E’ stato attribuito al regista statunitense William Friedkin il Leone d’oro alla carriera della 70ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (28 agosto-7 settembre).
“Venezia, specialmente durante la Mostra, è una casa spirituale per me – ha dichiarato Friedkin – Il Leone d’oro alla carriera è qualcosa che non mi sarei mai aspettato, ma sono onorato di accettarlo con gratitudine e amore”.
Il regista americano riceverà il riconoscimento durante la prossima Mostra di Venezia, dove presenterà il restauro de Il salario della paura (Sorcerer, 1977), appositamente realizzato dalla Warner Bros.
Da pochi giorni negli Stati Uniti è uscita la sua autobiografia, “The Friedkin Connection” (HarperCollins), che Bompiani sta traducendo in italiano e che presenterà a Venezia in anteprima.
La decisione è stata presa dal Cda della Biennale presieduto da Paolo Baratta, su proposta del direttore della Mostra del Cinema Alberto Barbera. Nella presentazione al Cda della proposta di Leone d’oro alla carriera, Alberto Barbera scrive che William Friedkin “ha contribuito, in maniera rilevante e non sempre riconosciuta nella sua portata rivoluzionaria, a quel profondo rinnovamento del cinema americano, genericamente registrato dalle cronache dell’epoca come la Nuova Hollywood. Dopo aver scardinato le regole del documentario con alcuni lavori televisivi impostisi per lo sguardo asciutto, spietato e imprevedibile, Friedkin ha rivoluzionato poi due generi popolari come il poliziesco e l’horror, inventando di fatto il blockbuster moderno con Il braccio violento della legge (1971, premiato con cinque Oscar, tra cui miglior film e miglior regia) e L’esorcista (1973, nominato a dieci Oscar).
E’ stato poi autore di film in anticipo sui tempi come Il salario della paura (Sorcerer, 1977), Cruising (1980), Vivere e morire a Los Angeles (1985) e Jade (1995, presentato alla Mostra di Venezia in Notti veneziane), alcuni dei quali solo in seguito ampiamente rivalutati come autentici capolavori”.
Friedkin ha ottenuto di recente un successo di critica e pubblico alla Mostra di Venezia 2011 con Killer Joe, presentato in Concorso.
Il restauro de Il salario della paura da parte della Warner Bros. è cominciato con una scansione in 4K del negativo originale in 35mm. Il progetto di restauro è stato completato sotto la guida di Friedkin assieme al colorista Bryan McMahan, che ha lavorato con Friedkin sin dal 1994, e a Ned Price della Warner Bros., che supervisiona i progetti di restauro per lo Studio. “Ero stupefatto della brillantezza della fotografia originale ha dichiarato Price Finora avevo visionato solo copie cinematografiche in 35mm di bassa qualità provenienti da duplicati negativi con sottotitoli. Avendo lavorato con il negativo originale, si permetterà finalmente al pubblico di apprezzare l’impatto visivo di questo film”.
Nella motivazione del premio, Alberto Barbera scrive inoltre che Friedkin ha manifestato negli anni “una fedeltà rischiosa ai propri ideali che, allontanandolo dal centro del cinema hollywoodiano, lo ha spinto a cercare nel cinema indipendente quella libertà necessaria a perseguire la ricerca di un linguaggio fatto di spiazzamenti continui, di istinto visivo folgorante, visionario, allucinatorio, eppure insaziabilmente affamato di realtà anche quando sembra perdersi nel delirio cinetico, astratto e perfezionistico delle prepotenti sequenze d’azione e d’inseguimento che caratterizzano la sua opera in maniera emblematica. William Friedkin rappresenta ancora oggi l’esempio di un cinema esigente, intellettualmente onesto, emotivamente intenso, programmaticamente avventuroso ed erratico: un antidoto potente e generoso al crescente livellamento del cinema contemporaneo”.
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