VENEZIA – “Ladies and Gentlemen, Ingrid Bergman!”. Inizia con una carrellata di cerimoniose presentazioni il documentario Viva Ingrid!, realizzato nel centenario della nascita dell’attrice svedese, già celebrato al Festival di Cannes con l’immagine del manifesto ufficiale. Prodotto e distribuito da Istituto Luce-Cinecittà e presentato come evento speciale alle Giornate degli Autori, il film fotografa il “periodo italiano” dell’attrice, nata a Stoccolma il 29 agosto 1915 e diventata prima regina del cinema hollywoodiano, poi icona e moglie di Roberto Rossellini, con cui si sposò ed ebbe tre figli.
In 19 minuti Alessandro Rossellini, nipote del regista di Paisà, racchiude otto anni di storia professionale e familiare dell’attrice, che visse in Italia tra il 1948 e il 1956, con materiali d’archivio e molte interviste, che al film offrono la “voce narrante” della diva. Ma anche con filmini girati dalla stessa Bergman, immagini di quotidianità familiare – molte girate nella casa al mare di Santa Marinella, vicino Roma – e fotogrammi in cui fanno capolino Federico Fellini e Alberto Sordi: un modo per catturare lo sguardo di quella donna che decise di lasciare Hollywood per avvicinarsi al regista di Roma città aperta. Quando si innamorarono, sul set di Stromboli, terra di Dio. Erano entrambi sposati, e lo scandalo fu enorme: “Ingrid fu letteralmente perseguitata per questo – ricorda il regista – fu condannata pubblicamente dalla società dell’epoca, che era molto moralista, e lei dovette vivere il suo amore per Roberto sotto una cappa giudicante. La cosa che mi impressiona di più di lei era il coraggio istintivo: non poteva fare a meno di fare le scelte che faceva e ne pagava le conseguenze senza tirarsi indietro”.
Alessandro Rossellini – la cui nonna era la prima moglie di Roberto Rossellini – già conosceva molto bene le immagini d’archivio riguardanti Ingrid Bergman quando l’Ad di Istituto Luce-Cinecittà Roberto Cicutto l’ha sollecitato a raccontare in un documentario il periodo italiano della diva attingendo agli archivi: “Sono cresciuto ascoltando le storie di famiglia legate a Ingrid e mio nonno – ha continuato Alessandro Rossellini – l’unica difficoltà nel mettere insieme questo racconto era decidere cosa lasciare fuori. C’era ad esempio un filmato in cui un giornalista chiedeva a Ingrid cosa le rimanesse di questo periodo di scandalo, e lei rispondeva ‘Non lo chiamo scandalo, lo chiamo Roberto’. Era una grandissima donna, nessuno riusciva a domarla”.
In Viva Ingrid! si menziona, naturalmente, anche la celebre lettera che la Bergman inviò a Rossellini prima di conoscerlo, recitata per l’occasione dalla figlia Isabella“. E si vede un frammento di intervista in cui l’attrice, divertita ed emozionata, racconta di come in Roma città aperta ci fosse un segno del destino: “C’è una scena in cui una donna di nome Ingrid va dal cattivissimo ufficiale delle SS, che si chiama Bergman. Ci sono anch’io, quindi, in quel film, è come se Roberto mi avesse chiamata”.
Oggi alle 16.30 la proiezione di Viva Ingrid! seguirà la consegna del Premio SIAE, assegnato quest’anno a Istituto Luce-Cinecittà nell’ambito delle Giornate degli Autori.
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