E’ il film a sorpresa, comunicato all’ultimo minuto, della selezione delle Giornate degli Autori-Venice Days, curate quest’anno dal critico Fabio Ferzetti. Si tratta di L’udienza è aperta, opera documentaria del Vincenzo Marra che ha già portato lustro al cinema indipendente italiano con le storie sulla camorra (Vento di terra, del 2004) e il tifo calcistico (Estranei alla massa, del 2001) ambientate nella sua Napoli, e che oggi ci prova con un’indagine sulla giustizia nel nostro Paese. Due settimane di pedinamento dei protagonisti – un Giudice d’Appello settantenne, il suo Giudice a latere, la vulcanica quarantacinquenne Elena, e il più grande e autorevole penalista napoletano – poi strutturate in una scrittura che mostra la vita in Tribunale, le sedute del processo e poi la vita privata, seppure in ambito lavorativo, dei tre professionisti del foro partenopeo.
L’udienza è aperta, che si affianca all’altro italiano dei Venice Days Come l’ombra di Marina Spada, è il tredicesimo film della sezione indipendente veneziana. Il 31 agosto, giorno della proiezione ufficiale del film, Vincenzo Marra parlerà della pellicola insieme a Roberto Saviano, autore di “Gomorra”: un romanzo che svela il potere della camorra, la sua affermazione economica e finanziaria, e la sua potenza militare, la sua metamorfosi in comitato d’affari.
Come è nata l’idea del film?
Volevo indagare la situazione della giustizia in Italia e ho pensato di utilizzare esattamente lo stesso metodo di Estranei alla massa, il documentario che realizzai qualche anno fa sui tifosi del Napoli. Era mia precisa intenzione non “intromettermi” nella storia, tant’è che non si sente mai la mia voce, né si percepisce mai la mia presenza o quella della telecamera. E volevo che L’udienza è aperta avesse uno stile filmico, piuttosto che documentaristico. Spero di esserci riuscito.
Come ha scelto i protagonisti da seguire?
Ho scelto di raccontare la giustizia in Italia attraverso un gruppo di persone che a Napoli, la mia città, sono legate dal lavoro allo stesso processo. Volevo rispondere a un criterio di “proporzionalità”, cioè mi interessava che ci fossero un uomo e una donna, uno di destra e uno di sinistra, e che venisse rappresentata anche la figura di un avvocato, in questo caso il più autorevole penalista napoletano.
E che cosa ha scoperto grazie a questa indagine?
Una giustizia complessa e disordinata, in cui è difficile muoversi anche per chi lo fa per professione: di questi protagonisti ho voluto raccontare la vita nel suo svolgersi. Ma non volevo dare un’immagine caricaturale e negativa della sola Napoli, nel Tribunale di Roma la situazione non è poi molto diversa.
Che reazioni si aspetta per questo film?
Credo che farà molto rumore, che molte persone si interrogheranno e rimarranno colpite. Però, dopo l’esperienza di Vento di terra, che credevo avrebbe creato un polverone che poi non c’è stato, non sono sicuro più di nulla.
Sappiamo che è già al lavoro su un nuovo film, stavolta di finzione.
Ho pronta la sceneggiatura di una pellicola che sarà prodotta da Rai Cinema e da Tilde Corsi per la R&C. Non posso dire nulla della trama, ora stiamo preparando il casting e cercando le location e dovremmo iniziare a girare a inizio 2007.
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