‘Wallace e Gromit – Le piume della vendetta’, l’arte senza tempo dello Studio Aardman

Torna in un nuovo lungometraggio il mitico duo che ha segnato la storia dell'animazione stop motion. Disponibile su Netflix dal 3 gennaio 2025


È un ottimo momento per gli appassionati di clay-motion, la tecnica d’animazione “a passo uno” realizzata con l’ausilio della plastilina. Aardman – casa di produzione pioniera di questa particolare tecnica – ha distribuito su Netflix, a pochi mesi di distanza, il nuovo film di Galline in Fuga e l’attesissimo ritorno di Wallace e Gromit, dinamico duo divenuto patrimonio della cultura inglese. A 20 anni esatti dal premio Oscar La maledizione del coniglio mannaroNick Park firma un nuovo lungometraggio dedicato all’inventore pasticcione Wallace e al suo geniale cane Gromit, alle prese ancora una volta con gli imprevedibili inconvenienti di un’invenzione sfuggita al loro controllo. Per l’occasione, Aardman ha richiamato sulle scene anche un villain storico di Wallace e Gromit: Feathers McGraw, pericoloso pinguino criminale. Le piume della vendetta, questo il titolo del film disponibile su Netflix dal 3 gennaio 2025, è infatti un sequel de I pantaloni sbagliati, corto del 1993 in cui il famigerato pinguino prendeva possesso di un paio di pantaloni meccanici indossati da Wallace. Aardman però, fiutando i temi dell’epoca moderna, aggiunge all’elemento tecnologico – da sempre protagonista delle avventure dei due geniacci inglesi – le nuove sfide rappresentate dall’intelligenza artificiale.

Ancora una volta, un’invenzione di Wallace – degli gnomi guidati da un’AI esperta in giardinaggio – produce danni a tutta la comunità, obbligando il povero Gromit a porre rimedio per salvare il proprio padrone. Il film è costruito sul modello collaudato de La maledizione del coniglio mannaro, di cui risulta un efficace aggiornamento, dedicato non solo ai fan di vecchia data ma anche al nuovo pubblico, meno avvezzo ai prodotti targati Aardman.

Le piume della vendetta propone anche un’imprevista parabola sentimentale dedicata al rapporto tra Wallace e Gromit. Con l’avvento dei super gnomi il povero cane si trova sostituito, divenendo incarnazione stessa dell’ansia diffusa in tutto il mondo dall’arrivo dell’AI. La rocambolesca avventura obbliga però i due a ritrovarsi e, soprattutto, costringe Wallace a riconsiderare il proprio rapporto con la tecnologia. Perché non c’è algoritmo o modello generativo che possa prendere il posto di un amico come Gromit. Un risvolto che strappa un sorriso malinconico e ricorda al pubblico perché quest’assurda coppia abbia conquistato il mondo.

Il film è una galleria di idee e straordinari modellini in plastilina che si susseguono fino a una lunga conclusione action che agguanta a piene mani dai migliori esempi del genere, da Mission: Impossible007. Le sequenze dedicate al villain riportano invece il pinguino McGraw tra l’olimpo dei cattivi più spaventosi del cinema d’animazione. Aardman ha sempre coniugato l’imbattibile conoscenza della clay-motion a una regia ricercata, che cita il cinema di genere alternando horror, action e commedia in un insieme splendidamente compiuto. Per quanto divertente, Le piume della vendetta tende però a ripetersi e le gag sull’AI fuori controllo esauriscono molto presto la propria portata. Nonostante la breve durata (appena 79 minuti), il film sembra non riuscire sempre a reggere il peso di un lungometraggio. Un ritmo forsennato, esaltato proprio sul lungo finale, tiene però desta l’attenzione e il rapporto tra Wallace e Gromit ha ancora tanto da dare, sperando non si debba attendere altri 20 anni per rivederli in azione.

La tecnica stop-motion, di cui lo Studio è ancora maestro, torna a solleticare le punta delle dita e ogni primo piano invita ad allungare le mani per afferrare gli splendidi modellini messi in movimento fotogramma per fotogramma. Come sempre, è l’imperfezione di questa tecnica a scaldare il cuore. Mentre al cinema impera un tentato fotorealismo in Computer Grafica, il segno di un’impronta stampata sul volto in plastilina di Gromit – testimonianza del passaggio di un animatore intento a creare l’illusione del movimento – è prova di un’artigianalità che resiste ancora. Il cielo inglese, simile a un dipinto, bacia ancora i tetti delle villette a schiera ricostruite nel dettaglio e il mondo di Wallace e Gromit, in un mix riuscito tra nostalgia e rilancio del brand, sembra non aver mai davvero abbandonato lo schermo.

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29 Dicembre 2024

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