‘Volonté – L’uomo dai mille volti’, Francesco Zippel: “Artista senza tempo, avrebbe ancora molto da dire”

Coprodotto da Luce Cinecittà, Quoiat Films e Rai Documentari con il contributo di Rai Teche, il documentario presentato al Festival di Venezia restituisce le tante anime del grande attore in occasione del trentennale della sua morte. Al cinema dal 23 al 25 settembre


VENEZIA – In occasione del trentennale della morte di Gian Maria Volonté il documentarista Francesco Zippel firma Volonté – L’uomo dai mille volti, presentato in Concorso al Festival di Venezia 2024 nella sezione Venezia Classici Documentari sul Cinema e coprodotto da Luce Cinecittà, Quoiat Films e Rai Documentari con il contributo di Rai Teche. Un viaggio tra inestimabili materiali video e preziose testimonianze, un’antologia dedicata all’uomo e all’artista, ancora oggi riferimento di un’arte costruita con metodo, etica e un inesauribile trasporto. In Volonté – L’uomo dai mille volti i contributi di alcuni protagonisti del cinema contemporaneo italiano, tra cui Fabrizio Gifuni, Valeria Golino, Valerio Mastandrea, Marco Bellocchio, Pierfrancesco Favino, Toni Servillo.

“Quando racconto grandi personaggi, che siano incredibilmente noti o meno conosciuti, cerco sempre di capire qualcosa di fondamentale nell’aspetto umano e personale di queste persone”, ha raccontato a Venezia il regista Francesco Zippel, esperto narratore di figure epocali per la storia del cinema, come testimonia una poderosa filmografia di documentari dedicati a personaggi come Sergio Leone o William Friedkin. “In Volonté ho ritrovato una ferita profonda, legata al padre, che è diventata nel tempo per lui una fonte di energia per le sue interpretazioni uniche, sofferte e intense”.

Grazie a racconti e immagini di archivio restituite al grande schermo, il documentario si sofferma sull’approccio dell’attore di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto: un uomo profondamente politico, guidato da convinzioni chiare e non negoziabili, unica vera bussola delle sue scelte artistiche. Un uomo che disse tanti no – Bellocchio racconta che Volonté rifiutò ben due dei suoi progetti  – ma che, una volta deciso di partecipare a un film, non indietreggiava mai d’un passo e sul set dava sfoggio di un talento e una tecnica che lascia ancora sbigottiti. “Aveva un metodo che lo avvicinava all’Actors Studio – racconta Zippel – perché si immergeva totalmente nei suoi ruoli e ancora oggi rappresenta un riferimento importante per gli attori contemporanei. L’etica con cui guidava le proprie decisioni artistiche e lavorative appartiene invece a un mondo diverso dal presente; adesso è più difficile per un artista ma è perciò ammirevole come alcuni, anche sulle orme di Volonté, riescano a portare avanti discorsi e tematiche importanti. Per Volonté, sia per questioni personali che per i tempi che ha attraversato, era tutto più naturale”.

Infatti, in Volonté – l’uomo dai mille volti Zippel si riflette anche, con una certa nostalgia, sugli ultimi anni dell’attore, quando il mondo – dal crollo del muro di Berlino in poi – iniziò a sentire che qualcosa, nella società e nelle persone, stava irrimediabilmente cambiando. “Oggi Volonté avrebbe sicuramente avuto difficoltà – continua Zippel -, ma sono convinto che avrebbe trovato un modo di raccontare la società attuale in modo suggestivo e intelligente, forse anche feroce o ironico. Non penso che si sarebbe ritirato, era troppo attivo e aperto a nuove sfide”. Negli ultimi anni, Volonté aveva iniziato a lavorare anche a produzioni straniere, sempre con quella coerenza nelle scelte dei ruoli che l’ha reso una figura unica anche per tempi così politici. “Negli anni ’70 rinunciò persino a un ruolo ne Il Padrino, perché avrebbe dovuto essere doppiato e per lui la voce di un attore era tutto, era una delle sue battaglie”.

Fu lo stesso Volonté ad ammettere che avrebbe potuto lavorare “molto di più”, come testimonia un’intervista riportata sul grande schermo grazie al documentario. Mai, però, si sarebbe piegato al “cinema delle multinazionali”, un cinema per lui indifferente alla “nostra storia e cultura”. E infatti, mai lo fece. Straordinari i materiali video scelti per raccontare l’attore, tra cui l’estratto che lo vede recitare Bob Dylan nel 1967. “Per scegliere i passaggi più belli – racconta il regista – mi sono isolato, cercando di leggere, vedere e studiare il materiale d’archivio. Ho avuto conversazioni libere con gli attori e i familiari, che hanno portato contributi molto personali, come Giovanna Gravina Volonté, la figlia di Gian Maria. Il tempo trascorso con lei alla Maddalena è stato emotivamente forte e ci ha permesso di entrare in uno spazio di risonanza molto intenso”. Tra i mille volti Volonté, promette Zippel, anche alcuni troppo taciuti, meno centrali nel racconto comune del grande artista. “A me ha colpito il Volonté ironico, amante della compagnia, anche quella inaspettata. Non era solo l’attore impegnato, ma una persona capace di momenti di leggerezza, di giochi e di amicizie semplici. Questo aspetto umano, più caldo e pieno, mi ha sorpreso positivamente”. Volonté – L’uomo dai mille volti uscirà al cinema come evento speciale lunedì 23, martedì 24 e mercoledì 25 settembre, distribuito da Lucky Red.

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02 Settembre 2024

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