In sala dall’11 maggio con Universal, in zona Festa della Mamma, Book Club: Il capitolo successivo conferma la ricetta del primo round, una ricetta agrodolce, con una dose di piccante che esalta le doti attoriali e glamour di un quartetto di star assolute, capaci, nonostante l’età, di divertirsi da matti sul set.
Ecco dunque un feel good movie che piacerà soprattutto al pubblico delle over – donne ma anche uomini – perché offre una seconda possibilità sentimentale a ciascuna delle eroine e un’ottima chance di esibirsi alle attrici che le incarnano. E poi c’è l’Italia, da Roma a Venezia alla Toscana del Chiantishire, una passerella di luoghi magici per le nostre quattro signore che partono, subito dopo la pandemia, decise a celebrare in grande stile l’addio al nubilato quasi fuori tempo massimo di una di loro, la più indipendente, la peperina Vivian.
Set dal vivo e riprese a Cinecittà, la presenza carismatica di Giancarlo Giannini, nel ruolo di un commissario di polizia inflessibile ma galante, danno al secondo capitolo di Book Club (l’originale, che data al 2018, aveva incassato 104 mln di dollari) un valore aggiunto, almeno per il pubblico americano. Italia da cartolina, specialità enogastronomiche e Italian Way of Life, con inevitabile corredo di luoghi comuni, come il furto di valigie alla Stazione Termini di Roma (che diventa, chissà perché, Stazione Centrale), il cuoco sexy che impasta la pizza di notte (Vincent Riotta) o ancora l’ansioso e servile anfitrione del resort in Toscana (Giovanni Esposito).
Sempre spumeggianti e coloratissime Diane Keaton, Jane Fonda, Candice Bergen e Mary Steenburgen sono uno spettacolo di per sé. Amiche da sempre nel plot scritto da Bill Holderman (anche regista) insieme a Erin Simms ricalcano in un certo senso il modello di Sex and the City applicandolo alla terza età. Vivian (Fonda), single incallita, ha detto sì ad Arthur (Don Johnson) e sta per sposarsi; la vedova inconsolabile Diane (Keaton) è fidanzata, ma non troppo convintamente, con Mitchell (Andy Garcia); la giudice Sharon (Bergen), è divorziata ed è appena andata in pensione, dunque è desiderosa di godersi la sua libertà specie ora che le è morto il gatto; mentre la chef Carol (Steenburgen), ha chiuso il ristorante di Los Angeles causa COVID e si occupa e preoccupa del marito Bruce (Craig T. Nelson), che ha avuto un infarto ma non vuole rinunciare al bacon.
Se nel primo capitolo della serie il libro guida era Cinquanta sfumature di grigio, stavolta le quattro moschettiere si ispirano a L’alchimista di Paulo Coelho, che invita a farsi artefici del proprio destino e credere nella serendipity e altre facezie New Age.
Così le nostre 70enni – e in qualche caso 80enni – non si lasciano sfuggire incontri magici, come quello tra Sharon e il professore di filosofia Ousmane (Hugh Quarshie) o il ritorno di fiamma tra Carol e Gianni (Riotta), due episodi del breve ma intenso soggiorno a Venezia. Mentre la giudice Sharon simpatizza con il poliziotto interpretato da Giancarlo Giannini (tra l’altro la coppia Giannini-Bergen era stata lanciata nel 1978 da Lina Wertmuller nel suo La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia).
Forte il contributo italiano: Stefano Maria Ortolani ha curato le scenografie insieme a un team composto da Saverio Sammali, Eugenio Ulissi e Chiara Balducci; Stefano De Nardis si è occupato dei costumi veramente “cuciti addosso” alle quattro star e capaci di esaltarne le doti fisiche ancora notevolissime (la più chic e originale in campo resta Diane Keaton); le musiche infine attingono abbondantemente al repertorio pop italiano, da Gloria a Felicità fino alla recente hit della Rappresentante di Lista, Ciao Ciao.
L'evento esordirà con una sorta di “numero zero” il prossimo 6 gennaio, al Palazzo dei Congressi e alla Nuvola con un programma che si rivolge sia al pubblico delle famiglie che agli appassionati di ogni età
"Il lavoro svolto testimonia la volontà di affinare gli strumenti a disposizione", ha dichiarato il Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni
"Ora si intensifichino gli accordi con tutte le categorie", ha dichiarato la Presidente di Apa - Associazione Produttori Audiovisivi
Accanto ai costumi, esposti nelle teche anche i favolosi monili firmati dalla Jewel House per Parthenope di Paolo Sorrentino e molti altri film di grandi registi. L’intervista a Simone Picchio