Un uomo, capelli lunghi, occhiali da sole, barba incolta e giubbotto di pelle, cammina da solo su una strada di campagna, con un pesante zaino in spalla. Arriva in un tranquillo paesino, che però piano piano inizia a riempirsi di personaggi allegri, variopinti e sopra le righe come solo un’autentica gang di metallari sa essere. La costruzione dei palchi, i campeggi, le amicizie, la birra a fiumi. E infine il boato ruggente degli amplificatori, i riff distorti che fendono l’aria, le corna e quel gesto così caratteristico di agitare la testa e le lunghe chiome.
Questo è l’incipit di ogni Festival metal, ed è anche quello di Wacken 3D, documentario sulla grande kermesse dedicata al rock duro che ogni anni si tiene attorno a questo villaggio del nord della Germania, e che è diventata una delle più grandi manifestazioni mondiali del genere. Imperdibile per gli amanti della musica e della cultura metal, il film sarà in sala con Lucky Red, come evento speciale in esclusiva il 24 e 25 novembre.
4 giorni, 75.000 spettatori, 120 band, 7 palchi sono solo alcuni numeri del Wacken Open Air. Per il 25° anniversario della rassegna viene realizzato questo coinvolgente viaggio in stereoscopia, che oltre a vedere la partecipazione (con porzioni di esibizioni) dei più grandi gruppi che hanno partecipato all’edizione di un paio d’anni fa – tra i nomi Deep Purple, Anthrax, Motörhead, Alice Cooper, Rammstein, Henry Rollins, Annihilator – cerca anche di carpire l’atmosfera che si respira tra tende, roulotte e palchi (ce ne sono quattro), seguendo le storie di avventori che vengono da ogni parte del mondo, dall’Inghilterra a Taiwan. Particolarmente emozionante la parte dedicata alle band emergenti, finaliste di un concorso che le ha portate fin lì, tra gioie, speranze e delusioni.
“Ero affascinato dall’idea di Wacken – racconta il regista Norbert Heitker – Quando ci ero stato per la prima volta nel 2012 (senza essere un fan della musica metal) avevo fatto fatica a capirci qualcosa. Da un punto di vista visivo, l’idea di riprendere il festival però era un sogno. Ma non capivo cosa ci fosse dietro, come funzionasse. Quella volta eravamo riusciti a riprendere Robb Flynn dei Machine Head che ci ha raccontato di essere cresciuto senza alcuna educazione religiosa e che solo una cosa aveva dato una direzione alla sua vita: la musica. In quel momento ho capito. Si trattava di questo. Si trattava del potere della musica. Ed è la musica ad unire le persone al festival. Il Metal è il mezzo per convogliare quella passione comune. C’è una grande apertura per ogni genere di stile, fino al più estremo. Puoi incontrare un padre sessantenne venuto insieme al figlio e giovani scatenati che vogliono solo divertirsi con i loro amici, ma che riescono poi a commentare la loro esperienza in modo molto intelligente. Vengono a Wacken per lasciarsi alle spalle per tre giorni la routine quotidiana e tornare ad essere degli individui a cui nessuno dice cosa fare. Lì a nessuno importa della razza, della nazionalità, del ceto sociale, dell’età o della religione degli altri. Tutto questo non ha importanza. La gente si riunisce e vive pacificamente e in armonia per tutta la durata del festival. Gli appassionati di musica metal potrebbero sembrare aggressivi e minacciosi. Ma a Wacken è tutto diverso. Io non volevo mostrare degli stereotipi. Abbiamo subito preso le distanze da questo tipo di approccio. Volevamo mostrare i toni più delicati. Certo, c’è il baccano del festival, ma fondamentalmente abbiamo esplorato l’umanità che c’è dietro. Vale anche per gli artisti. Sul palco, mentre suonano i loro pezzi, spesso appaiono duri e violenti, ma quando li incontri per un’intervista hai modo di conoscere persone molto gentili, che ti sorridono mentre ti parlano, e che si emozionano come bambini quando sanno di potersi esibire a Wacken – non importa quanto siano famosi, che si tratti di Alice Cooper o dei Motörhead o di chiunque altro, non fa differenza. Te li immagini completamente diversi. Devi innanzi tutto conoscerli per capire perché quei musicisti metal sono così pacifici e contenti. Il Metal è un genere molto costante. Ha un effetto stabilizzante sulla gente. Se qualcuno ama una band, continuerà ad amarla per 40 anni. E la band continuerà ad esistere per 40 anni”.
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