Il primo maggio 2023 scadrà il contratto tra la Writers Guild of America, sindacato degli sceneggiatori a Hollywood, e la Alliance of Motion Picture and Television Producers, ossia produttori e studios. Da settimane la WGA minaccia lo sciopero qualora regole e formule che regolano il rapporto tra le due realtà, dal compenso al tema dei diritti d’autore nello sfruttamento dei contenuti in streaming, non vengano drasticamente riviste e adattate a uno scenario globale del tutto rivoluzionato in pochi anni. Le trattative sembrano ancora ferme e in particolare molti commentatori riportano che sarebbe Netflix il più reticente a concedere una diversa formulazione del contratto.
Lo sciopero sembra ormai inevitabile, soprattutto all’indomani della votazione interna al sindacato, che ha visto il 98% degli iscritti alla Writers Guild of America esprimersi a favore dello stop dei lavori dall’1 maggio. La votazione si è svolta la settimana scorsa e ha coinvolto il 78.9% dei membri, con 9,020 a favore e 198 contrari. Una nota della WGA dichiara: “Si tratta di un nuovo record sia in termini di partecipazione che di percentuale di sostegno nei confronti dell’autorizzazione a uno sciopero. Armati con questa dimostrazione di unità e risolutezza, continueremo a lavorare sul tavolo negoziale per raggiungere un contratto giusto per tutti gli sceneggiatori”.
Tra le richieste del WGA, un aumento dei compensi per la categoria, in particolare una formula rinnovata per i pagamenti legati allo sfruttamento dei contenuti in streaming, e soglie minime di personale nello staff di scrittura dei progetti seriali. Lo scontro ha attirato l’attenzione dei media internazionali anche per il nodo sull’uso dell’intelligenza artificiale per la stesura delle sceneggiatura, per il quale la WGA chiede una specifica attenzione. Lo sciopero sembra ormai inevitabile.
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Al grido di “tanti mestieri, una sola lotta”, in 2000 sono già scesi in piazza domenica 3 marzo a Los Angeles. I sindacati dei tecnici chiedono ai produttori di rinegoziare il loro contratto che scade il 31 luglio.
Il documento sancisce ufficialmente la fine della più lunga battaglia sindacale della storia di Hollywood. Aumentati i compensi minimi e "arginata" l'AI