie al fatto che abbiano accesso alle news e alle informazioni diventano membri di una comunità internazionale. Sono donne coraggiose, che non hanno paura di niente, hanno creato il film dandomi l’ispirazione per girarlo”.

MIGLIOR SCENEGGIATURA

La sceneggiatura di The Substance, horror scritto e diretto da Coralie Fargeat, è stata in grado di convincere una diva come Demi Moore a prendere parte al film “prendendosi dei grandi rischi”.

“Sono cresciuta con film di genere e hanno formato il mio immaginario – dichiara Fargeat. Il mio primo corto è stato un remake di Star Wars, ed è stato incredibile il palco con George Lucas. Credo che tutti creiamo il nostro immaginario attraverso quello che leggiamo e vediamo”.

“Le cose si stanno muovendo, ci sono tanti generi, e le donne li approcciano in modo diverso. C’è un grande bisogno di raccontare queste storie, come abbiamo bisogno che siano viste e discusse. In questo modo danno un imprinting alla società. Spero il cinema cambi il mondo, abbiamo bisogno di questa rivoluzione. Il genere e l’umorismo sono molto legati, cerco di mixarli il più possibile perché l’ironia aiuta ad accettare la violenza: è come una camera di decompressione. Ho cercato di creare un cocktail esplosivo che potesse colpire il pubblico”.

Il film sarà distribuito in Italia da I Wonder Pictures.

CAMERA D’OR

Il premio dedicato alla migliore opera prima va a Armand, firmato da un esordiente d’eccellenza, Halfdan Ullmann Tøndel, nipote del grande regista svedese Ingmar Bergman.

“Ero ad Oslo cinque ore fa a giocare con i miei bambini e ora sono qui. È stata una corsa. Per me è importante iniziare a pensare già al prossimo film e non fermarmi a questa soddisfazione, a questa sensazione estatica. I miei nonni sono state leggende del cinema. Mi parlavano di Tarkovskij quando avevo cinque anni. È impossibile fare paragoni. Spero che alla fine della mia carriera sarà possibile farlo”.

25 Maggio 2024

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