Esce con Warner in 400 copie Una donna per amica di Giovanni Veronesi, commedia sentimentale sull’annoso problema dell’amicizia tra uomo e donna, interpretata da Fabio De Luigi nei panni dell’amico innamorato e Laetitia Casta nei panni dell’amica sfuggente. Accanto a loro un grande cast soprattutto femminile, che vede la partecipazione di Monica Scattini, Geppi Cucciari, Virginia Raffaele in un ruolo comico veramente riuscito, Valeria Solarino e Valentina Lodovini, nel ruolo poco credibile – dato il suo fascino – della donna sincera e innamorata che viene lasciata dal protagonista per star dietro a una che non lo ama. La parte del rivale in amore è invece ricoperta da Adriano Giannini. Non si può evitare di notare che Veronesi è uscito da poco dalle sale con il suo L’ultima ruota del carro: “Ma io di film ne faccio uno l’anno – spiega il regista – solo che L’ultima ruota… ha avuto una gestazione difficile ed è uscito più tardi del previsto. Questo invece ce l’ho in mente da tantissimo tempo, pensate che ne ho parlato addirittura con Francesco Nuti, che amava moltissimo le donne e mi diceva di non riuscire a restarci amico per lungo tempo, anche se magari non gli piacevano. Chiaramente ora non sarebbe possibile, ma lui resta un mio caro amico, lo vado spesso a trovare e parliamo a modo nostro. Certo non gli parlo di lavoro. E’ un pezzo importantissimo della mia vita ma non ha a che fare col cinema”.
Ma insomma, quest’amicizia tra uomo e donna, è possibile o no? “Lo è – afferma la sempre fascinosa Casta – ma non mi è mai capitata veramente. E’ un po’ il fantasma di ogni donna la possibilità di avere un amico maschio vicino, a cui raccontare le tue cose nel massimo dell’intimità. Forse, dopotutto, no, non è possibile”.
“Io sono diventato amico di Laetitia proprio lavorando al film – scherza De Luigi – credo proprio che l’intenzione fosse quella di mettermi in difficoltà. Sono puntiglioso sul set e voglio ripetere tante volte le scene ma lei è anche peggio di me”.
“Comunque – continua Veronesi – ho pensato immediatamente che Fabio avesse il physique du role adatto e la faccia da ‘migliore amico’. Se lo dovessi disegnare lo farei come lui. Per disegnare la migliore amica invece ho scelto Laetitia anche perché mi piaceva l’idea che fosse straniera, che portasse dei principi un po’ diversi da quelli italiani. L’Italia è un paese che mette ansia sui sentimenti, lo diciamo anche nel film: forse perché abbiamo il Vaticano, c’è l’idea che bisogna provare certe cose solo in un certo modo, in certi contesti e a una certa età. Siamo forse in questo senso la nazione più ansiosa d’Europa. Parlo nel film di cose che accadono, ci sono periodi di amicizia tra uomo e donna che poi vengono sconquassati dal sopravvenire di mogli, mariti, amanti, subentra il problema della gelosia. Non è facile da gestire: ma anche se le signore se lo tengono dentro, ci sono molti uomini ‘satellite’ che girano attorno al pianeta donna e tornano al primo richiamo. Ho scoperto il termine ‘friendzone’, su cui hanno basato anche una omonima trasmissione Usa: si tratta di sedici-diciassettenni che dopo anni di amicizia con un esponente dell’altro sesso si mettono davanti alle telecamere per confessarsi, ottenendo le reazioni più inaspettate. Molti si sentono traditi: ‘Come? Io pensavo fossimo amici! Ho dormito con te, ho fatto la doccia davanti a te…’
“la verità – chiude Laetitia Casta, è che quando ci si innamora si è molto fragili e si ha paura di perdere la partita”.
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