TORINO – Dalla Viennale (quella appena trascorsa, delle settimane passate) a Torino: Werner Herzog alla regia del documentario The Fire Within: A requiem for Katia and Maurice Kraff, un inchino alla coppia francese di vulcanologi, scomparsi il 3 giugno 1991 durante l’osservazione dell’eruzione dell’Unzen in Giappone.
Una vetta, le sue pendici tutt’intorno ad abbracciarla, e il fuoco, la sua anima che erutta, lo spettacolo suggestivo della natura e il senso del pericolo perenne: le immagini di Katia and Maurice Kraff hanno fatto il giro del mondo, la bellezza istintiva della Natura che riempie gli occhi di chi guarda da lontano, e chi da vicino, come loro.
Herzog – come evocato nel titolo – fa un requiem, non solo una preghiera a memoria, ma una celebraizone solenne, sostenuta anche da un accompagnamento musicale preponderante, di coro e strumentale ma, nonostante questa colonna sonora gravosa, mette in scena una sorta di valzer, come facendo danzare col montaggio il materiale – sia fotografico, sia audiovisivo – dell’archivio Kraff.
Loro, Katia e Maurice, ci sono dunque, e non solo nel ricordo ma proprio in scena: il regista tedesco apre infatti con la coppia in piedi dinnanzi ad una gigante montagna dal cuore magmatico, mentre lo stesso erutta lava. È un mostro di incanto e terrore, verso cui loro s’avvertono però a proprio agio. Ma in questo doc c’è anche Herzog e non solo dietro “la macchina da presa”: la sua voce corre tra le sequenze, narra e connette esistenze e visione, a tratti come fosse un cronista.
Warner Herzog non insiste sulle questioni critiche delle esistenze dei due vulcanologi, preferisce celebrarli e non dar eco a chi commenta che se la siano andata a cercare, nonostante, pare, Katia fosse forse perplessa nell’avvicinarsi.
C’è sogno, che poi onirico non è trattandosi di immagini reali, quelle però come surreali dei filmati che la coppia aveva ripreso negli avamposti del mondo: prati di roccia fumanti, cime e valli, deserti marziani, e naturalmente le eruzioni vulcaniche, lo spettacolo “pirotecnico” e le sue catastrofiche conseguenze.
“Non ho mai paura perché ho visto così tante eruzioni in 23 anni, che anche se morissi domani non mi importerebbe”, le parole di Maurice Krafft alla telecamera: secondo Herzog “sono scesi all’inferno per strappare quelle immagini dagli artigli del diavolo in persona”.
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