Chinatown, Roman Polanski, Jack Nicholson e la Hollywood della stagione più ribelle, avventurosa e creativa ne Il grande addio di Sam Wasson, saggio che si legge come un romanzo, sulla lunga genesi e la tormentata realizzazione del film.
Subito considerato, alla sua uscita negli Stati Uniti nel 2020, come uno dei migliori libri sul mondo del cinema, è pubblicato da Jimenez Edizioni, nella traduzione di di Gianluca Testani: vede protagonisti, oltre a Polanski – che stava cercando di elaborare il lutto per la tragica morte di sua moglie, Sharon Tate -, l’attore Nicholson, qui per la prima volta in un ruolo da protagonista, Robert Evans, il produttore che aveva ridato linfa all’agonizzante Paramount, Robert Towne, l’angosciato sceneggiatore che voleva scrivere la storia della sua vita e non vincere un Oscar e però lo avrebbe vinto.
Nel celebrare Chinatown, Wasson reinventa anche un genere narrativo, più vicino alla letteratura che alla cronaca saggistica, così come il grande film del 1974 di Polanski aveva reinventato un genere cinematografico, da noir a neonoir.
Wasson ci guida dentro la testa fratturata di un Polanski bambino nel ghetto di Cracovia e adulto davanti alla porta insanguinata della villa di Cielo Drive, negli abiti ben stirati di Jack Nicholson, un uomo senza padre e con troppe donne, destinato a grandi imprese, nell’inquieta frenesia di Robert Towne, che contemporaneamente a Chinatown scriveva due storici film di Hal Ashby, nella residenza di Robert Evans, Woodland, dove tra le fontane della piscina, le ragazze in bikini e le orchidee sempre fresche si faceva la Storia del cinema. E ci porta nella “nascita” di Los Angeles, avvenuta sulle macerie degli abusi di potere, della corruzione, della guerra dell’acqua, dell’addomesticamento del deserto e dell’imboscamento dei segreti più terribili, uno dei quali – il più terribile di tutti – è il motore che fa girare Chinatown a un ritmo mai più eguagliato.
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In libreria il 15 ottobre. L’editore: “il libro è la memoria di un uomo che non ha più nulla da temere e nulla da nascondere”
Il libro scritto da Marco Morricone e Valerio Cappelli, con la prefazione di Aldo Cazzullo, fissa un calendario di appuntamenti nazionali, partendo da Roma, città natale del Maestro: le letture sono a cura di Francesca e Valentina Morricone, nipoti del musicista